Per il secondo anno di fila la prestigiosa rivista inglese “Nme” lo cita tra i rock festival più popolari al mondo: INmusic, il più grande open air fest della Croazia, non ha dunque nulla da invidiare ai famosi Coachella, Reading, Leeds, Isle of Wight. Da lunedì a mercoledì al lago Jarun, a sud-ovest di Zagabria, andrà in scena un cast stellare che brilla con nomi come Nick Cave & The Bad Seeds, Queens of The Stone Age, Interpol, Alice In Chains, David Byrne, The Kills, St. Vincent, Bombino.
Lunedì la prima giornata della tredicesima edizione di INmusic sarà chiusa dai massicci Queens of The Stone Age, gruppo di punta del rock americano, fondato nel 1996 da Josh Homme dalle ceneri dei leggendari Kyuss, ha ormai una carriera di successi e grandi collaborazioni, da Dave Grohl a Mark Lanegan, Alex Turner e Elton John. A Zagabria portano il settimo album «Villains» e ovviamente i classici della loro discografia all’insegna del rock desertico e dei riff stoner.
A precedere la band californiana un altro big: David Byrne (che nel suo tour estivo toccherà anche Trieste il 21 luglio). Mente creativa dietro i Talking Heads, alle spalle premi Oscar, Grammy e Golden Globe il suo già vastissimo repertorio si arricchisce ora dei brani tratti da «American Utopia» uscito a marzo. Completano il cartellone di lunedì: The Kills, il duo anglo americano guidato dall’affascinante Alison Mosshart (nota anche per il progetto parallelo The Dead Weather al fianco di Jack White) con la loro miscela di lo-fi, garage e punk, Frank Carter & The Rattlesnake ovvero il nuovo progetto del tatuatissimo ex leader della hardcore band Gallows, da Londra i colorati e multietnici Superorganism, il polistrumentista Témé Tan, cresciuto in Congo e ora residente in Belgio che si fa ispirare dai suoi viaggi e mette insieme i suoni del Brasile con l’electro pop giapponese, tra tradizione e modernità, bossanova e world music. E in apertura tanti validi nomi più o meno esordienti come i croati Them Moose Rush, Straight Mickey and The Boyz da Belgrado, gli inglesi False Heads e Rival Bones, da Zagabria Tyger Lamb, Tús Nua e Nellcote, i Grapvine Babies da Fiume.
La chiusura della serata di martedì spetta a un artista molto amato: Nick Cave & The Bad Seeds, con le performance viscerali e coinvolgenti del suo “Skeleton Tree Tour” sta spopolando ovunque; l’INmusic lo ospitò esattamente dieci anni fa e gli organizzatori non vedevano l’ora di poterlo avere di nuovo sul loro palco principale. La songwriter e polistrumentista americana più innovativa e apprezzata degli ultimi anni, Annie Clark, in arte St. Vincent scalderà il pubblico prima di Nick Cave come solo lei sa fare: tutto ritorna visto che scelse il nome proprio da un testo di Cave in cui l’artista australiano si riferiva all’ospedale St. Vincent dove morì il poeta Dylan Thomas. Il festival contiene una sezione dedicata al progetto “Multiculturalismo in musica” di cui Bombino, musicista africano di etnia tuareg dal virtuosismo spesso paragonato a quello di Hendrix, sarà il più famoso ambasciatore. Sempre martedì i Jinx di Zagabria festeggeranno 25 anni di carriera, i concittadini Šumski movimenteranno il balkan stage, dall’Islanda il collettivo hip hop tutto femminile Reykjavíkurdætur e ancora Koala Voice e Bad Notion dalla Slovenia, la cantautrice croata Irena Žilić, dalla Croazia anche il giovane J.R. August, il trio strumentale Zmaj, le band Lika Kolorado, Ischariotzcky.
Headliner di mercoledì i newyorkesi Interpol (la sera precedente faranno tappa a Sexto’Nplugged), che presero le redini della rivoluzione indie del 2000, cambiando il corso della musica negli anni a venire: hanno influenzato decine di band e restano i leader indiscussi della scena post punk e indie rock. A precederli un altro nome caldo: quegli Alice In Chains che furono tra i protagonisti della scena grunge assieme a Nirvana e Soundgarden, anche loro come i due citati oggi orfani del cantante, ma ancora in pista, con il chitarrista Jerry Cantrell che copre anche il ruolo del frontman dopo la morte di Layne Staley nel 2002.
Mercoledì in apertura: una delle rock band americane più prolifiche e versatili del momento Portugal The Man, i francesi General Elektriks, da Manchester le PINS, i suoni africani di Tshegue da Parigi, il post punk dei francesi Super Besse, dalla Croazia She Loves Pablo, Moskau, Killed A Fox, Cubies, Rens Argoa, da Belgrado Sana Garić, dalla Slovenia Futurski.
Elisa Russo, Il Piccolo 24 Giugno 2018