C’è anche il cantautore triestino Kalpa tra i dieci finalisti selezionati da Firestone per il contest “Road to the Main Stage”. Lo si può votare sul sito del concorso fino al 10 maggio: una giuria composta da Live Nation, Rockit e Firestone sceglierà due nomi fra i 5 più votati, il premio consiste nella possibilità di esibirsi sul palco principale del Firenze Rocks dal 16 al 18 giugno oppure, se si protrarrà lo stop ai concerti, avrà l’opportunità di registrare un videoclip professionale di un proprio brano. Questa piacevole sorpresa ha portato alla pubblicazione anticipata del singolo di Kalpa “Flower Days”: «Fino a pochi giorni fa l’uscita non era ancora prevista – spiega la Waves Music Agency, l’agenzia triestina di Kalpa – poi abbiamo scoperto che il pezzo è stato selezionato tra più di 200 per questo importante concorso e abbiamo deciso di farlo uscire».

“Flower Days” racconta di incertezza, di speranza ma anche di paura, l’ansia di dover crescere e di non sapere se i propri sogni si realizzeranno ma i “Flower Days” saranno poi i giorni in cui tutti i dubbi si dissolveranno. Una chitarra accompagna un climax formato da archi, voci effettate, fiati leggermente dissonanti e un rumore di sottofondo che donano al pezzo un lieve senso di inquietudine e sconforto. All’apice della canzone, la chitarra viene abbandonata per dare spazio a una serie di voci immerse nell’auto-tune che ricordano le atmosfere sognanti di artisti quali Bon Iver e Frank Ocean. Kalpa (un termine sanscrito usato nell’induismo e nel buddismo per indicare il ciclo cosmico alla base dell’evoluzione e dell’involuzione dell’universo) è l’alias di Angelo Mallardo, triestino di origine metà partenopea e metà polacca, classe 2001.

Con l’ausilio della Waves Music ha esordito con l’ep “A certain feeling”, tra alternative e rock-elettronica, mixato e masterizzato da Alessandro Giorgiutti e Federico Stoch. Spesso i suoi brani sono caratterizzati dall’uso estremo dell’auto-tune (l’effetto vocale molto usato dal genere trap), scelto da Kalpa per omaggiare i gusti della sua generazione: «Volevo trasmettere il senso di modernità – dice – ma anche di inadeguatezza che può avere uno strumento che, di norma, serve per correggere qualcosa che non va bene. La voce così effettata, contenuta, compressa, sommersa dalla musica e quasi soffocata, rappresenta appieno quella rabbia adolescenziale di chi grida, di chi cerca di far valere la propria opinione, senza essere mai ascoltato o preso in considerazione».

Elisa Russo, Il Piccolo 28 Aprile 2021

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