Intervista 40 Fingers Guitar Quartet il 06.04.19 al Bobbio (Ts)

40 Fingers Foto Francesco Chiot 2«Ovviamente riceviamo spesso cover di canzoni dei Queen e ciascuna a suo modo è unica e speciale, ma qualche volta qualcosa ci colpisce in maniera particolare e questa è una di quelle volte. Grazie a Matteo, Emanuele, Marco e Andrea, o 40 Fingers come si fanno chiamare, per aver creato una versione stupenda di “Bohemian Rhapsody”. Buon ascolto!»: questo si leggeva un mese fa nella sezione news del sito ufficiale dei Queen. Una bella soddisfazione per i 40 Fingers Guitar Quartet, brillanti chitarristi triestini accomunati dalla passione per lo strumento e grande abilità tecnica. Tutti già noti per altri progetti: Matteo Brenci (Jack Savoretti, Elisa, Jake Barker, The Topix), Emanuele Grafitti (Canto Libero), Marco Steffè (Gipsy Quartet Remake), Andrea Vittori (The Winged Leaves), dopo aver riempito Piazza Verdi in estate, saranno per la prima volta sul palco di un teatro cittadino, il Bobbio, sabato 6 aprile alle 20.30 (organizza Good Vibrations). Intanto, le visualizzazioni del video con la celebre canzone dei Queen, girato da Giulio Ladini al Ridotto del Verdi, continuano a salire. Non è la prima volta che i 40 Fingers ottengono un riscontro di questo tipo: «Il precedente video in cui proponevamo un medley da “Star Wars” – racconta Grafitti – ha superato i due milioni di views. È stato emozionante finire sul sito dei Queen: ogni giorno sono letteralmente bombardati da cover, si vede che la nostra è arrivata davvero al cuore, una bella sorpresa. L’idea di “Bohemian Rhapsody” ci è venuta ben prima che uscisse il film, il pezzo ci intrigava perché arriva a tutti pur avendo una complessità musicale elevata, pazzesco con i suoi cambi, armonie, melodie. Siamo stati un po’ lenti ma alla fine siamo arrivati al momento giusto, dato il rinnovato interesse per la band britannica seguito al biopic».

Non solo cover, per i quattro triestini che quest’estate hanno anche realizzato il loro primo album: «Proponiamo un mix equilibrato tra brani nostri e non – spiega Grafitti –. I brani originali vanno a coprire diversi generi, abbiamo fatto in modo che la scaletta del disco sia eterogenea, c’è dentro un po’ di Spagna e di flamenco, l’Irlanda e le suggestioni celtiche, ci sono brani più pop e improntati alla melodia, il rock, il jazz. Ognuno ha portato due brani propri e ne è uscito un bel collage di suoni. Per quanto riguarda le cover cerchiamo sempre pezzi potenzialmente di facile ascolto che però abbiano all’interno una struttura complessa, peschiamo dal rock, dalle colonne sonore, dal pop, dalla musica classica, dalla latina…». Oltre alla citata “Bohemian Rhapsody”, hanno riarrangiato per le loro quattro acustiche “Libertango” di Astor Piazzolla, “Hotel California” degli Eagles, “Sultans of Swing” dei Dire Straits, “Africa” dei Toto, “Tears in Heaven” di Eric Clapton fino a un impegnativo arrangiamento de “L’Estate” di Vivaldi. «Ciascuno di noi – riprende Grafitti – ha un’estrazione stilistica diversa, chi viene dalla musica classica e jazz, chi ha più abilità di composizione e arrangiamento, chi è più rockettaro… questo fa sì che si mescolino quattro generi molto diversi, ed è determinante soprattutto per i nostri brani originali, la differenza di influenze è un po’ la nostra forza».

«Il 6 aprile sarà la prima volta in teatro – conclude – siamo molto contenti. È un banco di prova, dopo le ottime risposte del pubblico in Piazza Verdi, ci misuriamo con una situazione che richiede uno sforzo in più ai partecipanti. Per chi ci ha già visti: sarà uno spettacolo diverso, completo. Nei prossimi mesi vorremmo portare lo show anche all’estero, il fatto di non essere vincolati dal fattore linguistico ci permette di esportare il nostro progetto ovunque».

 

Elisa Russo, Il Piccolo 23 Marzo 2019

[youtube]https://youtu.be/RFPnZayG0VI[/youtube]

40 Fingers

 

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