INTERVISTA A MARKY RAMONE, GIOVEDì 9 SETTEMBRE AL MIELA

Giovedì, alle 21.30, Marky Ramone (storico batterista dei Ramones) sarà in concerto al Teatro Miela, assieme ai Blitzkrieg: il cantante Michale Graves (ex Misfits), il chitarrista Alex Kane e la bassista Clare B. L’evento è organizzato dall’associazione culturale Trieste is Rock in collaborazione con Bonawentura/ Teatro Miela. Marky Ramone, dal marzo 2002, è entrato nella Rock’n’Roll Hall Of Fame per aver creato assieme ai compianti Joey, Johnny e Dee Dee una vera e propria leggenda: The Ramones. «Ho suonato 1700 concerti con i Ramones e sono stato con il gruppo per 15 anni, registrando 10 album in studio», spiega il batterista americano, «sono l’unico componente ancora vivo che è stato con loro così a lungo».
Agli esordi immaginavate che trent’anni più tardi sareste finiti nella Rock‘n’Roll Hall of Fame e che sareste stati considerati una delle pietre miliari del punk rock?
«Mai e poi mai: volevamo solo suonare, andare in tour e fare dischi e non abbiamo mai pensato che saremmo stati apprezzati in questo modo. E se Johnny, Joey e Dee Dee fossero ancora vivi sarebbero contenti del fatto che la nostra influenza è ancora presente e che la gente apprezza la nostra musica».
Nel 1980 ha suonato ad Udine, si ricorda qualcosa di quel periodo, o in generale del primo impatto con il pubblico italiano?
«Il tour dell’80 lo ricordo bene… ero stupito di quanti fans avessimo già all’epoca, e rimasi anche affascinato dal fatto che suonammo a Roma proprio dietro il Vaticano. Siamo sempre contenti di venire in Italia, io ci sono stato almeno una ventina di volte, ma a Trieste non ancora».
Passiamo ai Blitzkrieg, il suo gruppo attuale.
«Michale Graves era stato per un periodo il cantante dei Misfits; ha deciso poi di fare della musica acustica per un po’ e di occuparsi della sua carriera solista. Siccome era da sempre un fan dei Ramones, l’ho scelto come cantante. Coi Blitzkrieg suoniamo pezzi dei Ramones e questo è quello che vogliono sentire sia i giovani che i fans più vecchi. Arrivano con i nipoti e con i padri e con gli zii ed è stupendo vedere il divario generazionale tra i giovani e gli appassionati più anziani».
Vede ancora l’entusiasmo dei giovani ai concerti?
«Sì, non è cambiato. Credo che ci sia qualcosa nella musica dei Ramones che parla ai giovani in modo molto diretto e non importa in che anno la musica è venuta fuori: a me piace ancora Elvis Presley, ed ero piccolo quando è diventato famoso. Mi piacciono ancora i Beatles. Al contrario di un sacco di cose che vengono pubblicate oggi che sembrano artefatte e false. Quindi, quando i giovani di oggi sentono i Ramones o Richard Hell and the Voidoids oppure i Sex Pistols o i Clash, sanno che sono veri, cioè che non sono costruiti. Quante volte ancora i ragazzi, gli appassionati, i gruppi si faranno prendere in giro da band che suonano sulle basi e cantano con il karaoke? Noi suoniamo per davvero, non ci sono nastri pre-registrati, non ci sono tastiere che simulano i cori e gli accordi: è tutto vero e credo che i ragazzi lo apprezzino proprio perché è autentico».
State cominciando a scrivere pezzi nuovi o pensate di continuare esclusivamente in una dimensione live?
«Il pubblico vuole sentire le canzoni dei Ramones, però io ho pubblicato anche un singolo che si chiama “When we were angels”; è disponibile su MySpace e sta andando molto bene in tantissimi paesi e allora la mia idea è di fare solo singoli: quando abbiamo quindici o sedici ottimi singoli li mettiamo in un album. Credo che adesso sia la cosa da fare. Non sono preso dalla fretta di fare un album o che so… di mettermi a fare prove. Mi piace quello che faccio adesso perché vedo sui volti delle persone il piacere di ascoltare questi pezzi e me la godo, è come essere ancora una grande famiglia».

Elisa Russo, Il Piccolo 08 Settembre 2010


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