INTERVISTA A LORENZO GILENO, ALLA CASA DELLA MUSICA (TS) L’11.11.16

kairosVenerdì alle 21 il cantautore triestino Lorenzo Gileno presenta dal vivo il suo debutto discografico “Kairòs” alla Casa della Musica di Via dei Capitelli 3. Gileno, chitarrista e compositore, tra i fondatori del Gruppo Tetris, dai primi anni del 2000 collabora con alcune realtà teatrali della regione curando le musiche di diversi spettacoli originali; negli anni ha suonato con band come Von, Lost Cargo, The Butterfly Collectors, The Mojitoes e Family Affair. Fratello di Chronos, il dio del tempo “sequenziale” degli antichi greci, Kairòs era la divinità che incarnava il concetto di tempo qualitativo, il momento giusto nel quale qualcosa di speciale accade.

Ogni brano del disco ha una relazione, esplicita o nascosta, con un mese dell’anno, e tenta di esplorare alcune ossessioni del suo autore, come la musica italiana, la musica orchestrale, la bossanova, e ciò che la nostra memoria personale e collettiva trattiene, modifica e impone alla coscienza.

Spiega Gileno: «I brani erano pronti già da qualche anno, la prima idea di fare un disco risale al 2008. La realizzazione è stata un processo piuttosto lento, anche perché ho perfezionato gli arrangiamenti e ho registrato le tracce mentre ero impegnato in altri progetti musicali». E ancora: «Ricordo una sera dell’inverno del 2008: ero a Tetris e stavo ascoltando due persone che chiacchieravano di arte. Sostenevano che talvolta dei limiti definiti, dei confini “tematici” entro i quali lavorare, siano funzionali ad indirizzare meglio le proprie energie creative; dicevano che spesso, nell’arte, troppa libertà può essere un problema. Io a quel tempo stavo componendo musica per alcuni spettacoli teatrali, ed effettivamente mi ritrovai d’accordo: lavorare con in mente un preciso orizzonte, addirittura deciso da altri, mi aiutava a scrivere con più chiarezza.

Stabilii così, anche un po’ per gioco, di impormi una sorta di lavoro auto-commissionato, un concept album sui generis nel quale le canzoni avessero un rapporto nascosto o evidente con i mesi dell’anno. Le stagioni, il tempo, la memoria personale, talvolta quella collettiva, sono quindi entrate a far parte del lavoro come nodi centrali del disco, che ho deciso di chiamare “Kairòs” in onore di una divinità del tempo ormai quasi dimenticata.

L’album è stato registrato, mixato e masterizzato da Lorenzo Rutter nello Studio Lo.Pe.z di Trieste, e vi hanno collaborato un sacco di musicisti e di persone meravigliose che non finirò mai di ringraziare: Valentina Soligo, Alice-Micol Moro, Gabriele Starini, Marco Dedin, Davide Forti, Andrejka Možina, Simone Campani, Antonio Dainese e Riccardo Gileno. Le grafiche sono state curate da Laura Gorlato del La Furia Studio e le foto da Marina Raccar.

Al momento Kairòs è reperibile sui principali store digitali come iTunes, Amazon, Napster e Spotify. Chi volesse il disco fisico può contattarmi via mail a lorenzo.gileno@gmail.com o tramite la mia pagina Facebook: facebook.com/LorenzoGilenoMusic».

Tra i vari riferimenti musicali, viene in mente Paolo Benvegnù.

«Mi è stato detto da più persone che “Kairòs” ricorda la musica di Paolo Benvegnù. Effettivamente mentre stavo lavorando al disco ho letteralmente consumato “Hermann”, gli arrangiamenti mi sembravano davvero perfetti e inevitabilmente hanno influenzato il mio lavoro. Lui è un autore che stimo molto, sin dal tempo dei primi Scisma.

In generale è difficile per me dire quali siano i miei riferimenti: ascolto un sacco di roba, e i miei ascolti cambiano molto spesso. Posso passare dal tardo romanticismo europeo alla bossa di Jobim e di Gilberto Gil, passando per la Motown degli anni ’60 e per la new wave degli ’80. C’è naturalmente anche molta musica italiana fra i miei ascolti, soprattutto vecchia: Tenco, Battisti, Battiato e Graziani sono fra i miei preferiti. Non so cosa di tutto questo sia entrato in “Kairòs”, queste sono influenze che non è possibile controllare, e a ben pensarci direi che è meglio così».

La prima canzone si chiama “La mia città”. Che rapporto hai con Trieste?

«Un rapporto conflittuale, come spesso hai con le persone che ami. Trieste alla fine me la immagino sempre come una persona, anche se molteplice, composta dalle tante anime dei suoi abitanti.

Nella mia città ci sono un sacco di cose che non mi piacciono: il passatismo a tutti i costi, la pigrizia e l’allergia al cambiamento soprattutto, la diffidenza e la chiusura per ciò che è diverso, altro da sé. E’ tutta roba che mi infastidisce moltissimo, anche perché la ritrovo spesso nei miei atteggiamenti e nelle mie azioni, e me ne vergogno. Alla fine la mia città è uno specchio nel quale mi rivedo, per fortuna riesco spesso a trovare la forza di provare a cambiare ciò che in me non va.

Molte altre cose sono invece meravigliose, soprattutto la natura. Ecco, la natura è un aspetto della mia città che ho davvero voglia di riscoprire e vivere maggiormente».

Che spettacolo porti alla Casa della Musica?

«Venerdì 11 mi esibirò all’auditorium della Casa della Musica e presenterò “Kairòs” accompagnato dalle Zilansky, al secolo Valentina Soligo al violino e Alice-Micol Moro al violoncello. Non si può definire un set acustico in senso stretto, perché a me piace divertirmi utilizzando anche un po’ di roba elettronica, c’è qualche video su Youtube nel quale mi si vede in azione. Sarà una cosa del genere, ma fatta in tre, e credo che ci sarà da divertirsi».

Prossimi impegni: altri concerti in programma, videoclip in uscita, altre eventuali collaborazioni…

«Sto lavorando ad un video per una canzone del disco: “Le nuvole”. Ci vorrà ancora un po’ e quindi non c’è molto da dire, diciamo che è una sorpresa. Ho iniziato intanto a scrivere un po’ di pezzi per quello che sarà il prossimo disco, ma questa volta voglio fare tutto in tempi più brevi, e mi sento di dire che sarà pronto già per il 2017. Ovviamente il fatto che queste parole vengano pubblicate è un bell’incentivo a darmi una mossa!».

Quali realtà musicali cittadine apprezzi?

«Seguo la musica di Trieste da molti anni, e ci sono moltissime proposte di grande valore, musica che meriterebbe una maggiore visibilità di quanta non abbia ora. Penso a Cortex, Matteo Bognolo, Irene Brigitte e a mio fratello Riccardo Gileno per il versante cantautorale, o The Academy, Stop The Wheel, The Topix, gli Omza, i Tytus per quanto riguarda le band. Anche quello che fa Lorenzo Fragiacomo è sempre degno di nota per me.

La musica in città è viva e vitale, va supportata sempre».

Elisa Russo, Il Piccolo 09 Novembre 2016

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