INTERVISTA A DANIELE “BAT” MARASPIN

daniele_cinerama3 Si chiama “A Bat’s project” il debutto del virtuoso della chitarra Daniele “Bat” Maraspin, triestino classe ’88. Il 15 novembre il disco uscirà ufficialmente e sarà disponibile tramite la Heart of Steel Records sulle piattaforme digitali iTunes, Amazon, Spotify, Deezer, Google Music… In questa data il chitarrista triestino presenterà il disco a Milano, al prestigioso Second Hand Guitars (uno dei più importanti eventi del settore, quest’anno alla sua quarantesima edizione) e salirà sul palco prima di grandi chitarristi come Cesareo (Elio e le Storie Tese), Giacomo Castellano (Raf, Irene Grandi, Vasco Rossi, Elisa…), Gianluca Ferro, Federico Poggipollini & Band (Ligabue), Bernie Marsden (Whitesnake) ed altri… Maraspin ha iniziato da piccolo con il pianoforte per poi passare al violoncello e alla fine «capire che la chitarra elettrica è la cosa (per me) più esaltante sulla faccia della terra!», dice. Continua: «Conosciuto Gianni Rojatti, (attuale direttore della sezione didattica di Accordo.it, endorser Ibanez, Zoom, Laney e chitarrista della band Dolcetti) ho iniziato ad andare da lui a lezione e mi sono definitivamente innamorato della chitarra elettrica! Un po’ di anni dopo sono andato a lezione dal grandissimo chitarrista Andrea Massaria per crearmi un’infarinatura di musica jazz, devo dire che è stato un periodo illuminante! Nel 2013 mi sono laureato all’Università di Trieste nelle discipline di arte musica e spettacolo sezione cinema e poco dopo mi sono diplomato all’accademia Lizard di Firenze in chitarra elettrica con il massimo dei voti, quasi contemporaneamente sono stato assunto a Monfalcone al CAM Arte&Musica (che tra le tante collaborazioni vanta quella con la Lizard) come insegnante di chitarra elettrica. Ho avuto il piacere di pubblicare alcuni articoli sul sito Accordo.it sotto la sezione “Accordiani in Cattedra” e nel mentre ho suonato in giro con alcune band, tra cui Shattered Thougth Patterns ed Elbow Strike. In questo periodo ho iniziato a capire che forse sarei riuscito a trasformare il mio sogno nel mio lavoro».
Fino ad arrivare all’ep…

«Tutto è iniziato con una semplice mail in cui chiedevo al mio ex insegnante Gianni (anche se tuttora lo considero il mio maestro) cosa ne pensasse di un brano che avevo registrato. LuiDaniele Maraspin3 in breve si propose nel ruolo di produttore, dovevo solo mandargli più idee possibili per poi poter scegliere a tavolino come iniziare quest’avventura. Gasatissimo gli proposi 5 brani, e dopo un’accurata selezione decidemmo di concentrarci su 3 andando così a creare un ep. Successivamente, Erik Tulissio (batterista dei Dolcetti, direttore della scuola di batteria Dante Agostini di Udine) e Giacomo Castellano hanno accettato di collaborare, uno costruendo e registrando le tracce di batteria e l’altro, terminate le registrazioni, occupandosi dei mix e del master. Hanno fatto un lavoro a dir poco incredibile, sono due professionisti di altissimo livello e hanno dato quel tocco in più di cattiveria, qualità del suono e professionalità che mai in passato avrei pensato di raggiungere con un mio progetto. In fase di registrazione mi sentivo un bimbo in un negozio di giocattoli, abbiamo sperimentato tantissime soluzioni di pedali e chitarre completamente diverse le une dalle altre. A prodotto finito ho contattato Mirco Galliazzo dell’Heart of Steel Records che ha accettato di distribuire e pubblicizzare il mio lavoro sotto la sua etichetta. Sono stati mesi impegnativi-esaltanti-frustranti-stancanti e lunghissimi dove niente è stato lasciato al caso, il risultato è stato incredibile, tutto quello che avevo nella testa si è concretizzato in tre brani strumentali nei quali mi rispecchio! L’ep è basato su dei “riffoni” metal ma è “ingentilito” con importanti sonorità elettroniche che creano degli stacchi molto suggestivi, e ovviamente ci sono gli assoli, brevi ma devastanti!».
Il 15 novembre sarai a Milano ad un evento speciale…
«Si tratta del Second Hand Guitars, è una fiera tra le più importanti in Italia dedicata al mondo di chitarristi, bassisti e batteristi. Ci sono un sacco di produttori di chitarre, dalle case più grandi ai singoli liutai, è un’esperienza unica, ci si ritrova circondati da strumenti fantastici e musicisti incredibili. Solitamente ci andavo in veste di pubblico pagante ed ero ogni anno elettrizzato solo all’idea di esserci… quest’anno ci vado per presentare il mio ep d’esordio e le ottime Kalcguitars del triestino Aljosa Kalc… non dormo da mesi ormai per la felicità!».

I tuoi ascolti, le tue influenze?
«Sono sempre stato un metallaro, alle medie vivevo di Metallica e Rhapsody, poi lentamente ho iniziato ad apprezzare il ramo strumentale del metal, andando a scoprire Malmsteen, Steve Vai, Jason Becker, Marty Friedman. Attualmente oltre ai chitarristi sopra citati sto ascoltando molto band come: Animals as Leaders, Meshuggah, SikTh, Periphery, Korn, Jeff Loomis per il metal e poi uscendo dal “ramo estremo” ascolto molto i Queen, Nirvana, Foo Fighters, Coldplay, Skrillex, Pendulum e tanti altri. Questo mi ha portato a voler mischiare un po’ tutto quello che ascoltavo (con i dovuti limiti) per creare un qualcosa che mi soddisfacesse pienamente!».

Che cosa c’è invece di assolutamente personale e non riconducibile ad altri (il tuo tratto distintivo, la tua personalità)?

«Direi che una persona si potrebbe aspettare un disco di assoli dal primo secondo fino alla fine, invece questo disco è più orientato verso le ritmiche e le sonorità elettroniche. Mi piace ascoltare i dischi dei “mostri sacri che corrono su e giù per il manico senza sosta” ma per il mio progetto ho preferito usare pochi assoli ma che mi rispecchiassero e che mi han costretto a dare il massimo. Se il brano dura 3 minuti l’assolo è furibondo ma raggiunge a stento il minuto… è tutto incentrato sugli incastri ritmici e le sonorità sulle basse frequenze».

La scena musicale triestina?

«Per un breve periodo ho militato negli Elbow Strike, band capitanata dal buon Chris Bradley, purtroppo poi per impegni lavorativi ho dovuto prendere una strada diversa… però loro mi piacciono veramente un sacco!
Seguo anche Matteo E. Basta, un artista completamente diverso dal mio modo di suonare ma che reputo veramente bravissimo sia sulla chitarra acustica che sulla slide ed è anche un ottimo cantante! I Wooden Legs sono un’ottima band che gira parecchio e sono tutti ottimi musicisti! In ambito metal i Rhapsody li continuo a seguire, adesso alla chitarra c’è Roberto De Micheli, è un chitarrista devastante e sono veramente contento per lui e per i suoi traguardi. Una band che quest’anno mi ha entusiasmato sono i Loosebites, ho da poco comprato il loro disco e devo dire che l’ho già consumato! Tra le associazioni una che secondo me merita è sicuramente Jambo Gabri, è una realtà relativamente giovane ed è molto presente in città. Ogni anno rifaccio la tessera al Tetris sperando di riuscire a scavare più tempo per andarci… ci sono un sacco di bei concerti, poi alla fine tra le lezioni che finiscono tardi e vari impegni lo frequento saltuariamente… però è un gran bel club e i ragazzi che lo gestiscono sono forti!».

Cosa c’è di Trieste nella tua musica?

«Se uno cerca su internet una descrizione di Trieste troverà scritto che è una città cosmopolita, lo dimostrano i numerosi luoghi di culto di tante religioni diverse… insomma un bel frullato di gente diversa! La mia città la rivedo nella mia musica quando scrivendo cerco di far funzionare a modo ritmiche cattivissime partorite da un metallaro indemoniato a contaminazioni elettroniche provenienti dalla dubstep, ad accordi in levare o fatti in perfetti ottavi in stile Dave Grohl… insomma… invece che esser un bel frullato di gente è un bel frullato di musica!».

Elisa Russo, versione integrale in parte su Il Piccolo 13 Novembre 2015

maraspin[youtube]https://youtu.be/XtlLZ2NGfwk[/youtube]

 

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