Intervista Sinheresy al Teatro di Prosecco il 25.05.19

I triestini Sinheresy, fautori di un metal melodico in cui la voce di Cecilia Petrini si intreccia con quella di Stefano Sain, celebrano dieci anni di attività. A fine mese esce il nuovo singolo che precede l’album “Out of Connection” in arrivo il 26 luglio per la Scarlet Records (e in Giappone tramite la Avalon Marquee): «Abbiamo lavorato a questo disco per tantissimo tempo – racconta la cantante – ed è pronto da febbraio, quindi siamo trepidanti per presentarlo al pubblico, la primavera ci sembrava il periodo migliore per suonare nella nostra città». Ecco allora l’idea di un “pre-release show” per far ascoltare in anticipo i nuovi brani, sabato al Teatro di Prosecco. Una serata in collaborazione con Rock Out X Project che partirà già alle 18 con i Perpetual Fate, gruppo di metal melodico di Padova e a seguire i Tystnaden, storico quintetto rock/metal di Udine. «Continuiamo un’evoluzione stilistica già messa in atto dal precedente “Domino” – riprende Cecilia – spostandoci dalla matrice molto sinfonica, epica dell’esordio verso un sound più elettronico. A livello tematico c’è una riflessione su come percepiamo quest’epoca dove ormai siamo completamente calati nel digitale, nel bene e nel male. Non possiamo più immaginare di relazionarci con gli altri senza l’interfaccia virtuale, è una cosa che viviamo quotidianamente: era inevitabile che finisse nei testi. Abbiamo registrato le voci all’Artesonika di Pordenone con Ivan Moni Bidin, chitarra e basso in casa da Lorenzo Pasutto e Davide Sportiello, la batteria agli Hansen Studios in Danimarca, Jacob Hansen si è occupato anche del mix e del master finale». I Sinheresy sono apprezzati a livello internazionale, avendo suonato all’estero anche in apertura di Dream Theater, Queensrÿche, Tarja Turunen, Lacuna Coil, Lordi, Anathema: «Più suoni all’estero – conclude Petrini – e più si presentano le occasioni per tornarci, per esempio siamo stati in Bulgaria di supporto ai Lacuna Coil e abbiamo subito avuto un feeling straordinario con le persone del posto, gli organizzatori e i promoter, tanto che siamo stati ricontattati per tornare quest’estate. In Italia si fa un po’ più di fatica per una questione di mancanza di spazi adatti per suonare, soprattutto per una realtà musicale che non è “grande” ma neanche underground. Vedo però che anche qui il genere sta acquistando sempre più fedelissimi. E mi fa piacere. L’estero rimane un po’ più avanti per quanto riguarda gli ascoltatori, ma a Trieste la fiamma è sempre accesa».

 

Elisa Russo, Il Piccolo 24 Maggio 2019

Sinheresy1

Articoli consigliati