IRENE BRIGITTE, LA COLONNA SONARA DE “LA SANTA CHE DORME”

«Mi era sempre rimasto il desiderio di pubblicare le musiche composte per il cortometraggio di Laura Samani “La santa che dorme” del 2016, arrivato fino al Festival di Cannes: finalmente, una serie di circostanze l’hanno reso possibile». È dunque ora disponibile l’ep di Irene Brigitte “The Sleeping Saint – soundtrack” che contiene la colonna sonora (leggermente rielaborata) che originalmente accompagnava l’esordio della regista triestina, realizzato per l’esame finale al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, un piccolo gioiello girato nelle Valli del Natisone, tra fede e superstizione. «Siamo coetanee – racconta Irene – e ci eravamo conosciute al Palio degli Asinelli, ognuna ha preso la sua strada e poi ci siamo ritrovate. Laura ha un immaginario strepitoso, e lo sa concretizzare e comunicare agli altri, talento raro. In seguito ho musicato anche un trailer, destinato però solo agli addetti ai lavori, di “Piccolo Corpo”, vincitore del David di Donatello». La spinta alla pubblicazione dei tre brani, a distanza di qualche anno, è stata data «in parte – prosegue la cantante e compositrice – dal fatto che Carlo Purpura, fonico di studio con cui avevo lavorato per la colonna sonora, è nel frattempo tra i fondatori dell’etichetta discografica BNC Music che ha sede a Roma, dedicata proprio alla musica da film. E poi ha contribuito il fatto che io sia diventata più indipendente dal punto di vista tecnico». Con l’aiuto di Purpura, Irene Brigitte ha quindi in parte rimesso mano alle composizioni. «Era impossibile che la musica fosse scritta prima e dopo applicata al cortometraggio, è nata strada facendo e in relazione alle necessità, a volte improvvisando su dei parametri che mi ero data, non è stata sistematica, ma cucita addosso al corto. Per diffondere l’ep dovevamo trovare perciò una formula che stesse in piedi da sola. Sotto alla melodia ho mescolato le voci e i sussurri di una delle protagoniste o il mantra delle persone che stavano pregando, poi c’è una parte in cui nel corto mi si vede cantare in una grotta e per ricreare l’acustica ho approfittato di una chiesa con i soffitti alti che c’è qui in Portogallo». La cantante e musicista nata a Trieste nell’89, infatti, da qualche anno vive a Porto dove sta completando il suo percorso di studi musicali con un post laurea in polifonia e un dottorato sul tema della musica antica. La sua formazione è eclettica, dagli esordi rock con i Watashiwa Cactus a esperienze cantautorali (anche in dialetto), al diploma in Canto Rinascimentale e Barocco al Conservatorio Pedrollo di Vicenza, in futuro le piacerebbe lavorare anche per il cinema. «Dopo questa esperienza, spero mi capiti ancora – riflette – di comporre per il grande schermo. È stato come unire due immaginari e mi sono trovata a scrivere cose che da sola non avrei mai, ispirate dalle visioni di Laura: uscire dalla propria narrativa personale inerente al tuo vissuto, aprendosi a mondi diversi suscitati dalle immagini, con la libertà di sperimentare usando solo la voce è stata una sfida grande, molto stimolante. E grazie alle parole di Marina Cernetig ho potuto cimentarmi per la prima volta con un testo in sloveno, che ho adattato alla metrica».

Elisa Russo, Il Piccolo 21 Gennaio 2023 

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