INTERVISTA TEHO TEARDO, CON BLIXA BARGELD A UDINE IL 05.05.18

«Quando componi non sai dove andrà a finire la tua musica, chi l’ascolterà. Poi in tour incontri le persone che ti fanno capire che tragitto hanno fatto le canzoni. Suonare davanti a un pubblico è fondamentale. Entri nelle loro vite, ti accorgi che certe cose hanno accesso al loro cuore e altre no. Non fai musica per te stesso, anche se deve soddisfare te per primo»: parole di Teho Teardo che, assieme a Blixa Bargeld, sarà alla sala Pasolini del Palamostre di Udine, sabato alle 21.

Teardo – musicista e sound designer pordenonese, compositore del cinema (Salvatores, Sorrentino) qui alla chitarra baritona, elettronica e campane con, alla voce, il berlinese Bargeld – leader degli Einstürzende Neubauten, partner dell’esperienza artistica di Nick Cave and the Bad Seeds – per il concerto di chiusura della stagione Teatro Contatto 36 del Css, saranno accompagnati dal violoncello di Laura Bisceglia, dal clarino basso di Gabriele Coen e dal quartetto d’archi Clio composto dai violini di Anna Klychko e Eva Miola, il violoncello di Benedetta Nussio, la viola di Anna Mondini. Assieme dal 2008, il duo italo tedesco ha all’attivo due album e due ep, l’ultimo «Fall» presentato anche un anno fa al Miela: «Una serata molto bella, – ricorda Teardo – con un grande ritorno di energia del pubblico. Sono molto riconoscente quando le persone restituiscono quello che tu lanci dal palco, è una sorta di abbraccio che ha a che fare con il suono. È lì che mi piace vivere».

A Udine cosa proponete?

«Ci sono diverse variazioni, in scaletta brani nuovi a sostituire alcuni che non suoniamo più. Quello che facciamo è in costante cambiamento».

Avete girato parecchio, Cina e Giappone inclusi.

«Abbiamo suonato tanto in giro e stiamo continuando. Tra un po’ di giorni andiamo a Lipsia, a San Sebastián in Spagna, poi altre date in Italia».

Un nuovo disco?

«Stiamo scrivendo dei brani. Conclusa questa parte di tour io e Blixa torniamo a Roma nel mio studio».

Quando uscirà?

«Noi facciamo solo quello che ci piace e quando ci va, non sappiamo mai i tempi. Cominciamo e non abbiamo idea di quando finiamo. È la dimensione in cui ci troviamo meglio. Metteremo insieme quello che abbiamo attraversato nell’ultimo periodo. A volte iniziamo senza sapere apparentemente cosa fare, ma si va, si procede e lì ci si ritrova, ci si capisce anche per negazione, dicendo “questa roba non va”».

Nelle note di presentazione dello spettacolo Blixa viene definito uno “sperimentatore anarchico”. È d’accordo con questa definizione?

«Sulle definizioni non so mai cosa dire, ogni tanto qualcuno aggiunge un pezzo, cambia, toglie… Fa piacere che se ne parli. Anarchico non direi, piuttosto anti-autoritario che è una dimensione che ci riguarda maggiormente. Soprattutto siamo gente che pensa con la propria testa senza preoccuparsi di dover intrattenere».

Due caratteri forti. Vi scontrate?

«Andiamo molto d’accordo: è quasi inquietante (ride ndr)».

Le persone che incontra nel mondo della musica sono diverse da quelle “comuni” che incontra per strada, o che vede in tv?

«La mia vita quotidiana è fatta di musica, teatro, cinema. La tv io non l’accendo dal 1994. Non voglio neanche sapere cosa succede lì».

Neanche le serie tv?

«Alcune. Uno dei capolavori assoluti è l’ultima di Twin Peaks. Ma non è neanche una serie, è un film di 18 ore. Una delle vette più alte degli ultimi anni».

Colonne sonore: prossimi impegni?

«Ho due proposte, una dall’Inghilterra e una dall’Italia. E un nuovo spettacolo teatrale in Inghilterra e un altro in Irlanda».

Elisa Russo, Il Piccolo 05 Maggio 2018

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