INTERVISTA DUBIOZA KOLEKTIV in concerto a PN il 22.08.17

Giovedì alle 21 il Music in Village al Parco IV Novembre di Pordenone propone il concerto dei bosniaci Dubioza Kolektiv, una delle band balcaniche più popolari e amate degli ultimi anni; riscaldamento e aftershow sono a cura di Bomchilom. I Dubioza presentano il nuovo album “Happy Machine”, settimo della loro carriera, vanta la partecipazione straordinaria di Manu Chao, il trombettista macedone Dzambo Agusev, Roy Paci, Benji Webb degli Skindred, il cantante del Punjabi BEE2 e la band ska-rumba catalana La Pegatina. Un mix di generi, influenze e lingue: inglese, spagnolo, punjabi e perfino italiano con una cover di “24 mila baci” di Celentano conosciuta dalla band in quanto uno dei temi musicali del primo film di Emir Kusturica “Ti ricordi di Dolly Bell?”.

«Trieste era il luogo più vicino in cui le persone, dalla Jugoslavia socialista, potevano andare a gustare i “frutti proibiti” del capitalismo e l’economia di mercato. Migliaia di persone andavano a Trieste a comprare beni e prodotti “occidentali”: jeans, scarpe, cosmetici di marche che non erano disponibili da noi. Se vedevi qualcuno indossare un paio di Levi’s, eri certo al 100% che li avesse presi a Trieste», racconta la band.

E l’Italia in generale? 

«Per noi è un posto speciale. Dopo la guerra in Bosnia era l’unico paese europeo in cui potevamo entrare senza visto. Nel 1997, Brano (il dj) e Vedran (bassista) suonarono all’Arezzo Wave con le loro formazioni precedenti, abbiamo suonato ad Arezzo anche l’anno scorso e siamo davvero dispiaciuti che il festival quest’anno non esiste più. E dell’Italia ricordiamo con piacere la focaccia, il pesto alla genovese, il prosciutto, la panna cotta, il tiramisù ed altre prelibatezze».

Di recente, in Italia, avete anche condiviso il palco con i Gogol Bordello.

«È successo diverse volte. Siamo simili per certi aspetti e diversi per altri, senza dubbio siamo un’accoppiata vincente per una grande festa».

Che concerto portate?

«Cerchiamo di proporre sempre qualcosa di diverso ogni stagione. Quest’estate abbiamo uno show che adattiamo ad ogni luogo. Ci sono canzoni che facciamo sempre, altre decideremo sul palco di Pordenone, a seconda del pubblico».

Il vostro concerto è una festa ma al tempo stesso portate avanti un messaggio.

«Per noi è importante combinare le due componenti. Non ci piacciono i concerti in cui  i musicisti si comportano come predicatori e utilizzano ogni stacco per erudire il pubblico sulla vita, la salute, la politica, ciò che è bene e ciò che è male. Al tempo stesso non ci piace chi sul palco si limita a dire “buonasera” e basta. Cerchiamo di dosare tanta musica, qualche battuta e qualche chiacchiera».

Il vostro rapporto con internet e i social? 

«È una storia d’amore complicata. Adoriamo la parte che permette di comunicare con tante persone allo stesso tempo, e condividere la nostra musica. Non ci piace andare a caccia di numeri, tenere il conto di visualizzazioni e like… Usiamo i social per stare in contatto con la gente e rispondere a quelli che ci scrivono».

La parte più bella del vostro lavoro? 

«Ci godiamo ogni giorno di tour, di composizione, di registrazione e qualsiasi cosa legata alla musica. Il giorno in cui smetteremo di divertirci facendo ciò che facciamo, capiremo che sarà il momento di smettere».

I prossimi mesi?

«Finiremo il tour in autunno e poi cominceremo a lavorare su nuovo materiale. Il prossimo album sarà nella nostra lingua, quindi rivolto soprattutto ai Balcani. Ma abbiamo anche qualche nuova canzone per il resto del mondo e ne daremo un assaggio a Pordenone. La nostra vita negli ultimi sei mesi è stata: bus, palco, aereo, qualche pasto in mezzo. Non abbiamo avuto tempo per nient’altro».

 Elisa Russo, Il Piccolo 22 Agosto 2017

dubioza 22

Articoli consigliati