intervista Pacifico a Palmanova il 27.07.19

“Musica e Parole” è il format del Palmanova Outlet Village che permette di conoscere la musica italiana attraverso gli autori che ne hanno fatto la storia: gli artisti si presentano al pubblico alternando aneddoti all’interpretazione delle loro canzoni. Questa sera alle 21, ospite del terzo e ultimo appuntamento, è uno dei cantautori e autori tra i più stimati del panorama italiano: Pacifico, che ripercorrerà i suoi più grandi successi e alcuni brani del suo ultimo album “Bastasse il cielo”. «Posso prendermi il merito “solo” per la scrittura e per l’impostazione dei brani – dice Pacifico del suo nuovo disco –. Da otto anni mi sono stabilito in Francia, lì non faccio fatica a scrivere ma a concludere tutto il processo che serve per chiudere un disco sì».

Come ha fatto a concludere il lavoro?

«Devo ringraziare Alberto Fabris (tra le altre cose è il braccio destro di Einaudi) che ha preso in mano la situazione. Ha capito che io potevo occuparmi di scrivere con chitarra, piano e voce. Poi ha fatto sentire i brani al suo “libro segreto dei musicisti” sparsi in giro per il mondo che hanno un rapporto diretto con lui (senza passare per il management che sarebbe stato ingestibile oltre che costoso) e tutti nei loro studi, in India, a Londra, a New York, hanno suonato sui brani ed è stato un regalo. Mi arrivavano questi file e il disco diventava orchestrale, è stato bellissimo ricevere tutta questa cura e talento».
All’ultimo Sanremo ha vinto il premio Sergio Endrigo per il duetto con Ornella Vanoni e Tony Bungaro con il brano “Imparare ad amarsi”, di cui è anche autore del testo.

«Ero già stato a Sanremo nel 2004, sul palco dell’Ariston avevo compiuto 40 anni, ero sopraffatto dall’orchestra e dalla situazione. Quest’anno ci sono tornato con Ornella Vanoni e avere davanti lei, con tutta la sua esperienza è stato molto più divertente. Quel premio ha fatto molto piacere anche a lei, proprio per il legame che aveva con Endrigo. Di lui ho un ricordo molto bello perché la sera in cui vinsi il Premio Tenco come opera prima nel 2001 era presente in platea, feci una versione del suo brano “La periferia”, mi sentivo ancora un principiante ma lui apprezzò tantissimo, mi disse delle belle cose e mi sorprese davvero, nella mia fragilità sentiva una purezza».

Malika Ayane, Samuele Bersani, Manuel Agnelli, Cristina Donà, la lista dei suoi duetti è lunghissima. Tra i più atipici c’è quello con Frankie Hi Nrg. Che rapporto ha con il rap?

«Avendo lavorato tanto con il pop, il cantautorato, tutto il lavoro del rap sulla ritmica e sulle parole mi affascina, arrivano tante cose interessanti da lì. Frankie è un rapper ma è stato anche il primo traghettatore della musica d’autore al rap, mettendo dentro ai suoi pezzi tanto sentimento, pensiero, profondità, con lui è stato un incontro bellissimo».

Come autore ha scritto per Andrea Bocelli, Gianni Morandi, Adriano Celentano, Malika Ayane, Eros Ramazzotti, Zucchero, Giorgia. Qual è il suo metodo di lavoro?

«Mi piace interagire con l’artista, magari scrivere dopo una chiacchierata perché la canzone è un po’ un ritratto di quel momento».

Scrivendo tanto, è difficile scegliere le canzoni da pubblicare?

«Una sera parlavo con De Gregori e mi diceva che lui “La Donna Cannone” l’aveva tenuta nel cassetto per tanto tempo, e allora avrei voluto avere accesso ai suoi cassetti per vedere cos’altro aveva tenuto lì. Ma in genere quando scrivi la canzone te lo dice, quando è una grande canzone lo capisci, senti che quello che sei e quello che stai scrivendo aderiscono perfettamente. La gran parte delle canzoni richiedono tantissimo ripensamento, vai a ritoccare fino alla maniacalità, te la devono togliere di sotto, se no non finisci più».

Prossime uscite?

«Ho scritto un testo sulla mia famiglia che parla di immigrazione dal Sud al Nord negli anni ’50, sto scrivendo altri monologhi e poi canzoni con Gianna Nannini per il suo prossimo disco».

 

Elisa Russo, Il Piccolo 27 Luglio 2019

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