FULVIO BOZZETTA CASA DEL POPOLO PONZIANA 30.09.22

Per presentare il nuovo cd “Simpatico mi” (Lademoto Records) l’idea è quella di proporre degli spettacoli diversi, che si adattino al luogo che li ospita: la terza tappa (dopo il Museo Ebraico e il Teatro dei Fabbri) è alla Casa del Popolo di Ponziana, in Via Ponziana 14, venerdì alle 20.30, a cura dell’associazione culturale Tina Modotti, con ingresso a offerta libera fino a esaurimento posti. Al centro c’è Fulvio Bozzetta, voce e chitarra, con le poesie musicate di Carolus Luigi Cergoly, lo accompagna Piero Purich (Etnoploč, Paolo Rossi, Capossela) al sax soprano e tenore. E poi c’è la voce recitante, a intervallare i momenti carichi di pathos della musica, di Matteo Verdiani (che molti ricordano come Theo La Vecia), personaggio poliedrico che viene dal mondo hip hop e in questi anni sta dando vita a progetti importanti che coinvolgono i giovani, come “Stolen Wordz”. «C’è un canovaccio di base – spiega Bozzetta – ma gli spettacoli cambiano a seconda della situazione, Purich arricchisce il mio suono, Verdiani invece utilizza dei testi suoi, alcuni che già aveva e altri scritti ad hoc, per creare un’interlocuzione tra quello che narra Cergoly e quello che narra un giovane poeta di oggi, queste storie intrecciate stanno piacendo molto al pubblico e ne siamo contenti, ripaga dalla fatica fatta per realizzare l’album». “Simpatico mi”, che contiene 21 brani, lo si trova in vendita ai concerti, e a Trieste da Knulp, Minerva, Ubik. Prende il titolo (come il resto delle parole) dalle poesie in dialetto di Cergoly. Una simpatia molto triestina, ovvero spigolosa, ruvida, a tratti burbera, insomma: la famosa scontrosa grazia. La voce di Bozzetta è profonda, un incrocio tra Tom Waits e Paolo Conte, l’impasto musicale live è di certo più scarno di quello portato in studio (dove sono stati coinvolti tantissimi musicisti di talento), ma diretto. «In scaletta venerdì – conclude il musicista e compositore triestino – non mancheranno i brani di punta come “Radice ungaro slava”, “Voi che no gavè letto”, “Poesia de un barbon”, “Cinque anni de Psichiatrico”, “No dirme niente”, “In corsia Stadion”, “Ponterosso”, “Arone Pakitz”, “El kolo go balà”, “Chi no capissi el mar”, “Vida de Duin”, che emozionano molto». Un viaggio che attraversa tutto il Novecento, ripercorrendone gli eventi più tragici (la guerra, la Shoah, la lotta partigiana) per passare poi ai temi più leggeri (il mare, le donne, gli amori) che appassionavano il poeta triestino nato in città nel 1908 e morto nel 1987.

Elisa Russo, Il Piccolo 30 Settembre 2022 

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