«Ci siamo sempre trovati bene in Friuli Venezia Giulia, anche se l’ultimo ricordo che abbiamo in zona è di una corsa verso l’hotel sotto la pioggia e la grandine, un attimo prima c’era un sole che spaccava le pietre. Ma soprattutto ci ricordiamo il pubblico affettuoso e non vediamo l’ora di ritornare, dopo due anni e mezzo che siamo stati obbligati a stare fermi, esibirsi di nuovo per i propri fan è la massima espressione per un artista». Un tour internazionale per Il Volo, probabilmente ad oggi il trio vocale più famoso al mondo, che fa tappa anche in regione, in Piazza Grande a Palmanova, giovedì alle 21.30: Piero Barone, Gianluca Ginoble e Ignazio Boschetto saranno accompagnati dall’orchestra sinfonica e dalla band in un concerto che unirà i loro classici raccolti nell’album “10 Years” ed estratti dall’ultimo disco “Il Volo sings Morricone”. «Noi seguiamo i passi dei nostri idoli – racconta il trio, raggiunto telefonicamente in Bulgaria – siamo la nuova generazione del bel canto, ormai siamo in pochi a farlo».
È stata dura la lontananza dai palchi?
«Tutto ha un inizio e una fine e quindi speriamo che ormai la situazione del covid migliori, sappiamo che gli ospedali non sono più in affanno come a inizio pandemia e questo lascia sperare, anche se poi vediamo che stanno risalendo i casi, ma ormai è endemico. Siamo felici di poter ripartire in tour: abbiamo cominciato dall’Arena di Verona e poi andremo in Giappone, Stati Uniti, Canada e Australia, saremo impegnati tutto l’anno, torneremo la prima settimana di novembre quindi fortunatamente recupereremo».
Lo stop vi aveva colti proprio durante la celebrazione del vostro decennale?
«Sì, e a questo punto gli anni di carriera sono tredici».
Cosa proponete a Palmanova?
«Canteremo i brani del tributo a Morricone e le più belle canzoni del nostro repertorio, sarà un viaggio di musica che ripercorre tutti questi anni, dal tributo ai tre tenori con Domingo, alle nostre hit come la sanremese “Grande Amore”, e un’aggiunta di brani che cantiamo anche singolarmente e in duetto per creare movimento al concerto. Mettiamo in gioco le nostre personalità per smorzare un po’ la serietà del repertorio. Trasmettiamo modernità anche dal nostro modo di essere: siamo ragazzi giovani che amano il proprio lavoro. Non cantiamo solo i brani che fanno parte della cultura italiana ma includiamo classici americani come “My way” o “Smile” di Charlie Chaplin, quest’anno abbiamo deciso di fare dei concerti con delle scalette molto ricche, fino a 28 pezzi, circa due ore e un quarto di show. Stiamo raccogliendo un grande riscontro da parte del pubblico».
A “Il Volo sings Morricone” ha collaborato anche il figlio Andrea, com’è andata?
«Abbiamo coinvolto la famiglia Morricone ricevendo un grande supporto da parte loro, sono stati molto cordiali».
Avete esordito giovanissimi. Rimpianti per qualche rinuncia?
«Ci siamo incontrati che avevamo 15 anni, quando un giovane riconosce la propria vocazione non può che essere felice, soprattutto se poi riesce a percorrerla anche a livello professionale. Dal momento in cui facciamo la vita che abbiamo sempre sognato non potremmo avere alcun rimpianto. Cerchiamo di crescere sempre più, essere sereni, fare il meglio per il gruppo, con un senso di responsabilità l’uno verso l’altro che ci tiene uniti. Siamo davvero fortunati, per questo cerchiamo di trasmettere una certa positività a chi ci segue, anche ai più giovani: con impegno, perseveranza si possono raggiungere i propri obiettivi».
Elisa Russo, Il Piccolo e Messaggero Veneto 17 Luglio 2022