Venerdì alle 21.30 il Teatro Miela ospita Federico Fiumani e i suoi Diaframma, storico gruppo fiorentino della scena punk/ new wave italiana dei primi anni ’80, nati nello stesso contesto musicale e territoriale dei Litfiba. Ancora in attività dopo numerosi cambi di formazione, i Diaframma sono stati dei veri pionieri, i primi a sdoganare da noi un certo tipo di sound che guardava a gruppi come Television, Stranglers, Joy Division e Killing Joke. Dicono gli organizzatori: «Dopo la grande data al Miela con i Tuxedomoon lo scorso novembre, un’altra serata multimediale con la musica ed i video di quel periodo, forse il più creativo che abbiamo avuto il piacere di vivere».
Protagonisti di uno dei capitoli più avvincenti della storia del rock autoctono, i Diaframma, capitanati dal compositore-chitarrista-poeta Federico Fiumani, nel 1984 incidono per l’etichetta indipendente IRA «Siberia», album (primo di una lunga serie) scarno, diretto ed essenziale, con atmosfere cupe e malinconiche: con 50 mila copie, riscuote un grandissimo successo nelle vendite per la neonata etichetta. L’anno scorso è uscito «Siberia reloaded 2016»: dopo più di trent’anni Fiumani ha reinciso l’album d’esordio, con l’aggiunta di sei pezzi nuovi e con la collaborazione di Gianni Maroccolo (Litfiba, CSI, PGR). Attualmente la band sta portando in giro il «Siberia reloaded tour». Al Miela, spiega Fiumani: «Suoneremo tutto “Siberia” nella prima parte, poi ci scateneremo in una sorta di best of di 30 anni di carriera. I pezzi nuovi presenti in “Siberia Reloaded” sono molto belli, secondo me».
Dopo un passaggio all’Hip Hop molti anni fa, i Diaframma avevano poi suonato al Tetris nel 2010, racconta Fiumani: «Ricordo che il posto teneva 99 persone, che il cassiere voleva che pagassimo le tessere di adesione, che il bassista perse le chiavi della macchina, che uno richiedeva un pezzo insistentemente (“Le Alpi”), e ricordo la camminata dell’organizzatrice, lievemente a papera perché faceva danza classica».
Fiumani, noto per la sua schiettezza (dice, però, che «Solo un idiota può pensare che la verità vada sempre detta»), ha scritto anche alcuni libri, tra cui l’autobiografico “Brindando coi Demoni” (Coniglio Ed. 2007): «Ebbe un bel riscontro. Ad aprile esce in una veste ampliata: l’editore me l’ha chiesto e sono contento che venga ristampato». Nelle pagine del libro Fiumani scriveva: «“Siberia” e mia madre sono indissolubilmente legati. Sono state le due cose più importanti della mia vita» e ancora, sul celebre album che riproporrà al Miela: «Quando uscì “Siberia” capimmo subito che le cose funzionavano: i concerti erano affollati, i giornalisti e le radio ci chiamavano per intervistarci (…) e ogni giorno l’IRA ci chiamava per dirci qualcosa di interessante tipo che le vendite andavano bene e che bisognava ristamparlo, che all’estero c’era interesse soprattutto in Svizzera e in Francia. Questo per dire che quando le cose vanno, vanno da sé, non c’è bisogno di sbattersi più di tanto. È come essere dentro un vortice e tu ti lasci andare. Bella sensazione!». Il cantautore fiorentino (nato però ad Osimo) afferma di non aver riascoltato molto il recente “Siberia Reloaded”, anche se solitamente: «Mi piacciono i miei dischi: li ascolto fino allo sfinimento. Credo, da un certo punto in poi, di averne fatti molti per tenermi compagnia. I miei dischi hanno un feedback modesto, quasi irrisorio (recensioni, successo, discussioni con gli amici). Per compensare questo ne ho pubblicati molti. Come una droga il cui effetto finisce subito». Guardandosi indietro così si descrive: «Io ero uno che si interrogava sui significati delle cose. Su quello che mi accadeva e su quello che vedevo attorno a me. Ho sempre sentito di essere diverso dalla maggior parte delle persone. Se da una parte questo mi inorgogliva, dall’altra mi gettava in una profonda costernazione».
Nei prossimi mesi per i Diaframma: «Tanti concerti. Poi qualcosa di nuovo bolle in pentola… spero di essere visitato dal demone dell’ispirazione quanto prima! La mia carriera solista? Non esiste, io sono mister Diaframma». Alla domanda sulla possibilità che compaia qualche nuovo fenomeno musicale dalla portata rivoluzionaria risponde: «Io credo che di cose folgoranti ne siano successe parecchie anche dopo il punk e la new wave, solo che non mi interessano. Io appartengo al passato. Il presente è dei giovani, sta a loro raccontarlo. A me va bene continuare e bruciare per le mie passioni, emozionarmi ancora, in attesa che questo fuoco diventi cenere».
Elisa Russo, Il Piccolo 30 Marzo 2017