Il nome è nuovo, Alfasun, ma i componenti hanno esperienze in note band della scena heavy locale (Damned Pilots, Old Roger’s Revenge, Storm, Naja, 1ne Day). «Tranne il batterista Frankie (Francesco Nobile), che è di Sacile, siamo autoctoni, tra Muggia, Opicina e San Giacomo», dicono Ote (Matteo Pasino) alla voce, Edo (Federico Stoch) e Joda (Giovanni Spirito) alle chitarre, Kusabi (Enrico Apostoli) al basso. Sabato alle 20 presentano il loro primo ep “Seed”, in uscita il giorno stesso, con un concerto al Kulturni Dom di Prosecco: «Abbiamo organizzato “Torpedo Night”, release party per il disco, con dei gruppi amici e affini, Equation Error (progressive math metal) e Siksided (alternative metal); ospiti speciali i Minoranza di Uno (punk hardcore). Noi Alfasun proporremo i pezzi dell’ep e altri inediti, più una piccola chicca».
Come nascono gli Alfasun?
«Da una mia idea, nel 2016 – racconta Edo – volevo formare una band in cui poter concretizzare mie pulsioni compositive e creative, senza compromessi. La scelta è stata quella di recuperare dei pezzi che ormai erano stati messi nel cassetto, a cui avevo lavorato con Joda, che si è subito unito al progetto con entusiasmo. Si sono aggiunti Kusabi, amico di vecchia data e già compagno nei Damned Pilots e quando Ote ha provato le prime linee vocali sui pezzi è stato evidente che era la persona perfetta per interpretare le atmosfere oscure e le complesse ritmiche che caratterizzano le composizioni. Trovare un batterista adatto non è stato semplice, Frankie si è rivelato il tassello mancante. Non era ancora con noi in fase di registrazione e ringraziamo Francesco “Bardy” Bardaro (Tytus) che ha suonato nel disco».
Il genere?
«Alternative metal, più lento e più dinamico dell’heavy metal classico, con ritmiche e armonie ricercate e composizioni più concettuali. I gruppi di riferimento sono Deftones, Tool, Korn, Nine Inch Nails, Slipknot, Isis e tutta la scena del metal alternativo da fine ‘90 a inizio 2000».
Dove trovare “Seed”?
«Su tutte le piattaforme di streaming dalla mezzanotte di sabato, e in copia fisica contattandoci. Si tratta di 5 tracce, da pezzi più violenti a quelli più onirici e tendenti al progressive. Il disco è stato registrato in diversi studi tra Trieste e dintorni: Sound of Perseverance, Sound Development, Track Terminal e Kornelia. L’autoproduzione ci ha permesso di curare ogni passo della realizzazione: abbiamo così potuto concentrarci su ogni dettaglio, dal tocco del singolo musicista alla scelta di microfoni, ambienti e strumenti, alla post produzione. Un’esperienza unica e faticosa ma che ha dato i suoi frutti. Le grafiche sono state curate da Gianluca Angelini, Jakob Jugovic e Gabriele Bonato».
La scena musicale triestina?
«È in una fase difficile per i live, a causa della scomparsa di punti di riferimento per il nostro genere. Ma non per questo la musica si è fermata, anzi: i musicisti sono tanti, e i pochi posti che rimangono sono attivi e agguerriti. Crediamo che ci sia bisogno di impegnarsi per la diffusione della musica, soprattutto underground, per far conoscere alla gente quanto questa città ha da offrire dal punto di vista artistico, in particolare per i più giovani».
Elisa Russo, Il Piccolo 7 Dicembre 2019