Usare gli strumenti tipici del rock per un risultato che rock non è, combinando elementi dell’art rock, del jazz e dell’alternative con l’elettronica, per esplorare ritmi e melodie non tradizionali: questo in sintesi è il post-rock. Il termine è attribuito al critico musicale britannico Simon Reynolds, che per primo lo usò negli anni Novanta ed è stato poi utilizzato per catalogare artisti molto diversi (Stereolab, Slint, Disco Inferno, Pram, Godspeed You! Black Emperor, Tortoise, Labradford, Mogwai, Trans Am, God is an Astronaut, Sigur Rós per citare alcuni dei più popolari). Il genere sembra godere di un momento di forte riscoperta in Italia, tanto che due anni fa nasce “L’Italian post-rock movement”, con lo scopo di raggruppare band italiane che si dedicano a questo filone musicale: oggi il movimento include più di quaranta band ed è giunto il momento di celebrare con un vero e proprio raduno.
Complici alcune band locali, il luogo di ritrovo scelto è Trieste: il primo “Italian post-rock movement festival” si terrà venerdì e sabato al Loft di Via Economo, dalle 21, con ingresso gratuito. Tra banchetti e proiezioni video, si alterneranno sul palco otto band per un totale di 31 musicisti: The Chasing Monster da Viterbo, Il Giardino degli Specchi da Roma, Red Light Skyscraper da Siena, Löve ovvero Micaela Carlotta Amore da Caserta, EUF da Milano, Winter Dust da Padova, e due formazioni cittadine (i cui componenti sono tra gli organizzatori e ideatori del festival), Aria Motifs e Quiet is the new Loud.
Dario Biagi, batterista di quest’ultimi racconta: «Quasi due anni fa è nata l’idea di creare un movimento, per collaborare tra band emergenti e suonare assieme. Finora la collaborazione è stata a distanza: ci incontreremo a Trieste per la prima volta». «Il genere post-rock – aggiunge – è difficile da definire, di solito propone pezzi abbastanza lunghi, perlopiù strumentali, non c’è una voce che racconta attraverso i testi, quindi le storie vengono narrate non con le parole ma con altri mezzi, si sperimenta molto con strumenti diversi inserendo da quelli classici del rock ai violini».
Si parte dunque venerdì con gli Aria Motifs, duo enigmatico improntato alla sperimentazione musicale, a seguire gli EUF, tra i più longevi (in pista dal 2004), i Winter Dust dalle sonorità post hardcore e in chiusura Il Giardino degli Specchi che nel loro album “Oltremare” spaziano dall’ambient fino ai più pesanti muri di suono tipici del post-rock/post metal.
Sabato l’apertura spetta a Löve, sempre alla ricerca di nuove sonorità coadiuvata dall’elettronica, poi è la volta dei Quiet is the new Loud che spaziano dal “silenzioso” e delicato al rumoroso e potente, con muri di suono possenti e melodie dolci, pensati per accompagnare l’ascoltatore in luoghi infiniti e disarmanti, i Red Light Skyscraper che con il loro debutto “Still The Echo” hanno aperto i concerti di band come Ministri, Gazebo Penguins e Fuzz Orchestra e la chiusura con The Chasing Monster, band che unisce al post rock la poesia recitata e presenterà l’album di debutto ”Tales”.
Elisa Russo, Il Piccolo 13 Novembre 2018