IL CASO THE WHITE LOTUS

«È davvero un onore essere qui a Trieste» sono le parole con cui l’americano Stan McCoy, Presidente di MPA,ha cominciato il suo intervento ieri mattina al Savoia, per la seconda giornata di “Audio-Visual Producers Summit”, l’appuntamento per gli specialisti dell’industria audiovisiva. Il focus dell’incontro era sul recente grande successo di HBO, “The White Lotus”, di cui in particolare si è analizzata la seconda stagione, completamente girata in Sicilia, coinvolgendo anche attori e altre forze lavoro italiane. La trama è abbastanza semplice, basata sugli intrecci di alcuni ricchi ospiti in vacanza in un resort. La grande forza è data dal cast – strepitosi Jennifer Coolidge e Michael Imperioli che si mescolano a ottime attrici nostrane (Sabrina Impacciatore, Beatrice Grannò, Simona Tabasco) – il mare e i paesaggi (una Sicilia spettacolare), l’ironia e la brillantezza dei dialoghi, una colonna sonora che pesca soprattutto dai classici (Mina, Vanoni, Bindi, Paoli, De André) con qualche azzeccata novità (Myss Keta, La Rappresentante di Lista). McCoy si è concentrato sugli aspetti economici: l’industria delle produzioni televisive smuove miliardi di dollari, nonché milioni di posti di lavoro. Un business con effetti positivi che si ripercuotono in tantissimi settori, compreso quello del turismo. Il produttore ha citato le location di “Games of Thrones” (ad esempio in Irlanda) che hanno visto un picco di turismo, lo stesso vale per la Sicilia di “The White Lotus”. «Fenomeno non di questi giorni – ha aggiunto – basti pensare all’effetto “Vacanze Romane” del 1953 con Audrey Hepburn e Gregory Peck che metteva in luce un’Italia godereccia e turistica dopo i traumi della Seconda Guerra Mondiale. Il film rese la Vespa Piaggio famosa in tutto il mondo. Ci sono mille esempi, come il boom di vendite di occhiali da sole dopo l’uscita di “Top Gun”. Da sempre il cinema influenza le mode e incide sui consumi. Il messaggio per noi è chiaro: non c’è posto migliore in cui assaporare una vacanza che in Italia, patria de “La Dolce Vita”». «Non sempre la classe politica comprende appieno quanto sia importante, oltre che conveniente, sostenere questo comparto. Il nostro “case study” parla chiaro: abbiamo speso 24,2 milioni di euro in Italia per realizzare “The White Lotus”, in settori dai trasporti alla ristorazione e accoglienza». Secondo McCoy si tende a pensare che i soldi per il cinema si spendano solo su Roma e il Lazio, in realtà tutte le regioni italiane sono coinvolte, compreso il Friuli Venezia Giulia, meta sempre più appetibile. Jay Roewe, figura di spicco nel mondo delle produzioni di serie televisive, è infatti “Senior Vice President” del colosso HBO, negli ultimi anni ha lavorato anche – per citarne una – a “Game of Thrones” ha preso parola ringraziando Trieste e l’Italia intera: «Anche se non sempre è semplice lavorare qui, la sfida è costantemente nell’aria, ma il risultato lo portiamo a casa. Diciamo che tutto il “drama” deve finire nella fiction, mentre a livello pratico e organizzativo l’ambizione è che tutto sia piatto e noioso, cioè senza imprevisti». Marco Valerio Pugini, CEO e produttore di Panorama Films sottolinea come il 2022 sia stato un anno record per gli introiti del settore, una crescita che riguarda anche la professionalità, la qualità e la tecnica che portano l’Italia ai livelli delle grandi produzioni internazionali. Opinione condivisa da Federico Scardamaglia, CEO di Compagnia Leone Cinematografica: «Forse il turismo della Sicilia non ha bisogno di una grande promozione, ma ci sta a cuore che la regione diventi un punto di riferimento, con un’immagine distante da quella della mafia». «L’Italia è un grande partner commerciale, ricco di location fantastiche. La cooperazione – conclude Veronica Sullivan della NBCUniversal – è fondamentale, siamo qui per creare connessioni e intrecci con i luoghi e le persone che li abitano». 

Elisa Russo, Il Piccolo 21 Luglio 2023 

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