«A giugno avevamo suonato in piazza tra i Rivi per il Tact festival: una location incredibile, con un pubblico molto partecipe, degli organizzatori fantastici, una delle esperienze più memorabili della nostra carriera»: tornano in città Jimmy Barka Experience (prendono il nome da un personaggio di un film jugoslavo del ‘67), questa volta all’Hangar Teatri, venerdì 24 febbraio alle 20.30, serata in collaborazione con il Kino Šiška. Si tratta di un gruppo di tre veterani della musica slovena: i dj Bakto e Borja e il batterista Marjan Stanić, il loro intento è di avvicinarsi quanto più possibile ad una band, senza dare l’idea di un musicista che accompagna un dj set con la batteria. Bakto e Borja, amici da sempre, cominciano a collaborare nel 1999; nel 2006 incontrano Marjan e decidono di sviluppare il progetto musicale nella direzione del trio. Dal 2010, tanti concerti assieme e la pubblicazione di un mixtape intitolato “Old News”, gli ep “Stolen Boats” e “Three Piece Puzzle”, fino al singolo “Dunja” nel 2021; entro l’anno uscirà un nuovo ep. «Essendo di Lubiana – racconta Borja – siamo venuti spesso a Trieste. Ci piace la città, l’abbiamo esplorata solo in superficie ma ha dei posti ottimi per mangiare, io qualche volta mi sono anche arrampicato sulla Napoleonica o in Rosandra». «All’Hangar – prosegue – proporremo un set molto dinamico, energico, ballabile, con cambi repentini e un pizzico di improvvisazione. Un mix di stili diversi, dall’afro al folk e il funk, incluso anche del nuovo materiale che stiamo preparando. È difficile definire il nostro sound, a momenti è folk, ipnotico, l’attimo dopo è rumoroso e movimentato. Dirlo suona un po’ un cliché, ma davvero la nostra musica non è legata ad un genere. È un collage, ma la tecnica non è taglia e cuci. Proviamo tantissimo, prendiamo le prove molto sul serio. Il nostro approccio non è di certo “saliamo sul palco e vediamo quel che succede”, tutto va pianificato, ragioniamo sul set, su come si incastrano i brani in sequenza, in modo da raccontare quasi una storia. Teniamo sempre presente che la nostra è una musica da portare dal vivo. E insomma alla fine è una roba “turk-yugo-afro-psych-jazz-funk-folk” come hanno scritto di noi». La cosa che vi dà più soddisfazione? «Quando qualcuno di cui rispettiamo il gusto musicale ci apprezza. Ma anche il semplice fatto di suonare, esibirci, continuare col nostro percorso».
Elisa Russo, Il Piccolo 22 Febbraio 2023
