Artista 1: Mike Patton
Titolo: «Mondo Cane»
Etichetta: Ipecac/Goodfellas
Artista 2: Samuel Katarro
Titolo: «The Halfduck Mystery»
Etichetta: Angle-Trovarobato/Audioglobe
Mike Patton, il californiano cantante dei Faith No More ed intestatario di progetti di culto (e d’avanguardia) come Mr. Bungle, Tomahawk, Peeping Tom e Fantômas ha vissuto per qualche anno in Italia. Si è innamorato non solo di una ragazza italiana, ma anche della cultura, lingua e musica. La sua passione per le canzoni italiane anni ’50,’60 e ’70 si concretizza in «Mondo Cane» (Ipecac/Goodfellas), disco di cover del nostro repertorio, tra grandi classici e perle nascoste: «Il cielo in una stanza» e «Senza Fine» di Gino Paoli, «Che notte!» di Fred Buscaglione, «Ore d’amore» di Fred Bongusto, «Deep Down» di Ennio Morricone, «Quello che conta» di Luigi Tenco, «Urlo Negro» dei Blackmen, «Scalinatella» di Roberto Murolo, «L’uomo che non sapeva amare» di Nico Fidenco, «20 km al giorno» di Nicola Arigliano e «Ti offro da bere» di Gianni Morandi. Mike Patton, grazie alla sua voce duttile e una pronuncia italiana quasi impeccabile, si cimenta in questi brani (già rodati dal vivo), accompagnato da un’orchestra di 30 elementi. Tra gli ospiti: Roy Paci alla tromba ed Alessandro “Asso” Stefana (Vinicio Capossela, Guano Padano) alla chitarra. Il titolo, «Mondo Cane» viene dal film-documentario di Jacopetti del ’62: Patton è rimasto colpito da come in quegli anni convivessero prodotti culturali agli antipodi come quel documentario piuttosto crudo e le canzoni melodiche e romantiche. Il sodalizio di Patton con l’Italia continua: sta ora lavorando alle musiche del film “La solitudine dei numeri primi” di Saverio Costanzo. Se colpisce che un artista americano renda così tanti e tali omaggi al nostro paese, inorgoglisce altrettanto che una nostra giovane promessa realizzi un disco dal sapore internazionale che si è guadagnato gli apprezzamenti di Patti Smith e Julian Cope. È il caso di Samuel Katarro.«The Halfduck Mystery» (Angle-Trovarobato/Audioglobe) è il secondo album per il toscano Alberto Mariotti. Spiazzante non solo per il suo pseudonimo, ma sta volta anche per il cambio di rotta rispetto al suo esordio. Se prima s’inoltrava di più nei sentieri del blues, ora percorre la strada della psichedelia, con richiami a Syd Barrett e Tim Buckley. «Sam sei il futuro!»: ha proclamato Patti Smith dopo averlo sentito a Firenze.