Artista: Vampire Weekend
Titolo: «Contra»
Etichetta: XL
Superano brillantemente la difficile prova del secondo album i newyorkesi Vampire Weekend. «Contra» (XL) è un degno seguito del debutto del 2008 (da molti considerato come uno dei dischi più significativi del decennio appena passato). Affinano la formula vincente dell’esordio, fatta di sapori afro-beat e melodie che ammiccano alla world music, rendendo il tutto ancora più eccentrico e brioso. Un disco denso, pieno di suggestioni e colori, leggero e luminoso. La voce (talvolta in falsetto), la batteria e le percussioni sono in primo piano; ci sono meno chitarre rispetto all’album precedente, un uso più incisivo delle tastiere e maggiori aperture all’elettronica.
Nel calderone oltre alle sonorità africane (di un’Africa però sognata e vagheggiata dalla cameretta di un college), c’è il reggaeton portoricano, la dancehall jamaicana e lo ska-punk californiano. Altre influenze sparse: il Paul Simon di «Graceland», Fela Kuti, la California, Il Giovane Holden di Salinger, film anni ’80 come Repo Man di Alex Cox, Bollywood. «Sono cresciuto ascoltando Elvis Costello, i Ramones, i Clash e credo si senta nella musica che faccio», afferma il leader dalla band Ezra Koenig. «Penso che il disco sia influenzato anche da band californiane come Operation Ivy, Sublime e No Doubt», aggiunge il batterista Chris Tomson.
Il titolo, «Contra» è stato scelto per la sua ambivalenza: può avere connotazioni profonde ma è anche una parola neutra in sé; implica un conflitto ma non indica da quale parte è giusto stare. Potrebbe essere riferito ai rivoluzionari del Nicaragua quanto a un videogioco anni 80: Koenig non fornisce delucidazioni e lascia aperte tutte le interpretazioni. La canzone che porta il titolo dell’album è anch’essa leggibile su due livelli: può sembrare una semplice canzone d’amore ma sotto ha qualcosa di più ambiguo e complicato. Il gusto contraddittorio li ha portati anche ad etichettare provocatoriamente la loro musica “Upper West Side Soweto”.
I Vampire Weekend assicurano che l’ascolto del loro album farà credere di essere a giugno anziché a gennaio. Potrebbe essere un motivo in più per concedere loro un po’del proprio tempo in un inverno così gelido. Magari sorseggiando «Horcata», la bevanda che dà il titolo ad uno dei singoli.
Elisa Russo, Il Piccolo 01 Febbraio 2010