Intervista Ex-Otago a Grado il 15.06.19

«È una regione splendida. Le città sono architettonicamente bellissime, c’è il mare e in più, cosa da non sottovalutare, si beve molto bene. E noi di vino e aperitivi tipici ce ne intendiamo»: quello degli Ex-Otago con il Friuli Venezia Giulia è un rapporto di lunga data (avevano inciso per l’etichetta friulana Riotmaker, girato un video sullo Zoncolan a cura de i Ragazzi della Prateria, collaborato con Fare Soldi…). Tornano in concerto sabato alle 21.30 per OndeSea Grado Music Festival alla Diga Nazario Sauro con il loro “La notte chiama tour”, il loro pubblico si è ampliato enormemente dai loro esordi, in cui poteva capitare anche di vederli in piccoli club come il triestino Tetris.

«Diciassette anni di carriera sono tanti – raccontano gli Otago – a volte ti viene la paranoia di aver fatto già tutto, poi arrivano svolte come l’ultimo album “Corochinato” ed esperienze come Sanremo e ti accorgi che in realtà abbiamo ancora tantissime cose da raccontare. È vero che il grande pubblico ha iniziato a conoscerci da relativamente poco, con il nostro penultimo album “Marassi” e grazie a Sanremo, ma in realtà non possiamo dire che ci sia stato un momento in particolare in cui le cose sono cambiate, ci siamo conquistati il calore del pubblico un passo alla volta. Come quest’estate: guadagnarci nuovi fan in una dimensione di festa come quella dei live estivi rimane sempre la parte più bella di questo lavoro, anche dopo 17 anni di concerti e le oltre 100 date del tour di “Marassi”».

Ha ancora senso la distinzione indie/mainstream?

«Non amiamo molto l’etichetta di indie. Facciamo pop dal 2002, e per quei tempi era una cosa un po’ inedita. Sta succedendo tuttavia che per fortuna si stanno abbattendo alcune barriere, di genere, di etichetta: aver sentito in radio 2 o 3 volte al giorno pezzi come “Quando sono con te” e “Cinghiali incazzati”, ci ha dato grande speranza».

Cosa vi ha portato la partecipazione al festival di Sanremo?

«È stata una bellissima esperienza, come un grande amplificatore che ci ha permesso di farci conoscere da un pubblico nuovo. Ci siamo divertiti moltissimo, non ci importa della posizione, non abbiamo mai avuto velleità da classifica. È andata bene così: per noi il festival rappresenta una grande soddisfazione personale».

Dal duetto con Jack Savoretti alle tante collaborazioni (sarete anche tra gli ospiti del Beach Party di Jovanotti)… Chi altri?

«Veniamo da una collaborazione fresca fresca con il rapper genovese Izi, per il nostro nuovo singolo “La notte chiama”, che sarà in radio e su tutte le piattaforme digitali da venerdì. Ci sono tantissimi artisti con cui ci piacerebbe suonare, abbiamo sempre amato le collaborazioni perché danno nuova creatività ed energia: in “Marassi Deluxe” dove abbiamo avuto modo di duettare con grandi protagonisti della musica italiana come, tra gli altri, Caparezza, Levante e Willie Peyote ed è stato fantastico».

L’etichetta bolognese Garrincha Dischi e la torinese INRI: cosa hanno portato al vostro lavoro?

«Ogni nostro progetto discografico è un mondo a sé, con la sua storia e le sue sonorità. Passare da queste due case discografiche ci ha dato ampia possibilità di realizzare le nostre idee, gli saremo sempre riconoscenti».

“Corochinato”: un album di pop raffinato che ha raccolto subito ottimi consensi. Come sta andando a qualche mese dall’uscita?

«È stato un processo molto naturale, lo stavamo scrivendo già quando stavamo finendo il tour estivo di “Marassi”. È un album a cui siamo legatissimi, perché racconta entrambe le nostre anime: quella discotecara e quella riflessiva, un po’ più cupa. Un album decisamente “notturno”, la notte porta sempre con sé un qualcosa di magico, anche riflessione e solitudine. Lo abbiamo portato nel precedente tour nei club e ha riscosso grande successo, non vediamo l’ora di portarlo sui palchi dei festival».

Dalle canzoni al docu-film “Ex-Otago – Siamo come Genova”, al supporto agli sfollati dopo la caduta del Ponte Morandi: un rapporto speciale con la vostra città.

«Il nostro legame con Genova è praticamente indissolubile: è una città che ti lascia il segno nel bene e nel male e che ti porti sempre dietro ovunque tu vada. Una cosa che ci teniamo a precisare è che Genova non è solo la città ferita dalla tragedia del ponte Morandi: è una città che sta facendo molto per rimettersi in gioco. Si percepisce una grande voglia da parte di tutti di guardare avanti, focalizzandosi sul presente e il futuro. Noi siamo molto fieri di essere genovesi, anche perché ci portiamo dentro la musica dei grandi artisti come Fabrizio De André, Sergio Endrigo, Bruno Lauzi, Gino Paoli, Giorgio Calabrese e Luigi Tenco».

Che concerto vedremo a Grado?

«Saranno delle grandi feste in stile “Otago” dove si ballerà tanto, e dove mischieremo i nostri brani più conosciuti e quelli di “Corochinato” e le nostre due anime, che coesistono e ci contraddistinguono. Ci saranno cose bizzarre, coreografie, e ci sarà anche un lato dance che farà scatenare tutti».

L’estate degli Ex-Otago?

«Gireremo l’Italia da nord a sud suonando, e questa è la vacanza più bella che potessimo organizzare. Avremo modo di vedere posti bellissimi e di viverli al 100%, e vi consigliamo di tenere gli occhi aperti, perché più in là potrebbe arrivare qualche novità».

Elisa Russo, Il Piccolo 14 Giugno 2019

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