A dicembre, Davide Combusti aka The Niro si esibì al Tetris di Trieste. Uno dei più bei concerti visti da tanto e per tanto. Rimarrà indelebile. Situazione intima, raccolta, calda. Davide ha questa voce incredibile, e questa capacità interpretativa che ti prende, ti emoziona. Magia pura. È uno dei talenti su cui puntare in Italia. In quell’occasione facemmo una lunga e simpatica intervista per il Piccolo. Poi c’incontrammo e abbracciammo di persona, e rimasi piacevolmente impressionata. Una persona bella, umile, modesta, gentile. Chiacchierammo un sacco anche dopo il concerto, e c’erano tante aspettative: un disco in uscita, la sensazione che qualcosa sarebbe cambiato. Quando ci salutammo a fine serata gli dissi “mi raccomando, diventa famoso!”. Bello, intenso. Oggi ci siamo risentiti per un’altra intervista, in parte uscita sul Piccolo di oggi (c’è pure il richiamo in prima pagina! e non ho dovuto neanche macchiarmi di qualche episodio di cronaca nera per finirci, fantastico!). Qui riporto la trascrizione quasi integrale. Forte The Niro. Forte.

Il festival «Opening Band Live Music» si terrà da domani a giovedì, in Piazza S.Antonio. Dalle 19.30, sul palco le band che partecipano al concorso e alle 22 gli ospiti: domani i Mellow Mood di Pordenone, mercoledì il romano The Niro, giovedì i triestini Trabant. I concerti sono il frutto della collaborazione dell’associazione Musica Libera con i Poli di Aggregazione Giovanile del Comune ed il Gruppo Tetris.

Davide Combusti, in arte The Niro, è un musicista, cantante e compositore che aveva già un curriculum da paura prima dell’uscita del recente debutto su Universal. Per esempio aveva aperto i concerti di Amy Winehouse e Deep Purple ed il manager dei Radiohead l’aveva voluto nel progetto «Anti Atlas». È stato l’artista di chiusura del primo maggio in piazza a Roma. Ha una voce da brivido sulla scia di Nick Drake, Tim Buckley, Elliott Smith. Sicuramente uno dei nomi più esportabili all’estero (è prevista una distribuzione mondiale del suo cd).

Allora, la mia vita è identica a dicembre quindi non ho nulla da raccontarti. Te invece chissà quante cose avrai da raccontarmi…

«Oddio non lo so… Bhè sì qualcosina è successa, qualcosa ho fatto… Ma non è tanto diverso da prima sai!». (risate)

Prima ripensavo al concerto del Tetris, fu qualcosa di strano, quasi magico, come fermare il tempo un attimo prima che qualcosa cambi, ci si aspettava tanto… come si sono evolute poi le cose?

«In realtà le cose si sono evolute in modo molto graduale. Già prima che uscisse il disco i concerti andavano già abbastanza bene, c’era sempre una bella atmosfera. Tra l’altro la data di dicembre al Tetris la ricordo come una delle più belle che abbiamo fatto nel periodo pre-uscita disco, infatti siamo tutti molto contenti di risalire da voi. A marzo abbiamo iniziato a fare un tour seguito dall’agenzia ed è sempre andata molto bene, c’è sempre stato pubblico… l’atmosfera non è stata sempre stupenda come quella sera al Tetris, però la media è stata buona come affluenza e partecipazione emotiva mia personale e anche come coinvolgimento della band. Quindi siamo contenti, davvero».

E del primo maggio in piazza a Roma, che mi dici?

«Molto bene. Anche se ci sono stati dei problemi tecnici, per esempio al primo brano non avevo la spia della voce quindi ho cantato un po’ così a memoria, a parte quello… vedere quella muraglia di gente davanti è molto emozionante. In realtà quando sono salito sul palco ho cominciato a suonare prima che il palco si girasse completamente verso il pubblico e a dire il vero sono sceso dal palco molto inconsapevole di quello che era successo, tra un pezzo e l’altro – sembra assurdo – non si sentiva niente. Alla fine del primo brano, non avendo sentito né applausi né fischi pensavo bhò che brutto essere completamente indifferenti, invece era solo un problema del palco su cui non si sentiva niente. È una cosa stranissima. Rivedendo poi in tv ho avuto un’impressione diversa ma lì per lì era strano. Uno si aspettava tipo i cori da stadio. Comunque è stato bellissimo lo stesso, solo vedere tutta quella gente è stato molto emozionante. Magari mi aspettavo più casino. Cioè, il casino poi c’era ma io non lo sentivo!».

Altri concerti che ricordi con piacere?

«Le serate al Circolo degli Artisti a Roma, anche a Napoli grande partecipazione, Catania, San Severino un paio di settimane fa nelle Marche per il San Severino Blues, a Cuneo per il Nuvolari Festival. Ci sono tanti posti in cui si è creata una bella atmosfera. E le date precedenti al disco: Trieste, Napoli splendida, e Perugia al Loop un posto molto carino».

Quindi preferisci l’atmosfera dei posti piccoli?

«Non credo di essere tanto adatto ai festival. Ti trovi davanti ad un pubblico più vasto ma magari disinteressato».

Il disco come sta andando?

«Per usare una metafora direi un diesel. Non vende a livelli da classifica, la posizione massima che ha raggiunto è stata il 55esimo posto però è una vendita costante che non si arresta mai. Abbiamo superato le dieci mila copie vendute. Stanno preparando il lancio all’estero e non vedo l’ora. Personalmente sono molto contento. Molta gente dopo il concerto viene al banchetto e compra il cd e mi fa piacere».

Il cd mi piace molto. Però dal vivo c’è quel qualcosa in più.

«È vero. La costruzione è stata totalmente diversa. L’atmosfera live è un’altra cosa, la preferisco anch’io. Sono contento che il live dia qualcosa in più rispetto al disco e non viceversa. Se uno viene al live e lo trova peggio del disco ti senti in difetto».

Formazione live che ti accompagna adesso?

«È la stessa che c’era al Tetris. Paolo Patrizi, Maurizio Mariani. Anche Adriano Viterbini che quella volta non ci stava in macchina ed era stato eliminato prima della partenza! Sta volta portiamo anche lui per festeggiare».

Adesso vi sta anche lui, avete la macchina più spaziosa?

«Abbiamo il furgone che ci dà l’agenzia. Pensa che possiamo andare in giro in sette!».

Hai fatto anche un bel po’ di video…

«Tra un po’sono più i video che le canzoni! Abbiamo fatto uno per l’uscita dell’ep che è “About Love and Indifference” è stato girato a casa di un amico in modo volante, in realtà questo video era destinato esclusivamente ad internet. Siccome è entrato in classifica (nessuno se lo aspettava!) è arrivato al secondo posto quindi Mtv è stato costretto a mandarlo qualche volta. Quindi ha girato contro la volontà dell’etichetta. Secondo loro non era di qualità eccezionale ma a me piaceva, poi il soggetto l’avevo scritto io assieme ai registi. Poi il video di “Liar” che era il singolo di presentazione dell’album. È un brano che ha fatto molta presa, parecchie radio l’hanno passata. Poi è uscito “An Ordinary Man” che è un brano pensato per l’estate. Il video mi piace tantissimo, ci sono io che giro con una bara!».
Internet… ci stai ancora dietro? Il numero di contatti MySpace è esorbitante…

«MySpace mi capita di leggerlo, ma appena manco tre giorni da casa si accumula una mole tale di messaggi che devo dire che ho alzato bandiera bianca. Quindi mi aiutano un paio di persone. Non riesco più. Tra l’altro ho appena cominciato a registrare il nuovo album, quindi la prima cosa che faccio alla mattina è attaccare il microfono, la chitarra e registrare delle cose nuove.

È un periodo molto ispirato questo e quindi sto registrando tantissime cose nuove, oggi per esempio ho lavorato ad un brano che ho partorito la settimana scorsa. Sto aspettando che l’etichetta mi dia una scadenza. Io ce l’avrò già pronto, insomma!».

Dal vivo fate robe nuove?

«Qualche pezzo nuovo, li provo. A rotazione ogni concerto proviamo un brano nuovo, anche per veder come arrivano al pubblico. Faccio una sorta di hit parade degli applausi. Magari ci sono dei brani che mi piacciono tanto ma al pubblico non arrivano. Se un pezzo ha un riscontro forte a livello di esecuzione magari ne tengo conto. Tanto poi se una cosa mi piace particolarmente anche se ci sono i fischi la faccio lo stesso e pazienza».

Le recensioni della stampa sono state buone…

«Sono molto felice, non me l’aspettavo. Magari qualche recensione tiepida, ma mai negativa. In realtà non pensavo di essere così fruibile. Poi se arrivano le mazzate vedrò di gestirle!».

Ma no dài, The Niro non si tocca, glielo dico io. È una delle poche certezze che abbiamo in Italia.

(Risate) «Guarda io penso comunque che questo secondo disco sarà migliore del primo».

Che mi dici della tua partecipazione al tributo ai Diaframma, «Il Dono»?

«La partecipazione è nata il 31 dicembre dell’anno scorso quando Federico Fiumani durante una festa che stavo facendo a casa di un’amica mi ha mandato un messaggio: “visto che mi conosci, ti va di partecipare a questo tributo ai Diaframma, scegli una canzone a caso?”. La cosa mi aveva entusiasmato, avevo scelto “Io amo Lei”. Il giorno dopo aver scelto il brano gliel’ho mandato. E lui: di già?! (accento toscano). In realtà l’avevo registrata così al volo, ma mi era piaciuta talmente tanto l’immediatezza. Secondo me anche Fiumani è così…è molto sbilenco ma molto diretto, quindi mi pareva giusto che anche il tributo fosse di getto. Così il giorno dopo gliel’ho mandata, a lui piacque talmente tanto che mi chiamò chiedendomi di riarrangiare anche “Amsterdam” cantata dalla scrittrice Elena Stancanelli. Ci siamo divertiti molto e siamo anche riusciti a far cantare Fiumani alla De André. È un bel cd l’ascolto molto in macchina, mi piace Alessandro Graziani, “Genio”, il brano di chiusura di Rondelli, Marlene Kuntz…tanti. Non c’è un brano che non mi piace anche perché poi i testi sono stupendi. Tutti molto personali, ciascuno ha ricreato il proprio mondo come ha fatto le Luci Della Centrale Elettrica. Sono stato contento di essere stato chiamato a fare sta cosa, bellissima esperienza».

Così ti hanno fatto cantare in italiano…

«Tra l’altro mi sono riascoltato 50 volte quando l’ho registrato perché non mi riconoscevo, non sembravo io. All’inizio sono rimasto stranito, poi ho pensato vabé non è male. Mi ha fatto pensare che avrei fatto ancora qualcosa in italiano. Se mi ricapita di fare qualcosa in italiano, la faccio eh».

Ancora un tuo ricordo di Trieste e chiudiamo!

«Con gli amici del Tetris sono stato benissimo. Era a cavallo di Natale ed erano passati due giorni dalla caduta dei confini della Slovenia…a proposito, come va lì?».

Tranquillo, come prima!

«La mattina dopo siamo andati in Slovenia, non so… ci sembrava una roba importante anche per noi che stavamo lì in quel momento storico. Ho tantissimi bei ricordi di quella serata. Dormimmo in un appartamento di qualcuno che non c’era, mi ricordo l’albero di natale sembrava di stare a casa, potevamo portarci anche i regali! Speriamo di riuscire a ricreare l’atmosfera. Saluto tutti. Gian Paolo, Andrea, tuo fratello…ah l’ho poi incontrato alla Universal a Milano: cosa ci stava facendo lì?!».

Traffici.

«Ma è vero che la data di Trieste è stata spostata perché c’è un comizio di Maroni? Lui? Da solo?».

Sì io spero proprio che si ritrovi solo. Ma solo, solo.

«Ma ci sarete tutti? Mi verrete a salutare?»

Certo, ti porto l’articolo.

«A dicembre l’avevo comprato, il Piccolo. Poi lo lasciai al Tetris. La mattina, quando tornammo a prenderci gli strumenti il giornale era ancora lì. Bene, pensai. Lo aprii e mi accorsi che qualcuno aveva ritagliato l’articolo!».

…azz, sarà stato qualche fans!

«Poi ho fatto un giro di autogrill e l’ho ritrovato».

Veramente?! Io sono commossa per questa cosa.

Sei gentilissimo, sei fantastico, fossero tutti come te!

«Perché, capita qualcuno che non lo è?»

Sì, hai voglia!

«Ma allora mi devi raccontare quando ci vediamo! Gossip!».

Tu sei il numero uno però, io ti spingo sempre come uomo e come artista.

«Ok, una birra ce l’hai».

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