JAY-JAY JOHANSON AL VISIONARIO DI UDINE IL 07.01.2022

«Ho bisogno di scrivere canzoni, di tirare le parole fuori dal mio petto, è come una terapia e se ciò può anche aiutare chi poi ne fruisce, è meraviglioso». Un’anima grande quanto la sua voce, intensa, malinconica, a cui abbina sonorità che spaziano dall’electro-pop al folk e al trip-hop: lo svedese Jay-Jay Johanson torna in Italia per un unico concerto, il 7 gennaio alle 19.30 al Visionario di Udine (per una serata in collaborazione con Sexto ‘Nplugged nella sua rassegna invernale “Sexto Winter”). «Ho davvero tanti ricordi di concerti e festival in Italia – dice l’artista – e il papà di mia moglie, Laura Delicata, è italiano. Ancor prima di cominciare a frequentare il vostro paese, qui a Stoccolma me ne andavo in giro con amici italiani, persone generose, affascinanti e che cucinavano i migliori piatti in assoluto. Inoltre amo le colonne sonore e i film dei grandi compositori come Morricone, Claudio Gizzi, Alessandro Alessandroni, Piero Umiliani… devo menzionare Mina, Milva, e ultimamente ho ascoltato molto Andrea Laszlo De Simone, magnifico». Proprio alle colonne sonore è dedicato “Silver Screen”, pubblicato a dicembre, che riprende brani tratti da film come “Joker”, “Colazione da Tiffany”, “Blade Runner”. Sempre nel 2021, è uscito il suo tredicesimo album di inediti, “Rorschach Test” con ospiti l’amico di vecchia data e collaboratore Robin Guthrie (Cocteau Twins) e Jeanne Added. Il live pescherà certo dalle ultime uscite, ma «A Udine – assicura – suonerò le mie canzoni preferite, e quelle che credo siano le favorite del pubblico che viene a vedermi». Da adolescente Jay-Jay assiste a un concerto di Chet Baker che gli cambia la vita: «Fino a quel momento avevo immaginato che per essere un cantante dovevi essere rumoroso, fiero ed estroverso, ma vedere Chet seduto tranquillo, sul palco poco illuminato, mentre bisbigliava i suoi testi malinconici mi fece proprio pensare “anche io voglio fare questo”». Nato Andreas JäJe Johansson, nel 1993 si trova a lavorare al magazine i-D a Londra e i suoi colleghi, trovando il suo nome impronunciabile, lo battezzano Jay-Jay. Gli porta fortuna e gli tornerà utile, quando i suoi album cominceranno a girare il mondo e troverà personaggi come Steven Spielberg tra il suo pubblico. Facendo un bilancio della sua ormai lunga carriera: «La mia voce – riflette – e il mio songwriting, non sono poi così cambiati nel tempo, però cerchiamo di arrangiare e produrre le mie canzoni in nuovi interessanti modi ogni volta, per renderle appetibili all’ascoltatore dei dischi e stimolanti per noi da riprodurre ai live. La parte più difficile della mia carriera è stata in questi ultimi due anni, quando i tour sono pressoché venuti meno. La parte più bella è stata rendermi conto che questo è il mio lavoro e lo sarà per sempre, non posso più fermarmi, andrò avanti fin che vivo». Nonostante il successo, da vero gentiluomo, Jay-Jay in persona risponde a tutti i suoi fan sui social media: «Devo dire che traggo dal dialogo con loro lo stesso piacere che loro ricavano dal chattare con me». I prossimi impegni? «Sto lavorando a una mostra – anticipa – che era in programma già per l’anno scorso e viaggerò in giro per gallerie e musei scelti in tutto il mondo. Presto celebreremo i miei 25 anni di carriera con una festa a Parigi. Il Rorschach tour continuerà in primavera e qualche festival estivo. In autunno comincerò a scrivere e tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023 probabilmente entrerò in studio a registrare il prossimo album».

Elisa Russo, Il Piccolo e Il Messaggero Veneto 04 Gennaio 2022

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