«Adoriamo il fatto di poter scegliere ogni sera i brani da ben dodici album di materiale assolutamente degno: chi viene ai nostri live non sa mai prima cosa ascolterà, oltre ai pezzi nuovi peschiamo sempre qualcosa di diverso, per noi è stimolante cambiare»: gli americani Gov’t Mule ritornano on the road con un inedito tour teatrale per presentare l’ultima fatica discografica “Peace… Like a River”, uscita per Fantasy Records lo scorso 16 giugno. Warren Haynes e soci saranno in Italia per tre date: dopo Bologna e Milano, martedì alle 20.30 fanno tappa al Politeama Rossetti di Trieste. Appuntamento imperdibile per gli amanti del blues/hard/southern rock, gli ultimi biglietti sono ancora in vendita su tutti i canali e punti vendita del Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia e online. Nati nel 1994 come progetto parallelo degli Allman Brothers per volontà del cantante e chitarrista vincitore di Grammy Warren Haynes, i Gov’t Mule (contrazione di Government Mule) si completano con Matt Abts alla batteria, Danny Louis alle tastiere, chitarra e cori e Jorgen Carlsson al basso. Hanno conquistato una fan base a livello globale grazie alla loro musica onesta, strutturata e audace, ricca di improvvisazioni e virtuosismi, che li ha portati a essere riconosciuti come una delle band più attive e riverite del mondo, con un posto garantito tra i titani del rock. «La nostra missione – dice il frontman – è sempre stata quella di provare a creare musica che non sfiguri accanto agli artisti straordinari che ci hanno influenzato». Si riferisce a tutti i classici, dai Led Zeppelin, a Bob Dylan, Black Sabbath, B.B. King, Muddy Waters, Hendrix, Beatles, Rolling Stones, Otis Redding, Wilson Pickett, Cream. Poche cose, rivela, lo renderebbero più felice del sapere che qualcuno sentendoli si chieda: «Sto ascoltando un disco degli anni ‘70? Perché non so come possa essermelo perso all’epoca!». Quando a fine 2021 i Gov’t Mule hanno pubblicato “Heavy Load Blues”, candidato ai Grammy Awards, nessuno avrebbe potuto intuire che si trattasse solo della prima parte di un progetto di due album. Mentre “Heavy Load Blues” è stato concepito come un live in studio che esplora le varie sfumature del blues, nel bel mezzo di quel percorso creativo Haynes si è ritrovato con una quantità incredibile di nuovo materiale che si è avventurato al di fuori di quel genere musicale: il risultato è “Peace… Like a River”. Coprodotto da Haynes e John Paterno, combina abilmente struttura e spontaneità: le composizioni concise coesistono perfettamente con i viaggi strumentali tipici della band, e i temi dei testi fanno da collante per la straordinaria varietà sonora. Oltre ai contributi dei collaboratori storici della formazione, il disco ospita anche alcuni amici dei Mule tra i quali Billy Gibbons (ZZ Top), l’attore Billy Bob Thornton, Ruthie Foster, Ivan Neville e l’acclamata cantautrice e polistrumentista Celisse; talenti straordinari che arricchiscono ulteriormente l’esperienza di ascolto. «La maggior parte di queste canzoni sono state scritte durante il lockdown – spiega Haynes -. Ho preso una decisione consapevole: non volevo scrivere un mucchio di canzoni incentrate sul covid. Piuttosto, volevo concentrarmi sugli aspetti positivi: ciò che ci ha insegnato, e soprattutto ciò che prima davamo per scontato e abbiamo imparato ad apprezzare. Il lockdown mi ha dato molto tempo per scrivere nuovo materiale e, devo essere sincero, chiudersi in studio è stato un modo per non impazzire in un momento in cui non si poteva viaggiare e andare in tour». In fine, guardando indietro alla sua lunga carriera il musicista americano ricorda: «Entrare negli Allman fu un grande momento, così come suonare con loro a Woodstock nel 1994, essere introdotti nella Rock and Roll Hall of Fame o essere sul palco con Bob Dylan. E i premi, come i Grammy, sono sempre un bel riconoscimento al proprio lavoro e dedizione».
Elisa Russo, Il Piccolo Lunedì 20 Novembre
