Intervista Fabri Fibra, a Lignano il 28 luglio 2018

Dopo il grande successo del tour autunnale nei più importanti club della penisola, Fabri Fibra, star assoluta del rap italiano, propone “Le Vacanze Tour”, nuova tournée nella quale presenta dal vivo il suo ultimo album “Fenomeno”, pubblicato nel 2017 e certificato disco di platino. A distanza di oltre 5 anni dal suo ultimo live in Friuli Venezia Giulia, Fabri Fibra sarà protagonista sabato 28 luglio alle 21.30 all’Arena Alpe Adria di Lignano Sabbiadoro, in quello che sarà anche l’unico concerto nel Nordest. Un’occasione per saltare al ritmo di alcune delle più grandi hit di Fabri Fibra e cantare insieme a lui i grandi successi del 2017: “Fenomeno” (certificato doppio platino da Fimi/Gfk Italia), “Stavo Pensando a te” (certificato doppio platino da Fimi/Gfk Italia) e “Pamplona” (feat. Thegiornalisti), quest’ultimo reduce dall’enorme successo estivo e da 4 certificazioni platino. Fabrizio Tarducci, in arte Fabri Fibra, è il top rapper indiscusso della scena musicale italiana, a cui si deve il merito di aver dato una precisa identità a questo genere in Italia, riconosciuto come specchio e voce di una generazione. Per molti visto come “il nostro Eminem”, è un’artista amatissimo, odiatissimo, idolatrato e criticato allo stesso tempo, come tutti i più grandi. L’esordio avviene negli anni novanta con il gruppo Uomini di Mare, ma il vero successo arriva nel 2002, quando debutta come solista con l’album “Turbe Giovanili”. Il disco, seguito subito dopo dal secondo “Mr. Simpatia”, lascia il suo marchio indelebile nella scena musicale di allora, spianando il terreno al contratto con l’etichetta Universal Music Group, con la quale pubblica “Tradimento” (2006). In tutta la sua carriera ha venduto oltre 1 milione di copie, guadagnato numerosi dischi d’oro, di platino e multiplatino, vincendo inoltre diversi riconoscimenti, tra i quali tre Wind Music Awards e un TRB Awards. Nella memoria degli amanti del rap e non solo, resteranno per sempre hit come “Applausi per Fibra”, “Rap Futuristico” “Tranne Te” e “Bugiardo”. Negli anni collabora con diversi artisti, tra i quali sono da ricordare Alborosie, Gianna Nannini, Federico Zampaglione (Tiromancino), Thegiornalisti, Neffa e Gué Pequeno. Nel 2017 pubblica l’album “Fenomeno”, contraddistinto come tutti i suoi dischi da pezzi forti e di critica, ma caratterizzati da una maggior lucidità e maturità, essendo oramai il nono album del rapper. Dal disco prende il nome il “Fenomeno Tour”, tournée che ha portato l’artista nei più importanti club italiani, ottenendo sempre il tutto esaurito.

– Ciao Fibra, qui Elisa Russo del quotidiano Il Piccolo di Trieste. Ho avuto il piacere di salutarti l’anno scorso al Porto Vecchio di Trieste, dove giravi il video di “Pamplona”. In una breve chiacchierata mi ricordavi dei tuoi legami “antichi” con la città (Orly Sad, Al Castellana, Mauro “ciuciu” Giugovaz)… Come sono andati quei giorni di riprese, hai avuto modo di vedere/conoscere qualcosa in più di Trieste, al di là delle location del videoclip?

«Ciao Elisa! Purtroppo non sono rimasto molto a Trieste, però abbastanza per sentire il mare e vedere una parte del porto abbandonata e piena di storia che ha fatto da scenografia al bellissimo video di Pamplona che conta 50 milioni di visualizzazioni, quindi posso senz’altro dire che Trieste mi ha portato molta fortuna. Ringrazio Cosimo Alemà, il regista, per aver scelto questa città per gli scenari del video. Ne è valsa senz’altro la pena».

Torni sabato dalle nostre parti, a Lignano, con “Le Vacanze Tour”: che spettacolo vedremo?

«Le Vacanze Tour riprende buona parte del repertorio di Fenomeno, ma, già dal titolo, si propone di essere la colonna sonora delle vacanze di chi sarà a Lignano per riprendersi dall’anno passato a lavorare. Avremo quindi molte hit, presenti e passate e le festeggeremo assieme a DJ Double S e al pubblico».

“Haters”: parola oggi di uso comune. Eppure come categoria esisteva anche in epoca pre social. Sono anni che li fronteggi: come si fa a gestirli senza farsene avvelenare?

«Infatti sono sempre esistiti, ma forse adesso sono anche più riconoscibili e dunque affrontabili. Poi hai notato che oggi chiunque li ha? I social hanno creato questa cosa dell’hater “professionista”. Basta saperlo. Trovo non sia facile per i ragazzi più giovani, per quelli che si espongono sui social senza capire che ti esponi a chiunque e quindi chiunque può provare a metterti in difficoltà. Per questo capisco chi non è interessato a mettere online la propria esistenza, perché è una cosa che non mi interessa. Dall’altra parte, sono utili perché hai un canale diretto con chi ti segue e puoi informarli, senza filtri o barriere, di ciò che fai. Occorre sempre cercare un equilibrio».

Anche “amare” troppo può diventare problematico. Che consiglio daresti a un tuo fan “sfegatato” che volesse dimostrarti il suo supporto in maniera costruttiva e non invadente?

«Sono stato fan accanito anche io e capisco bene il trasporto che si può avere per la musica e le parole di un artista che ci rappresenta. Hai già usato tu le parole giuste… Mi sembrerebbe già un ottimo programma».

Qualche anno fa, in un’intervista molto genuina con Pif, mostravi un po’ la tua quotidianità. Oggi è cambiata la tua vita, i tuoi ritmi, le tue abitudini?

«Non sono cambiato molto. La musica è ancora la mia priorità e quindi continuo su questa strada. Quando sei così impegnato dal lato artistico, tutto ruota attorno a questo stile di vita. D’altronde è quello che volevo e sono stato fortunato ad ottenerlo».

Ti dico tre frasi fastidiose frequenti di questi tempi. Dimmi che effetto ti fanno e come si possono “ribaltare”: 

«Prima gli italiani». 

«Aiutiamoli a casa loro». 

«Io ho molti amici gay».

«Ho puntato tutta la mia carriera sulle cose non scontate, sui pensieri scomodi, sulle cose da non dire… Per questo mi hanno da sempre dato l’appellativo di rapper “controverso” e provocatore. Queste frasi vuote che hai detto, si ripetono di tweet in tweet, accolte sui social come se rappresentassero la libertà di poter dire finalmente qualcosa pubblicamente, ma è solo l’estensione di ciò che propagano i media, una risposta da bar a problemi strutturali molto complessi, ampliata a dismisura dai social. È il segno dei tempi e prima di arrivare ad avere una reale consapevolezza sociale ci vorrà molto più tempo».

Dietrologia” era un libro bellissimo e necessario. È stato faticoso scriverlo? C’è la possibilità che ti cimenti nuovamente nella scrittura di un libro?

«Non è stato faticoso, anche perché ho potuto scriverlo come un flusso di coscienza. Come hai visto, anche la forma, oltre ai contenuti, è molto libera e spontanea. Lo definiscono un long seller, un libro che continua a vendere nonostante non sia attivamente promosso. Visto il successo, potrei scriverne un altro, sì, ma non so quando potrebbe accadere. Di sicuro dovrò avere un tot di cose da dire nella forma-libro».

Sembra un momento molto florido per il rap in Italia, dai tanti nuovi nomi dell’ondata trap a quelli in pista da tempo e ormai consolidati. Tu sei forse l’unico vero fuori categoria: sei ormai considerato un nome di punta non semplicemente del genere, ma della musica italiana in generale. Che percezione ne hai dall’interno? 

«Ho lavorato vent’anni a questa cosa e l’ho sempre fatto in questo modo senza avere una strategia precisa, però il risultato mi gratifica perché in effetti volevo arrivare proprio qui. E tenere la rotta in mezzo a tutto questo marasma non è mai facile, ma quando si ha la determinazione per farlo, può succedere».

Oltre al tour estivo di cui sappiamo, ci sono altre novità in arrivo nei prossimi mesi? 

«Inizio a pensare al disco nuovo. Adesso sono nella fase tour e quindi penso solo ai palchi; ci sono state delle belle date estive quest’anno, una ad Olbia con Salmo e Nitro, a Legnano con Gemitaiz e a Collegno con Mezzosangue. Anche il live sta dimostrando quanto il rap sia la scelta di questi tempi…».

Elisa Russo, Il Piccolo 23 Luglio 2018

FAbri Fibra1

Articoli consigliati