ILVOCIFERO: I FUMETTI (disegni di Giò Rabuffetti, parole di Aldo Romano)
Nato nell’anno d’oro del rock (1966). Segno del leone. Giovanni Rabuffetti vive in provincia di Varese. Lì ha conosciuto Stefano Edda Rampoldi e Walter Somà (e poi i ragazzi di Niegazowana). Sono diventati amici e hanno collaborato artisticamente sin dai tempi del primo album solista di Edda: suoi alcuni disegni presenti nel booklet del cd. Come illustratore ha avuto una miriade di collaborazioni (dal 1987, con settimanali e mensili quali Corriere della Sera – motori, King, Summa, Medicus, Salute e Prevenzione, Medicina e Psichiatria, Nuova Cucina, ecc… illustrazioni per la pubblicità e per l’editoria scolastica). Grande appassionato di musica: Bob Dylan è il suo totem, a ruota seguono Neil Young, Johnny Cash, Leonard Cohen, Tim Buckley, Beatles, Buddy Holly (e naturalmente l’amico Edda).
Della collaborazione con IlVocifero, Giovanni dice:
«Stranamente, poco conosco, se non per esserci incontrati una volta e scambiato un saluto, Aldo Romano che oltre che comporre e cantare splendidamente nel disco scrive i testi-aforismi delle strisce. Dunque il non conoscerci e frequentarci non crea difficoltà creative, anzi è quasi un vantaggio: per quanto mi riguarda ho più libertà di interpretazione senza un confronto diretto, io mi limito a rappresentare la scena cercando di trovare il lato o “un” lato più umoristico ma restando sempre fedele al testo. Abbiamo fatto anche una prova lavorando al contrario, cioè io ho disegnato e lui ha aggiunto il testo ed incredibilmente ha funzionato altrettanto bene». Giovanni ha disegnato anche un personaggio-logo per il progetto: «È una nuvoletta-baloon tipo quella dei fumetti, che infatti ci ha dato l’idea di provare a creare delle strisce. Ma il personaggio, che ha la forma delle nuvolette contenenti le parole è invece volutamente e paradossalmente muto oltre che incolore, con una corporatura e una mimica facciale ridotta al minimo: la caratteristica bocca quasi sempre spalancata in un’unica espressione che rivela esaltazione oppure sgomento a seconda dei casi, è particolare anche in quanto ha la forma di un plettro (Fender per la precisione)».
Da maggio 2014 le strisce de IlVocifero saranno presenti su Just Kids, webzine e rivista cartacea di musica ed arte.
LUCYD il video
In «Lucyd» Dorina, oltre che prestare la voce, ha contribuito a livello compositivo, firmando le musiche. Di questo brano è uscito un onirico videoclip girato e diretto da Fabio Capalbo:
[youtube]http://youtu.be/J0ENNgR_TNo[/youtube]
Fabio Capalbo: «Per il video di Lucyd cercavo un’idea lontana dalle narrazioni e da simbolismi evidenti. Un gioco di luci sui volti dei due cantanti avrebbe creato la suggestione che cercavo. Ho chiesto aiuto al direttore di fotografia con cui collaboro, Nicola Cattani, che mi ha suggerito la visione di un vecchio filmato degli anni ‘60 di Clouzot, il quale stava sperimentando dei movimenti di luce circolari per un film che poi non realizzò mai. Quella tecnica mi è piaciuta molto e ho deciso che poteva essere l’idea visiva portante del videoclip. Le luci che si muovono attorno a un viso creano un effetto controverso, ne modificano i tratti, le espressioni, mutano le ombre e le sfumature della pelle. Sanno mostrare in pochi istanti molte sfaccettature di cui è costituito l’essere umano. Il resto l’ha fatto il lavoro sul set con i cantanti, Aldo Romano e Dorina Leka, due attori stupefacenti oltre che grandi cantanti. Mi interessava mostrare le contraddizioni dell’amore di coppia, enfatizzando senza filtri il bene e il male di noi».
Edda: «IlVocifero: ovvero Walter Somà incontra Aldo Romano e poi vanno da Fabio Capalbo e già questo dice tutto, infatti anche se per adesso sono nomi che ai più dicono poco o nulla, di sicuro l’umanità ricorderà se non altro quest’ultimo per il suo lascito di inestimabile valore: la Capalbo Dance. Ma facciamo un passo indietro. Da qualche parte nella rete c’è un video dove si vedono Aldo e Walter in una fredda giornata d’inverno al nord che suonano e cantano insieme. C’è anche un fuoco per fortuna loro. Stanno creando una canzone, una delle più belle del disco, “Persona Plurale”. Per chi non sa come nasce una canzone, questo video è un ottimo tutor anche se però non si vede quello che fa scaturire questa ispirazione. Credo che si chiami Dio, ma sarebbe un discorso troppo complicato per me. Walter Somà, nonostante il nome, non è nuovo a queste imprese, infatti si attesta come il più misconosciuto songwriter italiano e se parlasse inglese probabilmente assurgerebbe alla non fama mondiale. Si ostina a dare le sue creature a cantanti di pochi scrupoli come Edda o di scarsa attitudine sociale, vedi Aldo, solo perché pensa di non sapere cantare e quindi se la prende in saccoccia come si suol dire. Speriamo tutti che prima o poi voglia mostrare la faccia per intero e produca il suo lavoro personale, ma aspettando Godot possiamo godere di questa loro musica. Non mi dilungo a parlare di altri illustri personaggi come Gionata Mirai che partecipa al disco, ma solo per invidia nei suoi confronti e della sua indiscussa capacità. Voglio però citare Dorina che ha scritto il singolo dell’album per il quale non ci sono parole, ma una riflessione: perché a X Factor la Tatangelo faceva da coach a Dorina? È come se Garibaldi volesse insegnare il pallone a Maradona, ma questo è il bello di essere italiani. Per fortuna che Dorina è albanese e vive a Trieste che rimarrà sempre parte del regno austro ungarico. Un ultimo appunto è per il videoclip, firmato dall’Etoile Fabio Capalbo. Qualcuno ha detto che c’è del marcio in Danimarca, è vero, ma io posso dire che c’è del genio in Capalbo. Non si capisce in cosa sia più bravo, suona la batteria e già non è facile, nella vita come lavoro fa il regista affermato (Verdena, Capossela, Pacifico, Alex Grazian, e cento altri), ballerino l’ho già detto (ha studiato per anni sotto la guida di Mauro Repetto a Eurodisney) e chi più ne ha più ne metta. Ecco, tutto questo è IlVocifero. Ma solo per citare le persone che meglio conosco. In realtà c’è una foresta vergine di varia umanità che ha partecipato e fa parte di questa esperienza come Davide Tessari, faro e tecnico audio, e tutti i musicisti che vi hanno suonato, che sono, nessuno escluso, dei tesori preziosi. Quindi per chiosare il grande Somà: “perle ai porci!”».
Gionata Mirai: «Quando c’è di mezzo Niegazowana, la chiacchierata d’invito ad un disco porta sempre in territori che hanno a che fare più con l’Anima in tutte le sue forme e stranezze che con la musica, i punti Siae e le guerre tra poveri. IlVocifero ha un’anima enorme con mille forme e stranezze e se gli suoni vicino te ne regala un pezzetto e poi tu te ne vai che ti sembra di averci un po’ della sua vita dentro. E di questo lo ringrazio».
Dorina: «Lucyd è stata una delle prime improvvisazioni piano e voce che avevo fatto per il mio album, ma come spesso è successo all’inizio, facevo fatica ad accettare le mie prime esplorazioni. A Walter invece piaceva un sacco e visto che stava già lavorando su IlVocifero mi chiese se potevo donargliela. A distanza di tempo devo dire che la sua è stata un’intuizione corretta, perché ora Lucyd è proprio una bella canzone.
Abbiamo girato il video a Milano in due giorni, intensi è dir poco. Io ero tesa perché si trattava del mio primo videoclip, e quindi non sapevo proprio come comportarmi. Ma alla fine sia io che Aldo ci siamo lasciati andare, grazie anche al supporto di tutte le belle persone che hanno lavorato per la realizzazione di questo video. In primis Fabio Capalbo, un capolavoro di regista, Nicola Cattani alla direzione della fotografia con cui ho condiviso non poche risate, e Marco Maccarini che si è dato da fare affinché tutto andasse per il verso giusto. E poi Walter Somà, che alla fine teneva le redini emozionali mie e di Aldo!
Rispecchia perfettamente la canzone, e l’insolito duetto. Quello non è un amore onirico o ideale, è carnale, radicato, straziato e passionalmente Lucyd(o)! Fabio è stato un Maestro nell’esprimere tutto questo attraverso le immagini, e poi c’è da dire che Aldo buca lo schermo col suo sguardo, è stato bravissimo e mesmerico. La mia pelle comunque ringrazia per la quantità d’olio usata per il video, non è mai stata così morbida».
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