I triestini Hard Lemonade, in pista ormai da una decina d’anni, sono fautori di una rivisitazione scoppiettante e personale dei grandi successi (italiani ma non solo) degli anni ‘50 e ‘60, in chiave rockabilly – swing – surf con scalette che rendono ogni loro concerto una festa tutta da ballare: tornano dal vivo venerdì alle 21.30 all’Hotello – Cab (coffee and beer) di via Valdirivo 6, a ingresso libero. La formazione attuale, ridotta dai nove elementi degli esordi a cinque, vede Luca Bitti alla voce assieme a una band di talentuosi musicisti, attivi in tanti altri progetti: Jacopo Tommasini alla chitarra e cori, Walter “Wallace” Grison al sassofono, tastiera e cori, Francesco Cainero al basso, contrabbasso e cori, Giulio Roselli alla batteria. «La line up che portiamo all’Hotello – assicurano – è molto rock». Nati nel 2013 attorno alla vulcanica personalità del frontman Mr. Bitti, anche dj-mattatore delle notti triestine con lo pseudonimo di JackRabbit Slim (fa parte del collettivo Satisfaction Rock’n’roll Nite), la ruspante formazione si riappropria di memorabili hit con suoni sinceri: «Sono un arsenale – dicono – che ci permette di entrare dalla porta d’ingresso nel mondo del vintage esibendo il passaporto della qualità». Proprio l’estrema attenzione al sound è uno dei marchi distintivi della band giuliana che spazia con disinvoltura tra la rivisitazione in chiave rock’n’roll dei super classici della musica italiana (da Little Tony, a Caterina Caselli, passando per Adriano Celentano o Massimo Ranieri) e internazionale, alla riproposizione dei maggiori successi dei ‘50 e ‘60 americani (“Great balls of fire”, “Devil in disguise”) rigorosamente tradotti in lingua italiana. Un mix vincente che trova il suo comune denominatore in testi leggeri e melodie spensierate, proprio come i classici dell’epoca. «Il tutto in un contenitore di altissima fattura che, una volta dischiuso – concludono gli Hard Lemonade – stacca l’ascoltatore dall’insostenibile frenesia della vita moderna per trascinarlo a ricordare, o anche solo a immaginare, l’ottimismo del secondo dopoguerra».
Elisa Russo, Il Piccolo 08 Settembre 2023
