ARTISTA: Eagles Of Death Metal
TITOLO: «Zipper Down»
ETICHETTA: Universal
Gli Eagles Of Death Metal non suonano death metal, questo tengono a precisarlo nelle prime righe della loro biografia. Suonano un rock’n’roll verace e spensierato, che può andare dai Rolling Stones ai T-Rex. Nascono a Palm Desert in California nel 1998 per volontà di due grandi amici che si conoscono fin dai tempi della scuola: Jesse “The Devil” Hughes (cantante e chitarrista) e Josh Homme (cantante e polistrumentista). Sebbene Hughes sia il frontman del progetto, i riflettori sono inevitabilmente da sempre puntati sul più famoso socio, noto per la sua carriera di grande successo con i Queens Of The Stone Age (e Kyuss, Them Crooked Vultures…). Un aiuto in termini di notorietà è stato dato anche dai numerosi ospiti che la band ha potuto vantare nel corso degli anni (da Dave Grohl all’attore Jack Blake). Una band di culto, con alcune hit davvero radiofoniche che sono anche state usate come colonna sonora di spot pubblicitari. Nonostante la fama, il percorso è stato a volte intralciato dagli eccessi di Hughes (finito in clinica di disintossicazione pochi anni fa ed ora “salvato” da una redenzione religiosa che lo ha portato a divenire ministro di culto) o dagli impegni di Homme. I due riescono comunque a tenere in vita questa creatura in cui riversano una buona dose di divertimento: il sense of humor che li lega si percepisce fin dal nome della band che vuole scherzosamente immaginare un improbabile mix musicale tra i californiani Eagles ed il genere death metal. Sono passati sette anni per avere pronto questo quarto album in studio, intitolato «Zipper Down» (Universal), lavoro percorso da buon umore e dalla voglia di leggerezza, evidente in ogni dettaglio, dalla copertina da cartone animato sexy ai trailer che hanno preceduto l’uscita, in cui i due bontemponi si cimentavano in esilaranti gag di lancio del nuovo cd. E poi il mood continua nei brani, con testi che non mancano di prendere in giro chi si dà delle arie e chi è un hipster snob: “Lei non sa chi sono io!” canta con voce impostata Hughes in «Silverlake (K.S.O.F.M)» per far loro il verso. Si va dal rockabilly di «Deuce» e «I Love You All The Time» (una bellissima ballata vecchio stile) al power pop di «Got a Woman» (che cita gli MC5 nel riff di apertura). A sorpresa, in scaletta anche una cover dei Duran Duran, l’inno del 1982 «Save a Prayer», qui luccicante di glam rock.
Un disco che ha l’unico intento di intrattenere a colpi di rock’n’roll boogie anni Settanta, garage rock, una punta di funky e suoni curati nei minimi dettagli dallo stesso Homme (che in questi anni ha affinato le sue competenze in studio, producendo nomi come Arctic Monkeys, oltre a curare le celebri “Desert Sessions”), senza prendersi troppo sul serio: i fan del duo di Los Angeles non si aspettino nulla di più e non rimarranno delusi.
Elisa Russo, Il Piccolo 30 Ottobre 2015