Mercoledì alle 22, Paolo Benvegnù porta a Trieste il suo «Hermann». Il cantautore lombardo (toscano d’adozione) è in concerto in Piazzale Straulino e Rode (l’area dell’ex Piscina Bianchi, sulle Rive); in caso di maltempo la performance si sposta al teatro Miela. Lo spettacolo chiude la quinta edizione dell’Opening Band Live Music, organizzato dai poli di aggregazione giovanile del Comune e dal Gruppo Tetris. Dalle 20 si esibiranno i cinque finalisti della sezione regionale del concorso: Free Strangers’Society, Mash, The Shoeless, Israel e Coloured Sweat, i vincitori saranno scelti da una giuria di addetti ai lavori presieduta dalla cantante Dorina. Suonano anche i vincitori della sezione extraregionale, i romani The Dark Side Of Venus. Benvegnù è impegnato in un tour che lo sta portando in giro per l’Italia, ricordando il periodo in cui ha registrato nello studio Jork di Villa Decani (Capodistria) scherza: «Siamo tristi, perché è da molto tempo che non veniamo sul confine con la Slovenia».
Cosa è successo dopo l’uscita del nuovo disco?
«Abbiamo faticato a ritrovare dal vivo ciò che ci era venuto in maniera abbastanza naturale sul disco. Abbiamo dovuto imparare a suonare un po’ meglio, a cantare un po’ meglio nel mio caso. Però è andato tutto molto bene, a fronte delle difficoltà iniziali delle prove, poi ci siamo trovati bene. Il pubblico, non così sparuto, che è venuto a vedere i concerti era felice. Ora stiamo andando avanti con questa tournée in Italia e speriamo di fare presto qualche passaggio verso l’Est e magari anche in Slovenia. Ma per ora stiamo ancora temperando il concerto».
C’è stato un cambiamento di formazione.
«È uscito Igor Cardeti che è ora fonico del Pan del Diavolo. Rispetto all’assetto live dell’anno scorso abbiamo, per grazia e per fortuna, gli innesti giovanili di Simon Chiappelli e Filippo Brilli che suonano sax e trombone. Per il resto siamo sempre gli stessi: il polistrumentista Guglielmo Ridolfo Gagliano, Luca Baldini al basso e contrabbasso, Michele Pazzaglia il nostro fonico e Andrea Franchi alla batteria. Poi c’è Francesco Prosperi che cura tutta la parte visiva. Mi accompagna un coacervo di genialità toscana».
Può arrivare il giorno in cui anche lei, come Vasco Rossi, annuncerà di volersi ritirare dalla carriera di rockstar?
«Vasco Rossi l’ha fatto per motivi promozionali, per vendere dischi. Noi, non avendo mai venduto i dischi ci siamo già ritirati!». Benvegnù si fa serio e spiega: «Siamo persone sobrie e piene di stupore, come i bambini. La musica è spesso vista come qualcosa che ha a che fare con l’intrattenimento e il business e noi non siamo né intrattenitori né abbiamo del denaro: ci siamo auto-tassati per fare questo disco».
A Sanremo ci andrebbe?
«Al casinò ci andrei molto volentieri. Per girare un film. Oppure ci andrei come turista. Dal punto di vista prettamente musicale ci sono stato a fare Sanremo Rock, tanti anni fa con gli Scisma e non vorrei usare dei francesismi per definire l’atmosfera di quel posto».
Nel frattempo avete fatto un passaggio televisivo da Serena Dandini, che però ha pronunciato in maniera strana il nome, diceva “bienveniù” un po’ alla francese…
«Diciamo che lo pronunciava come un’automobile tedesca: BMW perché probabilmente non conosce nient’altro che automobili del genere. Sta di fatto che noi siamo stati comunque felici…».
Dopo un passaggio in tv, percepisce un aumento di popolarità, cambia qualcosa?
«Assolutamente no, non succede nulla».

Elisa Russo, Il Piccolo 19 Luglio 2011

 

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