IL PICCOLO RUBRICA DISCHI: ARCTIC MONKEYS E DEAD WEATHER

Artista: Arctic Monkeys

Titolo: «Humbug»

Etichetta: (Domino/Self)

Giunti al loro terzo capitolo, non tradiscono le aspettative i quattro ragazzi di Sheffield. Magari spiazzano un po’ chi ha amato l’immediatezza e l’irruenza quasi punk degli esordi. La band inglese si è trasferita a registrare negli Usa: nel deserto del Mojave, nello studio Rancho De La Luna di Josh Homme (Queens Of The Stone Age) e a New York da James Ford (Simian Mobile Disco) per dar vita ad un disco più rarefatto e adulto, più oscuro e meno ballabile dei precedenti. Dichiara il loro produttore Homme: «Questo è un disco dove i ragazzi diventano un po’ strani, crescono e si fanno dei viaggi». Forse un album di svolta, o semplicemente di transizione. Alex Turner sta affinando la sua voce e affilando l’ironia dei testi: è facile prevedere che sarà uno dei personaggi più influenti della musica britannica dei prossimi anni. Non è un caso che nel brano «Cornerstone» aleggi Morrissey degli Smiths, di cui Turner potrebbe essere il degno erede.

 

 

 

Artista: DEAD WEATHER

Titolo: «Horehound»

Etichetta: (Sony)

 

Jack White non si riposa mai. Oltre alla sua attività principale nei White Stripes, le numerose collaborazioni (come il brano con Alicia Keys per la colonna sonora di James Bond) e un side project di nome The Raconteurs, ecco arrivare un nuovo super gruppo, di cui lui è, al solito, la diabolica mente. Questa volta mette da parte la chitarra per tornare al suo primo strumento: la batteria. Accanto a sé: il bassista dei Raconteurs Jack Lawrence, il chitarrista/tastierista dei Queens of the Stone Age Dean Fertita e la bella e dannata Alison Mosshart, voce dei Kills. Con lei inscena un mix tra un incontro amoroso e una sparatoria da film western. Gothic blues e rozzo garage rock psichedelico per non dire nulla di nuovo, ma dirlo benissimo. Sullo sfondo, riecheggia la nera e disperata sensualità dei Gun Club ed il primo Nick Cave. I brani più riusciti di una scaletta che comprende anche una versione di «New Pony» di Bob Dylan, sono i singoli «Treat me Like your Mother» e «Cut Like a Buffalo».

Elisa Russo, Il Piccolo 12 Ottobre 2009

 

 

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