Jozef van Wissem alla Kleine Berlin il 23.02.19

«Mi definirei “il messaggero della resurrezione del liuto”»: Jozef van Wissem, compositore e liutista olandese trapiantato a New York, noto anche per il suo sodalizio con il regista Jim Jarmusch, nel 2017 aveva incantato il pubblico triestino nella Chiesa Luterana, il collettivo Yeah ha deciso quindi di riportarlo in città, sabato alle 19.45 in concerto (quasi sold out) alla Kleine Berlin di Via Fabio Severo. «Ricordo un pubblico molto attento. Felice di tornare – dice –. Per me è facile amare l’Italia, con la sua storia, cultura. E non dimentichiamo lo stile e la moda». È diventato un personaggio di culto pur scegliendo uno strumento poco usuale nella musica contemporanea: «La mia insegnante di chitarra classica – ricorda l’artista nato a Maastricht – aveva un liuto nella stanza e le chiesi cosa fosse. Mi rispose che era uno strumento troppo difficile da suonare. Suppongo fu quello a intrigarmi».

«Questa volta – prosegue – porto il mio nuovo disco “We Adore You, You Have No Name”. Se tutto va come deve, il pubblico sarà ipnotizzato. Il titolo si riferisce a una sorta di Dio onnicomprensivo, mi sono ispirato al libro “Il segreto dei segreti”. L’obiettivo della mia musica è di trasportare le persone in un mondo diverso, migliore».

Nel 2013 van Wissem ha vinto al festival di Cannes il premio per la miglior colonna sonora con «Solo gli amanti sopravvivono» di Jim Jarmusch, i due hanno realizzato anche alcuni album: «Lo incontrai per le strade di New York. Abbiamo fatto amicizia e abbiamo cominciato a scambiarci musica, da lì sono nati i dischi e i live. Ora è appena uscito il nuovo “An attempt to draw aside the veil”, a mio parere il nostro miglior lavoro assieme». Autore delle musiche per il videogioco The Sims Medieval, collaboratore della National Gallery di Londra e dell’Ermitage di San Pietroburgo, la lista di collaborazioni del liutista olandese comprende nomi come Gary Lucas, il chitarrista americano ricordato anche per aver composto e suonato con Jeff Buckley: «Da Lucas ho imparato molto. A Maurizio Bianchi (pioniere della musica industriale ndr) – aggiunge in tema di collaborazioni celebri – mandai il mio disco di classica e gli scrissi: sentiti libero di manipolare il materiale a tuo piacere, cosa che ha fatto. E poi, tra gli altri, ho lavorato con Zola Jesus che è praticamente una cantante lirica, adoro quello che fa».

«Nei prossimi mesi – conclude – sarò in tour, farò anche otto date in Russia. Ad aprile live con Jarmusch e un nuovo disco solista a gennaio 2020».

 

Elisa Russo, Il Piccolo 23 Febbraio 2019

jvw

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