INTERIORS “OVERTONES”

«Il mio maestro, Enzo Porta, mi diceva sempre che si sente tantissimo l’indole mitteleuropea nel mio modo di suonare, una mia predilezione per le tonalità minori rispetto a quelle maggiori, per una musica che abbia sempre un quoziente emotivo forte. In questo ci vedo la mia radice triestina, fatta di acqua, vento, luce, elementi primordiali, calcari, colori accesi, la mia atmosfera non è da pianura nebbiosa, sono molto legata al mare nonostante non ci viva più vicino». Erica Scherl ha lasciato la città natale a fine anni ’90, ma qui è cominciata la sua formazione: ha studiato violino al Tartini, poi si è trasferita a Bologna dove ha completato gli studi e ha avviato la sua carriera. «Dopo le prime esperienze a Trieste con l’orchestra del maestro Zannerini – spiega l’artista -, ho capito che per chi vuole intraprendere la professione del musicista non è una città che offre tantissimo, quindi verso i 21 anni avevo deciso di esplorare altri lidi, pur mantenendo qui un forte legame. Una volta che sono arrivata a Bologna ho cominciato ad ampliare gli orizzonti sia nella direzione della musica antica che dei linguaggi musicali più attuali».

Tra i suoi progetti (Alboreo, Stenopeica, Les Violons d’Ingres, Paolo Damiani Ensemble), un ruolo essenziale riveste Interiors, un duo che la vede al violino, tastiera, effetti e loop a fianco del marito Valerio Corzani (Mau Mau, Mazapegul, Daunbailò, Gli Ex, Caracas) alla voce, basso semiacustico, basso tinozza autocostruito, percussioni, laptop e iPhone. Interiors, un viaggio che unisce elettronico e analogico cavalcando il ritmo senza mai abusarne, pubblica in questi giorni il quarto disco, intitolato “Overtones”, per Sisma Records con distribuzione Audioglobe. Si tratta di un doppio album: il primo composto da 14 brani originali, il secondo da nove remix in cui spicca il lavoro dei producer Filoq, Vinx Scorza, Manuel Volpe, D.Lewis e Francesco Colagrande. «Ci hanno definiti anche – prosegue Scherl – “dub da camera”. Sicuramente è una musica di ricerca timbrica, compositiva, sonora, però non ha le asprezze che il genere a volte può racchiudere. Ci sono degli spazi improvvisativi ma c’è un canovaccio strutturato, quindi sicuramente unisce tanti linguaggi, non è facile da definire. È anche psichedelica nel senso che ti porta a viaggiare. Il violino dà così tante possibilità espressive di repertorio che è come un tappeto volante con cui puoi spaziare in ogni ambito musicale. Mi diverto a usarlo in questo modo, senza concentrarmi su un solo genere o stile, facendomi condurre anche dagli incontri che la vita porta. Sono incontri umani, oltre che musicali ed è una delle cose più belle di questo lavoro». Incontri che si concretizzano in una lunga lista di ospiti presenti nell’album: la voce di Luca “Swanz” Andriolo (che ha scritto e interpretato il testo di “More Overtones”), il sax digitale di Luigi Cinque, le tastiere di Massimo Martellotta (Calibro 35), le chitarre di Massimiliano Amadori (Opez), la batteria e le percussioni di Marco Zanotti (Classica Orchestra Afrobeat), il clarinetto basso di Gianfranco De Franco, l’ukulele di Camilla Serpieri. Le date, in un calendario ancora in divenire, in cui gli Interiors presenteranno dal vivo il nuovo lavoro sono: il 2 giugno alle Serre di Bologna, il 19 giugno al Torino Jazz Festival, il 12 agosto al Parco Nazionale del Circeo, l’1 settembre nuovamente a Bologna per la sonorizzazione dal vivo del film “Fata Morgana” di Werner Herzog e il 20 settembre a Conversano.

Elisa Russo, Il Piccolo 19 Maggio 2022  

Articoli consigliati