Intervista Artura live a DobiaLab il 17.11.18

Artura «Gli Artura nascono nel mio “La cuccia studio” di Udine, rubando direttamente il nome alla mia gatta, vera padrona di casa. Volevamo scrivere un disco di elettronica suonata, evitando per la prima volta la voce e di conseguenza la struttura canzone (che mi accompagna da anni), creare dei groove rigorosi e ballabili grazie a un basso funky e contaminare il tutto con il noise sperimentale. Entrano poi in gioco lo space echo della Roland, nel quale ho processato tutte le tracce di questa prima creatura. La vera novità sta nelle riprese e i video con il drone di Mara Masarotti, e la mia curiosità personale di montarli a tempo sulla musica». Così Matteo Dainese, batterista, produttore, polistrumentista da più di 20 anni sulla scena non solo italiana (ha pubblicato dischi come Dejligt, Il Cane e ha suonato la batteria con band quali Jitterbugs, Warfare, Meathead, Here, Ulan Bator, Il moro e il quasi biondo, Honeychild Coleman, Il Mercato Nero, Dodge Meteor, Zeman) descrive il suo nuovo progetto al fianco di altri due noti artisti friulani: Cristiano Deison, attivissimo nella scena noise, elettronica, industrial con collaborazioni internazionali da Thurston Moore dei Sonic Youth a KK Null, Maurizio Bianchi, Scanner e il bassista Tommaso Casasola, già con Film da Fuga, So Long Saigon e Amari. Il disco di debutto “Drone” (Matteite Rec) verrà presentato dal vivo al DobiaLab di Dòbbia (Staranzano) sabato alle 21, in apertura anche Astral Brew (jazz rock dal Veneto) e i toscani Punk Xerox. «Ci siamo imposti una semplice regola – riprende Dainese –: i live non devono essere mai uguali; dunque processiamo in diretta alcune basi e batterie nello space echo e soprattutto Deison improvvisa interamente il concerto non facendo necessariamente quello che ha fatto nel disco».

«Sono stato coinvolto sin dalla fase embrionale – dice Casasola – caratteristica principale era il totale stravolgimento del modo in cui Matteo solitamente lavora ai brani, questa volta partendo da premesse completamente nuove (beat elettronici assemblati da vari campioni, strani conteggi aleatori che fanno da guida al pezzo e ne comandano lo sviluppo, nessuna limitazione nella scelta degli strumenti e delle timbriche utilizzate) mediate e messe in riga dall’intuitività e spontaneità che contraddistingue tutte le sue produzioni».

Mara Masarotti, responsabile dei videoclip usciti racconta: «Sono stati girati tra Islanda, Ungheria e Italia ricercando punti di vista inusuali grazie all’ausilio di un drone. L’obiettivo è quello di spingere lo spettatore a seguire un percorso istintivo emotivo che si intreccia con la musica attraverso il montaggio ritmico di Dainese». «Eliminando la voce (a parte qualche coro), non ci siamo preoccupati troppo della direzione e le influenze sono apparse a disco terminato, personalmente mi hanno ispirato certi piani elettrici di Cluster, come le batterie agitate dei Battles. Il secondo capitolo è già stato scritto e in parte registrato – conclude Dainese – stiamo solo aspettando di capire se siamo pronti emotivamente e psicologicamente, perché scrivere, registrare, trovarsi a proprio agio ascoltando i propri lavori, richiede un grande investimento di energie».

 

Elisa Russo, Il Piccolo 16 Novembre 2018

Artura

Articoli consigliati