Elisa Bombacigno, classe ’69, è una cantante triestina che gli appassionati di musica in città avranno sentito cantare molte volte, nelle occasioni più disparate dai pub agli spettacoli e musical in Piazza Unità e al Teatro Rossetti. Un pubblico più ampio, però, l’ha notata in questi giorni grazie ad un video: “Ailo” di Maxino, irresistibile parodia di “Hello” di Adele. Come sempre, con le produzioni di Massimiliano Cernecca in arte Maxino, si ride di gusto. Ma subito dopo si rimane sbalorditi dalla voce di Elisa che si cimenta con un brano della soul singer britannica e ne esce vocalmente alla grande.

Racconta: «Dal vivo faccio spesso dei medley dove c’è in mezzo Aretha Franklin, Tina Turner… è quel range in cui mi trovo meglio, anche i pezzi di Adele».

“Ailo”, nasce quasi per gioco, eppure i consensi sono straordinari.

«Il video è stato molto condiviso e in tanti mi hanno scritto per farmi i complimenti o per chiedermi se facciamo spettacoli fuori città. Una diffusione enorme in pochi giorni».

Il testo (in dialetto triestino) è stato scritto da Cernecca. E le idee per il video?

«Ho usato il mio beauty, lima, collirio perché una che lavora in call center deve far qualcosa se no non ce la fa! Poi la moglie di Maxino, Claudia, che è muggesana, ha tirato fuori le sue parrucche rosa di Carnevale».

Qualcuno ha paragonato la sua voce a quella di Adele o della Franklin e si è stupito che lei non abbia ancora un successo planetario come le star citate.

«Ho sempre tentato ma mi manca la faccia tosta, avrei dovuto insistere di più alle volte. Ho una forma di timidezza, sul palco sono io, chiudo gli occhi e mi sfogo, gioia e dolore, ma se devo dimostrare qualcosa non ce la faccio; c’erano le preselezioni di X Factor ma mi sono bloccata. Non so vendermi. Avevo anche partecipato a Castrocaro nel ’97, fino alla penultima selezione».

Quando nasce la sua passione per la musica?

«È sempre stata parte di me, fin da piccola i primi risparmi venivano spesi per i 45 giri, ed ho sempre cantato mettendo a dura prova la sopportazione di mia mamma… A 17 anni ho studiato chitarra, la mia prima esperienza live, piano e voce, è arrivata un anno dopo. Nel ‘95 la svolta, la mia vita è cambiata su vari fronti personali, affettivi ed economici: ho conosciuto Gianfry che stava cercando una voce femminile per affiancarlo durante le sue serate alla Pizzeria 9 Sorelle dove lui suonava già da tempo. Dopo alcuni pomeriggi a studiare il repertorio e a chiacchierare abbiamo iniziato a lavorare assieme».

Da lì, altri incontri importanti.

«Contemporaneamente cantavo in quello che è stato il mio primo gruppo (Buoni Vicini), con un repertorio sia italiano che straniero, prendendoci la libertà di stravolgere in chiave ironica alcuni pezzi. Per mantenermi, lavoravo come cameriera in un locale a Duino dove si esibiva il duo Contadini-Iacobucci: a fine serata mi chiamavano a cantare una canzone, e al termine della stagione è nata una collaborazione con Francesco Contadini e Gianfry durata per un paio d’anni (Bakkano Band). Negli anni successivi Gianfry ha fondato la Gianfry’s Band (poi Bandomat), mentre io e Francesco abbiamo continuato a far musica assieme per altri dieci anni in tutta la regione (disco bar, discoteche, pub, campeggi). Sciolti i Buoni Vicini, con altri musicisti abbiamo formato i Maniax, con i quali continuo a cantare tutt’ora un repertorio pop/rock».

E Maxino?

«L’ho conosciuto nel 2001 durante l’allestimento di una rappresentazione di The Wall dei Pink Floyd andata in scena al teatro sloveno e da lì è iniziata la nostra collaborazione, come tastierista dei Maniax, in duo e fino allo scorso anno anche in trio con Alberto Bravin (ora PFM). Sono presente praticamente in tutte le sue produzioni in studio, gli devo tantissimo, è una grande persona, un animo buono. Nell’ultimo anno facciamo anche serate di musica e cabaret con Flavio Furian».

A Gianfry, grande artista venuto a mancare nel 2013 a soli 46 anni, Trieste non ha ancora reso un omaggio…

«Sarei prontissima per un tributo. Io devo tutto a Gianfry, una persona di una generosità pazzesca. Lui mi ha sbloccata dalla timidezza iniziale, grazie a lui ho superato la paura del microfono, ho imparato a sorridere quando magari tremavo. Facevamo le prime serate in trio al Red Devil, una volta alla fine mi disse: “Te son stada ‘sai brava picia” e mi diede le 20-30mila lire in più, prese dal suo cachet. Ma era una persona proprio generosa dentro, al di là del materiale».

Com’è cambiata l’offerta musicale cittadina?

«Ho lavorato tanto in Friuli e si suonava 6 giorni su 7, in discobar, pub… qua a Trieste mancano locali periferici dove magari si possa fare musica senza che i vigili arrivino a bloccarti. Ricordo i tempi del Red Devil, il Corsia Stadion, il Duke, il Punto G. Negli anni è stato tolto tantissimo alla musica. Magari anche per la crisi: si taglia la musica, considerata un lusso».

Voci locali che apprezza?

«Nicole Pellicani che mi emoziona, Elisa Ritossa de il Magazzino Commerciale, Stefania Camiolo. Dorina l’ho incrociata nel 2010 in Piazza Unità, con la tribute band dei Beatles, ricordo un feeling immediato, mi è rimasta nel cuore, io stavo avendo un periodo sentimentale orrendo e lei mi ha detto le tre parole giuste, ed era la prima volta che ci vedevamo! Voci maschili: Alberto Bravin e Maxino».

Prossimi appuntamenti?

«Continua la collaborazione con Maxino, per gli spettacoli seguite gli aggiornamenti sul suo sito e la sua pagina Facebook».

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Elisa Russo, Il Piccolo 29 Dicembre 2015

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