IGOR LONGHI “The Shape of Piano to Come”

“The Shape of Piano to Come” è la prima compilation per pianoforte targata INRI CLASSIC in uscita il 6 novembre, una sfida per l’etichetta torinese che già ha portato al successo europeo Dardust, musicista pioniere della combinazione tra elettronica e minimalismo pianistico. Tra i venti musicisti provenienti da sei paesi, scelti per raccontare la bellezza e l’innovazione del mondo pianistico, c’è anche il triestino Igor Longhi. Un passato (15 anni) come tastierista e compositore della band ska reggae Makako Jump, è poi tornato al suo primo grande amore: il pianoforte. Comincia così una carriera da compositore solista che oggi supera i 60 milioni di ascolti, segnata da successi come il singolo del 2014 “Broken Soul”, scritto come colonna sonora per un corto finalizzato alla lotta contro l’omofobia, in collaborazione con Michelangela Caldarella. E poi l’ep “The Flow”, realizzato con Moreno Buttinar (Epops). Nel 2018 “ROOM 101” viene inserita nella playlist editoriale di Spotify tra le migliori composizioni di musica classica. «“Il Mare a Nord Est”, “Growing Up”, “Broken Soul”, “Il sereno Dentro”, “Mimì” – racconta l’artista triestino – sono i brani che il pubblico ha apprezzato di più. Ognuno è la fotografia di un momento particolare della mia vita».

Come è nato il contatto con la INRI CLASSIC e l’inserimento nella loro compilation?

«Seguo da sempre molti artisti della INRI (Levante, Linea 77 e Dardust) e ho avuto modo di conoscere la loro area classica durante l’organizzazione di PianoCity Trieste, in quanto uno dei pianisti era un artista del loro roster. Qualche mese fa, INRI mi ha ricontattato dicendomi che stavano per fare uscire una compilation che avrebbe raccolto i 20 compositori che maggiormente stanno contribuendo a modellare la musica neoclassica e proponendomi di farne parte, ne sono stato felicissimo».

Il brano inserito?

«“Rapsodia” è stato scritto durante il lockdown, cercando di tramutare la nostalgia degli abbracci e della spensieratezza in musica. Credo che la cosa di cui si sia sentita di più la mancanza fosse il contatto fisico con le persone, ecco perché ho scelto il walzer come ritmo, il primo ballo che ha visto una coppia di ballerini danzare abbracciati. La melodia è malinconica e dolce, con un’apertura alla speranza di poter tornare finalmente a ballare guancia a guancia. Grazie all’importante partnership dell’etichetta, il brano è in rotazione anche su Radio Montecarlo».

Ad aprile è stato tra i promotori di StreamAid.

«Assieme all’amico Nathan Vitta (produttore di “Goodbye Trieste” e del recentissimo “Sweet Dream”) si è pensato di unire l’utile al dilettevole: raccogliere dei fondi per l’emergenza sanitaria da destinare poi alla protezione civile, dando nel contempo modo agli artisti di esprimersi e agli appassionati di arte e musica, di trascorrere alcune ore godendo dei contributi che gli artisti che hanno voluto sposare la causa ci mandavano dal luogo in cui si trovavano (Australia, Francia, Norvegia, Canarie…). Negli stessi giorni, Francesco Cainero ha coinvolto più di 70 musicisti nella composizione della sigla ufficiale dell’evento».

A cosa sta lavorando?

«Ai prossimi live (il 4 dicembre a Udine) e al mio primo full album, che dovrebbe vedere la luce verso la fine del 2021. L’album conterrà 12 brani inediti, fotografie del mio 2020. Molti sono i progetti che stanno prendendo forma, tra cui la sonorizzazione di un corto animato in stop motion e la produzione della colonna sonora di uno spettacolo teatrale».

 

Elisa Russo, Il Piccolo 28 Ottobre 2020

 

 

 

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