HENGE AL TEATRO MIELA IL 20.05.23

Gli Henge sono pazzi o geni? Probabilmente entrambe le cose. La loro musica, vigorosa, coinvolgente, tra rave e prog rock ha conquistato i grandi palchi internazionali, hanno vinto il titolo di “Miglior live” agli Independent Festival Awards e l’argento nella categoria “Miglior video musicale” ai Tokyo Film Awards. Sabato alle 21.30 la band inglese sbarca al Miela; il leader, Matthew Whitaker, voce e chitarra, premette che a rispondere alle domande sarà il suo personaggio Zpor, un alieno. Non resta che stare al gioco.

Voi Henge siete scesi sulla Terra dalla galassia solo per portarci una musica nuova. Ne valeva la pena?

«Oh sì. Abbiamo viaggiato nel tempo e nello spazio per arrivare su un pianeta di una bellezza rara, la cui specie dominante, l’homo sapiens, è dotata di grande creatività e spirito di cooperazione che ha portato a una forma di civilizzazione avanzata. Ne siamo intrigati».

Avete già esplorato questo angolo del pianeta, l’Italia?

«Precedenti spedizioni alla scoperta di questo paese chiamato Italia sono state fruttuose. Abbiamo posteggiato la nostra navicella spaziale due volte al festival Pennabilli di Rimini, al Tutti Matti per Colorno, al Mandrea Festival sul Lago di Garda, quest’estate saremo ai festival IndieRocket e Disorder. Tutte esperienze che ci hanno permesso di saperne di più su queste creature, gli italiani. Abbiamo osservato che sono festaioli, con la passione/ossessione per il buon cibo e il vino, abbiamo condiviso il loro brio». 

Cosa vedremo al Miela?

«Una trasmissione sonica degli Henge è diversa da qualsiasi performance musicale esistente sulla Terra. Anche perché noi usiamo un mix di onde sonore e telepatiche che convergono in una doppia spirale (simile all’elica di dna). Una volta assorbite, stimolano l’euforia nel sistema nervoso centrale umano e uno stato duraturo di benessere. È così che sabato intendiamo catalizzare la gioia nei cittadini di Trieste».

Il 26 maggio esce il vostro nuovo album “Alpha Test 4”. Cosa potete anticipare?

«Rappresenta la prossima fase della nostra sperimentazione sulla mente umana. In questi otto anni sul vostro pianeta abbiamo affinato le frequenze aliene per massimizzare gli effetti positivi della musica sugli umani. Il disco si apre con un messaggio importante: “Get a wriggle on”, datevi una mossa: i proventi del digitale vanno in beneficenza a un’associazione per l’emergenza climatica, cerchiamo di sensibilizzare sui temi ambientali».

Definite il vostro genere “cosmic dross”, cosa significa?

«Difficile renderlo in linguaggio umano, sebbene usiamo delle sonorità che possono ricordare il genere rave o prog, qualsiasi somiglianza con la musica della Terra è puramente casuale».

Alla musica abbinate illustrazioni, animazioni, fumetti.

«Abbiamo così tanto da raccontare sulle nostre avventure, miliardi di anni di storie, e quindi abbiamo bisogno di tutti i mezzi possibili per esprimerci». 

Qual è il vostro messaggio?

«Abbiamo osservato che qui sulla Terra si stanno raggiungendo elevati picchi di pericolosità, accompagnati da un’epidemia di tristezza che sta dilagando in misura allarmante. La nostra missione è raggiungere il maggior numero possibile di umani con raggi solari sonici di scorie cosmiche, che sono terapeutici e garantiscono sollievo dall’impatto negativo della seriosità». 

Elisa Russo, Il Piccolo 20 Maggio 2023 

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