«Ho dei bei ricordi di Trieste, una città che combina tante influenze diverse, è piccola e mi sembra quasi che tutti si conoscano, come in un villaggio»: ritorna in città Shantel, produttore, musicista, cantante e dj tedesco, re del mix tra musica balcanica e elettronica, per l’ultimo appuntamento della stagione di Miela Music Live, venerdì alle 21.30, in concerto con la sua Bucovina Club Orkestar. Al Miela Shantel (nome d’arte di Stefan Hantel) si esibì con la Orkestar nel 2007 e come dj l’anno scorso, nel 2008 all’Ausonia e nel 2014 al Festival Guča sul Carso.
Shantel, ormai conosce bene Trieste.
«Trovo ci sia grande interesse per la cultura, l’anno scorso ero al Miela per il Festival Alpe Adria Cinema e ho visto riunite persone di differenti generazioni e background, musicisti, cineasti, grafici, fotografi, giornalisti… insomma mi è sembrato un microcosmo. Un mix di elementi austriaci, della ex Jugoslavia, il sapore italiano mediterraneo e quello della montagna e poi c’è il mare, quindi ci sono tante facce diverse… Magari per chi ci vive sarà più complicato, ma io ne ho avuto un’ottima impressione».
La diversità culturale è normale nella musica, nella società è più complicata di questi tempi.
«Sono piuttosto scioccato dalle elezioni europee e dalla tendenza politica in Italia. In Germania adesso i Verdi sono molto potenti, non è una moda, hanno lavorato per anni e mi dà qualche speranza».
La musica può aprire le menti?
«Amo il mio lavoro, le opportunità che mi dà a livello internazionale, ma alla fine viviamo in una bolla, siamo dei privilegiati: partecipiamo a meeting, a festival, ma comunichiamo tra “noi”, siamo sempre le stesse persone, non raggiungiamo chi vota l’estrema destra, i nazionalisti… Le diversità culturali sono alla base della mia identità e sono un tema della mia musica ma è solo un’illusione quella che l’arte possa influenzare la politica».
Cosa aspettarsi dal concerto al Miela?
«È una grossa produzione. Essere con tutta la mia band è spettacolare. Un gruppo davvero europeo, con musicisti dalla Francia, Germania, Grecia, Turchia. In scaletta canzoni scritte negli ultimi dieci anni dagli album “Disko Partizani” e “Planet Paprika” con nuovi arrangiamenti. Il punto di forza di questa orchestra è di essere molto energetica, sorprendente, cosmopolita. Non aspettatevi nessun cliché o stereotipo balkan, perché io amo tanti stili differenti, saltiamo dalla tradizione all’elettronica, usando strumenti acustici come gli ottoni fino alla drum machine e i sintetizzatori, spaziando anche tra il rock e il pop. È un’esperienza non solo per il pubblico, ma anche per me che ogni anno in tour scopro qualcosa di nuovo, spontaneo».
Dove proseguirà?
«Sono appena stato in Australia e Nuova Zelanda, mi aspetta un tour lunghissimo, Francia, Turchia, Usa, Canada, Sud America… Sarò anche ospite di Jovanotti al suo “Beach Party”, e sto collaborando con un musicista di Bologna che suona con Vinicio Capossela, il progetto si chiama Extraliscio».
Elisa Russo, Il Piccolo 30 Maggio 2019