ARTISTA: Savages
TITOLO: «Adore Life»
ETICHETTA: Matador Records


«Adore Life» (Matador Records) è il secondo album per le Savages, band post-punk anglo-francese con base a Londra. Il loro debutto discografico del 2013, «Silence Yourself» era un invito al silenzio in una società bombardata dal rumore (“Spegnete quei dannati telefonini”, dicevano le agguerrite musiciste al pubblico presente ai loro concerti). Di che cosa parla «Adore Life»? Non c’è spiegazione migliore delle parole elaborate da loro stesse, un vero e proprio “Adore Manifesto”: «Un album sul cambiamento e sul potere del cambiamento. Sulle metamorfosi e l’evoluzione. Sull’oggi, non sul domani. Sul riconoscere il proprio potenziale. Riguarda te. Riguarda me. Riguarda te, me e gli altri. È sulle scelte che facciamo. Sul trovare la poesia ed evitare i cliché. È sull’essere la soluzione, non il problema. Sul mostrare le proprie fragilità per essere forti. Sullo scavare tra la sporcizia per trovare i diamanti. (…) Basso, chitarra, batteria e voci. È sull’aprirsi e non lasciarsi morire. Ma soprattutto è sull’amore, ogni genere di amore. L’amore è la risposta». Amore, dunque: si perde il conto delle volte in cui la cantante Jehnny Beth (vero nome Camille Berthomier) usa la parola “love” nelle canzoni di questo nuovo lavoro. L’androgina frontwoman, accompagnata dalle tostissime Gemma Thompson alla chitarra, Hayse Hassan al basso e Fay Milton alla batteria, ha scritto un vero e proprio concept sull’amore (oscuro). Adorare la vita perché è umano adorarla, anche se a volte lo si realizza fino in fondo solo quando si fronteggia la morte: concetto espresso nel singolo «Adore», dove un testo così speranzoso (sarebbe troppo definirlo ottimista) si sposa con atmosfere musicali agli opposti: la new wave, l’oscurità di Nick Cave o degli Smiths. Tra le altre influenze: il blues psicotico dei Gun Club, Siouxsie, gli Swans, il post rock, Patti Smith e, seppur meno che nel loro esordio, ancora i Joy Division. Racconta Beth che l’album che le ha cambiato la vita è stato «To Bring You My Love» di PJ Harvey ed è stato spiazzante quando anni dopo la sua eroina si è presentata ad un loro concerto, le ha dato il suo numero di telefono ed è stata poi disponibile a darle dei consigli sull’utilizzo della voce, provata da un tour. Tra i brani più riusciti di «Adore Life» c’è il primo singolo, l’ossessiva ed incalzante «The Answer». «Evil» è una critica al cattolicesimo più ipocrita, generatore di sensi di colpa e fustigatore delle diversità. “L’amore è malattia, la più grande dipendenza che conosca”, recita «Sad Person», che continua “Sono sempre stata una persona triste, che ci posso fare?”. Un album di sopravvivenza, amore, rabbia e rivolta, confezionato da una band tutta al femminile davvero esplosiva: per vederle dal vivo, l’unica data italiana è il 13 marzo ai Magazzini Generali di Milano.
Elisa Russo, Il Piccolo 05 Febbraio 2016