INTERVISTA ETOILE FILANTE AL MIELA IL 12.05.28

ETOILE FILANTE copia«Gli Etoile Filante sono un fiume carsico, intrinsecamente underground ma che gode di bagliori estemporanei di cielo, melodie ultra pop alternate a bordate di rumore»: così si presenta la band triestina che il prossimo anno festeggerà i vent’anni di esistenza. Intanto c’è un altro compleanno da festeggiare, quello di Erik Satie a cui Bonawentura dedica la rassegna “Satierose” e per cui gli Etoile hanno preparato un concerto speciale, “L’amour satinè”, in scena sabato alle 21 con ingresso libero: «Suonare al Miela – dicono – è sempre una grande emozione, c’è poco da fare, questo teatro ha del magico dentro, esibirsi in occasione delle celebrazioni di un Maestro che ha saputo lasciare un’impronta davvero personale nella storia, cosa che sotto sotto forse vorremmo fare tutti, ci fa onore. Mercì, Mr. Satie!». Sul palco i tre Etoile fondatori del progetto: Laura Bussani che è anche una delle anime del Pupkin Kabarett e Francesco “Csko” Augusto (entrambi voce e tastiere), Enrico “Ico” Corubolo (basso e campionatori) con l’aggiunta di Giorgio Zuliani (chitarra anche dei Ripidi), Gabriel Franco (batteria), in una formazione a cinque che risale al 2000. Sul live di sabato Bussani anticipa: «Canzoni degli Etoile Filante sì, ma rivisitate, dilatate, trasfigurate. E incursioni di personaggi ben noti al pubblico del Pupkin Kabarett, video proiezioni di amici artisti che stimiamo e a cui vogliamo davvero bene. Per questo concerto ci anima una forza molto intima e personale che non riveleremo ma che speriamo di trasmettere». Dal 1999 suonano un elettro pop che definiscono “pop tossico” ovvero melodie disturbate da interventi noise e immerse in atmosfere psichedeliche, hanno realizzato cinque mini cd e partecipato a quattro compilation (di cui due giapponesi) muovendosi sempre all’interno del circuito indipendente. Nel corso degli anni, l’ambito d’azione si è allargato anche a collaborazioni con compagnie di danza contemporanea per i cui spettacoli il gruppo ha preparato le musiche, spaziando in territori che si sono distanziati dal loro stile usuale per addentrarsi in atmosfere minimal di grande suggestione. Dovendo riassumere la storia della band per tappe fondamentali l’attrice e musicista sintetizza: «A brevi flashback: il Beach Bum Festival prima di Joe Strummer, i concerti di supporto ad artisti come Diaframma, Bugo ed Elliott Sharp, alcuni “cd-r” a tirature carbonare, partecipazioni a compilation giapponesi, alcune colonne sonore, un concerto a Villa Manin, il sogno infranto di Los Angeles… in altre parole, un flusso diluito, ma costante e inarrestabile». I membri del gruppo sono infatti impegnati in altri progetti e alla musica dedicano «Purtroppo non il tempo che vorremmo; questo concerto è stato il pretesto per “forzarci” a fare più prove, tanta soddisfazione, mille idee nuove, sicuramente tanta fatica; d’altra parte il fuoco arde, sempre. Sarebbe davvero un peccato disperdere l’alchimia ricreatasi, sono scaturite mille idee, l’obiettivo finale rimane la realizzazione del primo vero album, di cui al momento conosciamo solo il titolo, “Pop Toxique”». Gli Etoile concludono con una riflessione sullo stato di salute della scena locale: «Trieste è ricca di artisti in senso lato cui ci sentiamo vicino e perché no, anche parte in qualche modo. Dispiace tantissimo che realtà importanti e vitali quali Tetris e Etnoblog non esistano più, speriamo che quanto hanno seminato non vada perduto. Trieste è una città che amiamo, meriterebbe davvero il meglio».

 

Elisa Russo, Il Piccolo 12 Maggio 2018

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