ARTISTA: Cat Power
TITOLO «Sun»
ETICHETTA: Matador
«Sun» (Matador) è il nono album in studio per Chan Marshall, in arte Cat Power. Da ben sei anni non uscivano brani inediti della cantautrice americana (il precedente «Jukebox» conteneva esclusivamente cover). Esordita molti anni fa con un folk rock scarno, nella parte centrale della sua carriera si è man mano addentrata nei territori più oscuri del blues, mentre i riflettori venivano puntati anche sulla sua vita privata e sui tormentati amori con celebri attori e musicisti. Dopo le crisi e le fughe, ecco che compiuti i 40 anni arriva il sole per la bella Chan. Un nuovo corso segnato anche da un cambio di immagine, con un netto taglio di capelli. Una donna nuova che però si porta appresso il suo vecchio bagaglio ed insiste per trascinare lei il peso, senza farsi aiutare. Il nuovo lavoro è composto, suonato e prodotto da lei stessa e registrato in vari studi, tra cui quello di sua proprietà a Malibu. A rimarcare il suo ostinato bisogno di fare tutto da se, Cat Power si è cimentata pure alla regia del videoclip del singolo, «Cherokee». Il filo conduttore dell’album è il desiderio di essere autosufficiente dal punto di vista emotivo («Always on my own»), una specie di mantra di auto-aiuto con il quale la Marshall sembra voler incoraggiare se stessa e chi l’ascolta. Un cammino di indipendenza che porta verso la luce. «Sii il tuo supereroe» è l’esortazione del brano «Nothin but Time», lungo ben 11 minuti ed impreziosito dalla voce di Iggy Pop ai cori (David Bowie, a suo tempo invitato a collaborare su questo pezzo declinò l’offerta). Laddove in passato Cat Power si cimentava con suoni decisamente vintage (strizzando l’occhio alla musica soul e black, attirandosi a volte la critica di non avere propriamente la voce di una diva della Stax) oggi preferisce una via più moderna, fatta di elettronica e campionamenti grazie all’impronta decisiva di Philippe Zdar (metà del duo francese Cassius, noto anche per il suo lavoro con Air, Daft Punk, Phoenix) in fase di missaggio. Tra gli episodi più riusciti, il primo singolo «Ruin» che vede la partecipazione di Jim White (The Dirty Three) alla batteria e Judah Bauer (Jon Spencer Blues Explosion) alla chitarra e l’agrodolce ode a New York di «Manhattan» che ripercorre i tempi in cui la giovane Chan lavorava come cameriera e utilizza la statua della libertà come metafora della donna che sta dietro al successo di ogni uomo. In mezzo, interessanti aperture: ad un recitato quasi rap con «3, 6, 9» e «Peace and Love» e alle sonorità alla Black Keys di «Silent Machine» (anche se l’autrice dice di aver composto il brano ben 15 anni fa).
«Sun», in sintesi, è un appassionato pop album di musica elettronica filtrata dalla sensibilità di una cantautrice che è riuscita a trovare un equilibrio dopo un lungo percorso umano ed artistico di prove ed errori.
Elisa Russo
ARTISTA: David Byrne & St.Vincent
TITOLO: «Love This Giant»
ETICHETTA: 4AD/ Self
Un paio di anni fa David Byrne incontra la giovane e promettente cantautrice e polistrumentista St.Vincent (Annie Clark) ad un concerto di beneficenza, il sodalizio artistico parte da lì (con la compilation “Darker Was The Night”). Byrne, che ha fatto la storia della musica con i Talking Heads, ha 30 anni più di St.Vincent ma questo è un dettaglio. La musica che esce da «Love This Giant» (4AD/ Self) è senza tempo, cerebrale ma passionale al tempo stesso. Anche se le canzoni sono nate voce/chitarra, la classica rock band lascia spazio ad una band di fiati, sempre in primo piano. Un disco squillante, pieno di suggestioni cinematografiche ed atmosfere da musical (un paio di episodi non sfigurerebbero a Broadway). Le voci dei due artisti si mescolano, si intrecciano, si alternano, si uniscono con fluidità estrema. Il titolo dell’album si ispira alla celebre poesia di Walt Whitman, «Song of Myself» (Canto di me stesso), al passaggio in cui l’autore si dichiara Moltitudine, mosso da un amore universale per ogni creatura. Un amore gigante, che dà vita ad un album che centra il bersaglio in ciascuno dei 12 brani.
Elisa Russo, Il Piccolo 12 Ottobre 2012