«Ognuno ha la sua Patti Smith, come capita a tutti i grandi artisti, così grandi da farci credere che sono anche un po’ nostri e così li leghiamo a un pensiero, a una storia, a un giorno preciso. La mia Patti Smith canta a pochi metri da me, sotto una pioggia scrosciante, strappando le corde della chitarra. Al Politeama sarà diverso, mi aspetto un concerto intimo ma non per questo meno intenso»: parole di Giuseppe Vergara, ideatore delle serate “Ti racconto il rock”, autore di “Rockshort” e “Primavera di sangue”. «Questa sera sarò in prima fila – dice la poetessa Velvet Afri – con mamma, che a Grado se l’era persa. Io c’ero, una grande emozione, minacciava pioggia tutta la sera ma ha iniziato a piovere solo quando la Dea ha finito di suonare. Era come se tutta quell’energia, anche atmosferica, si fosse caricata nella sua voce, nella sua presenza magnetica». «Sarò con la mia amica Gigliola – commenta Claudia Pezzutti – mi aspetto il batticuore, come sempre, e che mi parli e che mi ispiri». Alla replica di stasera non mancheranno i fedelissimi come Paolo Scamperle: «L’ho vista circa 40 volte, Italia, Europa e New York, c’ho suonato assieme sul palco a Udine nel 2014, l’ho incontrata un paio di volte e adesso me la godo a casa mia». O la cantante e artista visiva Barbara Stefani che, con la sua formazione Lady B, spesso esegue brani della Smith: «In lei vedo una capacità di “presenza” tale da superare i dualismi, con la consapevolezza anche delle fragilità e il coraggio di procedere da queste. Quando Adriana Schepis mi invitò a partecipare alla presentazione del suo libro “Patti Smith. Voglio, ora” alla Casa della Musica, non ho avuto dubbi. “Free Money” racchiude, con la delicatezza di una dedica amorosa, un sogno trasversale, oltre le ideologie: ho i brividi ogni volta che la canto». Schepis, autrice del libro sulla Smith made in Trieste, uscito per Imprimatur nel 2016, aggiunge: «Per me è stata una grande maestra, una persona che è riuscita a fare della sua stessa vita una forma d’arte. Si parla sempre, a ragione, della sua musica, delle poesie e delle polaroid; ma vogliamo parlare anche del suo talento letterario? I suoi libri – primo fra tutti lo splendido “Just Kids” – mi hanno parlato in un momento di crisi, risollevandomi e insegnandomi una valanga di cose: per esempio che a volte per fare la cosa giusta bisogna sbagliare; o che ognuno di noi non vive una vita sola, ma tante quante sono le scelte che osa fare; e soprattutto che lungo questo percorso il tempo è l’amico migliore che si possa avere accanto». E non manca chi fa il bis: «C’ero ieri e ci sarò stasera – conclude Cristiano, “Il Geco” di Radio City –. Mi ricordo il concerto del 2015 a Lubiana, nel pomeriggio l’avevo “beccata” con Lenny Kaye lungo il fiume, seduti al tavolino di un caffè».
Elisa Russo, Il Piccolo 26 Novembre 2019