Ben cinque giorni di festival per la quinta edizione di Trieste Calling the Boss 2016 che si terrà in varie location, con ospiti di punta Davide Van De Sfroos venerdì ed Eugenio Finardi sabato (entrambi al Miela). Si parte giovedì alle 20.45 dal Café Rossetti di Largo Giorgio Gaber 2. In apertura un set di voci femminili: Eliana Cargnelutti, Dorina Leka, Jolly Del Folk & Federica Corridore, Gabry & Monte, Federica Crasnich e Fiore Lazzerini in un tributo al Boss. Spazio poi agli headliner della serata, per la prima volta a Trieste, la band indie/folk da Santarcangelo di Romagna: i Jarred, The Caveman. Nascono nel 2013 con Alejandro Baigorri (chitarra e voce), Matteo Garattoni (contrabbasso) e Luca Guidi (batteria); l’anno stesso esce l’ep «Back Into the Sinkin’ Ship». Nel 2015 la band pubblica «I’m Good If Yer Good», prodotto da Antonio Gramentieri dei Sacri Cuori. Il disco presenta sonorità che affondano le proprie radici nel folk americano ma sfociano in atmosfere tipiche dell’ambiente indie contemporaneo. Del loro album dicono: «è un disco che ci siamo sudati parecchio, dato che ce lo siamo registrato e arrangiato quasi interamente da soli. Nella fase del missaggio ci siamo affidati a Gramentieri che ha fatto un gran lavoro, assieme a Franco Beat, di post produzione, aggiungendo anche arrangiamenti. Gramentieri, con la sua esperienza nel mix, ha fatto delle scelte che noi non avremmo mai avuto il coraggio di fare, che alla fine si sono rivelate giuste». I loro riferimenti sono molto internazionali, citano: Langhorne Slim, Wilco, Bon Iver, Volcano Choir e, sulla scena nazionale, aggiungono: «Di musica italiana ne ascoltiamo parecchia, crediamo che ci siano in circolazione delle ottime band come gli Opez, i Rigolò, Talking Bugs, Sacri Cuori. Di etichette che funzionano conosciamo La Tempesta, Garrincha Dischi e 42 Records e le band che ne fanno parte. In quanto a locali/eventi, nella nostra zona funzionano il Bronson, Hana-Bi, Strade Blu, Beaches Brew e Acieloaperto». Del Boss dicono: «In passato lo ascoltavamo parecchio, tanto che è stato uno degli artisti che ci ha formato. Negli ultimi anni abbiamo spostato l’orecchio verso artisti che oggettivamente sono stati influenzati da Springsteen, come Ryan Adams, Jakob Dylan, Jesse Malin».
Elisa Russo, Il Piccolo 21 Aprile 2016