GAYA MISRACHI “DIAMANTE”

«È un brano concepito e confezionato home made durante il periodo di quarantena, registrato all’interno di un armadio per riuscire a ricreare l’effetto insonorizzato dello studio di registrazione isolando la voce con l’utilizzo di vestiti e coperte, con lo scopo di attutire i rumori circostanti»: la cantautrice triestina Gaya Misrachi lancia il suo nuovo singolo “Diamante” l’8 maggio. «Frutto di una riflessione fatta in questi giorni d’isolamento – continua – il brano parla di una realtà fragile e della naturalezza con cui le cose attorno a noi mutano di continuo, mostrandosi in varie sfaccettature, adattandosi alle nuove condizioni spontaneamente. “Diamante” parla del nostro lato selvaggio e ribelle in modo figurativo e della maniera in cui a volte, senza accorgercene, possiamo incorrere in un errore già fatto in precedenza». Mamma triestina e papà milanese, Gaya canta fin da piccola, ha studiato alla Scuola di Musica 55 con Silvia Zafret e Alessandra Chiurco e aveva partecipato a X Factor nel 2012, ha poi vissuto qualche anno a Granada e ora si divide tra Milano e Novara. L’anno scorso ha pubblicato un ep, «Aloe», che sperimenta l’elettronica in stile Björk ed è seguito “Argento”, il suo primo brano in italiano che ha destato l’interesse di pubblico e addetti ai lavori, permettendole di essere selezionata tra i semifinalisti dell’edizione 2020 del Premio Buscaglione e iniziare la collaborazione con Pulp dischi, con la quale pubblica ora “Diamante”, prodotto da Luca Pasquino, in arte Kuschimaru: «Il cambiamento all’italiano – precisa –, viene dall’esigenza di esprimermi e rivelarmi con la più totale sincerità nella stessa lingua in cui penso e comunico quotidianamente. È difficile, completamente diverso dallo scrivere in inglese ma mi sono sempre piaciute le sfide». La cantante firma il progetto con lo pseudonimo ETT: «È un tag che ho iniziato a utilizzare anni fa nei miei dipinti – spiega –. Questo progetto non potrebbe esistere senza il produttore e direttore artistico Pasquino e altri straordinari artisti. Cerchiamo sempre di creare canzoni completamente nuove, evitando di incombere nella sensazione del “mi ricorda qualcosa”. La produzione musicale è stata fatta proprio pensando a un diamante, abbiamo cercato così di dare luminosità, rifrazione e varie sfaccettature al brano, come degli artigiani, utilizzando effetti 3d sonori attraverso i pannaggi, ovvero spostamenti del suono nello spazio». A Trieste Gaya ha lavorato con i Winged Leaves di Andrea Vittori (40 Fingers), i Mash con Jacopo Tommasini, Marco Stroligo, Franco Panizon e Giulio Ladini, la reggae band Wooddrops, Stop The Wheel di Francesco Candura e a livello nazionale ha collaborato con i Delta V. Nel 2017 il suo primo inedito “Abyss” (con il videoclip di Eugen Bonta) era stato selezionato da Cortinametraggio. «In questo periodo – conclude Gaya – sto lavorando e componendo molto. Ho dei nuovi singoli pronti che usciranno nei prossimi mesi per l’etichetta Pulp dischi con cui collaboro da febbraio. Se il materiale sarà sufficiente e ne sarò soddisfatta, il mio sogno sarebbe di riuscire a pubblicare al più presto un album in italiano e di poterlo presentare live in tutta Italia».

 

Elisa Russo, Il Piccolo 4 Maggio 2020

 

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