INTERVISTA DARIO CIFFO, LOMBROSO

Sabato alle 22.30 i milanesi Lombroso sono in concerto al Tetris di Via Della Rotonda. Il duo è composto da Dario Ciffo (per dieci anni violinista degli Afterhours, ma ora nei panni di cantante e chitarrista) ed Agostino Nascimbeni (batteria e voce). La serata è organizzata da Murmur Eventi e prevede anche il dj set di Domani Bravi Tutti che vedrà la partecipazione di Double G e Axel Moody. «Una vita non mi basta» (Niegazowana/Venus) del 2010 è il terzo album dei Lombroso, registrato alle Officine Meccaniche di Milano, prodotto da Taketo Gohara (Vinicio Capossela) con la partecipazione di molti ospiti tra cui: Enrico Gabrielli (Mariposa, Calibro 35), Mauro Ottolini (Enrico Rava, Capossela), Enrico Molteni (Tre Allegri Ragazzi Morti), Matteo Castiglioni (Bugo), Marco Ferrari (Gentlemen), Pacho (Morgan, Karma, Juan Mordecai), Federico Dragogna (Ministri) e Gianni Resta.

Nel dna dei Lombroso ci sono groove funky, rock’n’roll ad alto tasso di Keith Moon & the Who, beat italiano, furia invasata e sexy alla Prince, melodie pop, tessiture ritmiche e vocali che richiamano Beatles, Lucio Battisti, Otis Redding.

«Ho già suonato a Trieste in Piazza Unità in occasione della Barcolana, sia con gli Afterhours che, nel 2009, con i Lombroso. E poi una data dei Lombroso al Teatro Miela, assieme agli Zen Circus. Un po’ ho visitato la città. Ricordo una domenica pomeriggio passata a Trieste, in particolare», ricorda Dario Ciffo.

Al Miela salì sul palco anche Enrico Molteni, dei Tre Allegri Ragazzi Morti, ma non per esibirsi…

«Fu un soccorso, mi si staccava la tracolla della chitarra, ad un certo punto suonavo come fosse un’acustica, con la gamba sollevata e lui mi venne in aiuto! Molteni si è quasi trasferito da Pordenone a Milano e lo vedo spesso, inoltre ha collaborato con una parte di basso nel nostro ultimo disco».

State già lavorando a pezzi nuovi?

«Stiamo pensando di tornare ad un suono un po’ più scarno rispetto agli ultimi due album che sono stati più arrangiati, con l’utilizzo di strumenti in più. Vorremmo tornare all’essenzialità del primo album che poi riusciamo a ricreare al meglio anche dal vivo, in due».

Come è nato il contatto con Niegazowana?

«Li abbiamo conosciuti attraverso Taketo, che ha prodotto anche il loro artista di punta, Edda. Sono stati quelli che hanno avuto più voglia di produrre un nostro disco».

L’ultimo album è promosso anche da due videoclip piuttosto riusciti…

«Il primo è stato “Fissazione” realizzato da Fabio Capalbo. Il secondo “Il tempo non è sempre magnifico” è di Jacopo Rondinelli, gli abbiamo dato carta bianca, noi non compariamo ed è una cosa abbastanza diversa. Ogni video è diverso dall’altro. Ci teniamo a mantenere un prodotto di qualità, evitiamo di affidarci a qualcuno semplicemente perché è nostro amico».

L’idea della formazione a due come è maturata?

«La prima data fu in duo per esigenze di tempo. Io dovevo fare una data con altre persone che poi all’ultimo non si sentivano pronte. Ho chiamato Agostino e abbiamo provato solo il pomeriggio. La sera andò bene e i presenti rimasero piacevolmente colpiti. Dall’entusiasmo di quella sera siamo andati avanti. Facemmo anche la cover di Battisti, “Insieme a te sto bene”, che ci portò fortuna ed è poi rimasta in scaletta».

E la decisione di concludere l’esperienza con gli Afterhours?

«Fu un passaggio molto naturale, ad un certo punto mi sono sentito meno coinvolto per una serie di motivazioni non di certo personali, ho provato per un periodo a seguire entrambe le band, ma poi ho dato priorità al mio progetto».

Elisa Russo, Il Piccolo 12 Gennaio 2012



 

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