IL PICCOLO RUBRICA DISCHI 04.03.16: IGGY POP «Post Pop Depression»

ARTISTA: Iggy Pop

TITOLO: «Post Pop Depression»

ETICHETTA: Loma Vista Recordings

original

josh homme iggy popTutto comincia nel 2014 con un sms: «Dovremmo incontrarci e scrivere qualcosa assieme, prima o poi – Iggy». Immaginiamo poi Iggy Pop cercare in rubrica “Josh Homme” e premere invio. «Sarebbe fantastico», digita in risposta il leader dei Queens of The Stone Age. Che l’invito l’ha accolto eccome, producendo e registrando nel suo studio, Rancho De la Luna di Joshua Tree in California, e anche co-scrivendo con Iggy, «Post Pop Depression» (Loma Vista Recordings), diciasettesimo album in studio per l’ex Stooges. Iggy compirà 69 anni ad aprile, la schiena e gli arti doloranti e altri acciacchi dovuti anche a 50 anni di rock’n’roll, di cui molti vissuti in maniera dissoluta. Lou Reed, Ron e Scott Asheton, David Bowie… Iggy si sente sicuramente un sopravvissuto e con Homme è stato chiaro fin dall’inizio: «Post Pop Depression» è un testamento. O se non altro l’ultimo album ad uscire con tutto lo sforzo che richiede un prodotto di massa: «Amo la musica, ma la promozione e tutto il resto sono aspetti che ormai non posso affrontare senza farmi venire una gastrite», dice. Ai due si aggiungono in studio Matt Helders (inglese, classe ’86, batterista degli Arctic Monkeys) e Dean Fertita (classe ’70, polistrumentista e cantautore statunitense già con The Raconteurs, Dead Weather, QOTSA, Jack White, Eagles Of Death Metal…). Durante la lavorazione, Iggy ha richiesto la massima segretezza: «Non diteloiggy-pop-and-josh-homme-together a nessuno, così se il risultato ci farà schifo potremo letteralmente seppellirlo nel deserto» e l’album è stato realizzato in un’intimità che ha permesso a tutti i partecipanti al progetto di accompagnare Iggy in un viaggio dentro se stesso, scrivendo alcuni dei versi più autobiografici della sua carriera, proprio spinto dal desiderio di non avere un giorno il rimpianto di non aver fatto in tempo. Il singolo «Gardenia» nasce da un giro di basso di Homme e racconta di una notte in cui Iggy era a San Francisco con Allen Ginsberg e si contesero Gardenia, avvenente spogliarellista di colore. Dopo il secondo, «Break into your heart», il terzo singolo è «Sunday». Homme assicura che contiene la linea melodica più allegra che abbia mai suonato, in contrasto con la voce femminile che sul finale dice: “Ho tutto quello di cui ho bisogno. E sta uccidendo me – e te”. In «American Valhalla» toccante è il verso, scandito e ripetuto, “Non ho altro che il mio nome”: Iggy parla di sé come di un’icona giunta alla fine della sua vita, leggenda del punk rock, che affronta la mortalità e come di fronte ad essa tutto si ridimensioni e si rimanga nudi, con un bagaglio leggero, con poco altro che il proprio nome. Con molta ironia, nell’ultimo brano, «Paraguay», Iggy manda tutti “a quel paese” (no, non esattamente in Paraguay): per i suoi fan, non resta che sperare che «Post Pop Depression» non sia il suo «Blackstar».

Elisa Russo, Il Piccolo 4 Marzo 2016

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