Giovedì alle 22, al Naima in Viale XX Settembre 39a, salirà sul palco Pino Scotto con la sua band. La serata comincia alle 19 con il dj Bruno Cramersteter, la ballerina Jey Chrystal ed il concerto (verso le 20.30) dei triestini Damned Pilots.
Pino Scotto, classe ’49, è un personaggio ormai leggendario, la sua carriera inizia a fine anni ’70 con i Pulsar; poi diviene frontman dei Vanadium, storica heavy rock band con cui realizza otto album. Seguono diversi progetti musicali ed una carriera solista di successo. In questi anni Pino Scotto si è fatto conoscere anche come opinionista senza peli sulla lingua, con la trasmissione “Database” in onda su Rock TV e diventata culto anche grazie alla rete. Scotto sfodera subito la sua parlantina e la sua vena polemica dichiarando:
«Sia il metal che il rock in generale si sta arrotolando su se stesso, a partire dalle band famose che non stanno facendo un disco decente da anni: escono fotocopie delle fotocopie». Dell’ultimo album racconta: «Ho visto un servizio tv sul fascismo e lì ho sentito un pezzo di Renato Rascel “È arrivata la bufera” (che conoscevo ma avevo dimenticato, da qui il titolo del disco “Vuoti di Memoria”). Mi è venuto il desiderio di recuperare brani di alcuni cantautori, il denominatore comune è che ci siano dei testi importanti. Quindi c’è il brano di Rascel che ho cantato con il grande Drupi, “Svalutation” di Celentano e alla chitarra c’è Maurizio Solieri, “E se ci diranno” di Luigi Tenco, “Il chitarrista” di Ivan Graziani – suo figlio Filippo l’ha cantata con me e l’altro figlio, Tommy, è alla batteria, “Povera Patria” di Battiato di cui ho realizzato anche il videoclip e a Franco è molto piaciuto, doveva partecipare al video ma in quel periodo è morto Sgalambro e lui è sparito, aveva spento telefono e tutto. E poi ci sono cinque pezzi da Elvis fino ai Motörhead. In quei brani c’è Fabio Treves all’armonica, ospiti come Blaze Bayley degli Iron Maiden, Nathaniel Peterson (il bassista di Eric Clapton)… Oltre alle cover ci sono due inediti, di “Rock’n’roll core” abbiamo anche realizzato il video, utilizzando le immagini del concerto che abbiamo fatto a Milano con i Motörhead».
Il disco è prodotto da Olly Riva.
«Mi sono sempre prodotto i dischi da solo, finché ho conosciuto Olly. Neanche lui sa quanto è bravo, glielo devo dire io perché è una persona modestissima e stupenda. Questo è il terzo album che faccio produrre a lui».
A Trieste cosa propone?
«Dal vivo faccio il 70% dell’ultimo album e poi pesco dagli altri miei album solisti, c’è anche un brano dei Vanadium a cui sono molto legato, due brani dei Fire Trails… Mi accompagnano Steve Volta alla chitarra, Marco Di Salvia alla batteria e Dario Bucca al basso».
Conosce un po’ la città?
«A Trieste ci sono stato 3-4 volte. Con l’attuale formazione abbiamo suonato diversi anni fa al Teatro Miela e mi ricordo che dissi a Dorina che avrei duettato con lei se avesse rinnegato X Factor! Avete le donne più belle d’Italia lì, non so cosa vi danno da mangiare!».
Spesso identifica i talent come il male dei nostri tempi…
«Non è un male. È uno tsunami! Hanno distrutto la musica. A partire dalla De Filippi. Invece di chiamare questi ragazzi che fanno il karaoke dovrebbero chiamare quelli veri, che scrivono, suonano e cantano. Non potete immaginare quanta gente brava abbiamo in Italia, io li vedo suonando in giro, ce ne sono anche di giovanissimi. Con la mia etichetta, la Valery Records, negli ultimi 15 anni abbiamo fatto almeno 40 band. Ti spaventi dalla bravura che c’è. E abbiamo il magazzino pieno di cd e non riusciamo a farli suonare neanche gratis. Siamo al minimo storico».
Prossimi progetti?
«Anteprima assoluta, lo dico per la prima volta in un’intervista: a gennaio entrerò in studio e farò un cd e dvd live con gli ospiti e ripercorrerò tutta la mia carriera a partire dai Pulsar. Il titolo provvisorio è “Live for a dream”, dovrebbe uscire ad aprile.
Ci tengo a dire, poi, che da anni sono impegnato con il progetto Rainbow con la Dottoressa Vetro, abbiamo lavorato con i bambini in Cambogia, Belize. In Guatemala abbiamo aperto una clinica dove i bambini (che lavorano nelle discariche) possano avere un minimo di assistenza. I soldi li raccolgo con i concerti, poi ci sono piccoli donatori. Ho chiesto aiuto ad artisti che riempiono gli stadi e sono spariti. Io ho lavorato in fabbrica, ora sono in pensione da 11 anni, anche se poca ma a me basta».
È un personaggio molto conosciuto. La fermano per strada?
«Succede spesso, anche per parlare di politica, delle loro famiglie, dei loro figli. Hanno capito che sono uno vero. Mi sono fatto cacciare dal Festivalbar, non ti dico cosa ho fatto a Costanzo, ho rischiato di staccargli un orecchio, di Red Ronnie non ne parliamo… Ormai sul palco faccio i comizi, mi chiamano il Beppe Grillo del rock».
Elisa Russo, Il Piccolo 25 Agosto 2015