«Ho suonato con Pino Daniele, amo sempre tornare in Italia, con i suoi splendidi paesaggi, la cultura, il cibo, la terra, lo spirito degli italiani»: la carismatica sassofonista americana Lakecia Benjamin è in concerto per Udin&Jazz lunedì alle 21.30, in Corte Morpurgo. Mescola diversi stilemi del jazz, dell’hip hop e del soul, ha condiviso il palcoscenico con musicisti del calibro di Alicia Keys, Missy Elliot, The Roots, Macy Gray e Stevie Wonder («lui e Alice Coltrane – dice Lakecia – sono, per ora, gli incontri con gli artisti che più mi hanno ispirata»), ed è stata votata dagli autorevoli critici di Downbeat “miglior astro nascente del sax”. A Udine, accompagnata da Zaccai Curtis al piano, E.J. Strickland alla batteria, Ivan Taylor al basso, presenta “Phoenix”: «Porto uno show – spiega – incentrato sul nuovo album. Il mio intento è condividere con il pubblico una vera e propria esperienza di vita comune, come se viaggiassimo assieme. Faremo festa, balleremo, rideremo, ne sono sicura». «“Phoenix” – prosegue – mostra la mia evoluzione come persona e come io provi costantemente a evolvermi, senza smettere mai di crescere. Questo è il mio album più serio e personale, la prova che stia cercando di connettermi al mio pubblico a livello spirituale e umano». Un disco che mette in luce la sua creatività ma anche il talento e l’impegno di alcune figure di riferimento della cultura americana che hanno collaborato, come la cantante Dianne Reeves, le poetesse Georgia Anne Muldrow e Sonia Sanchez, la pianista Patrice Rushen, l’attivista Angela Davis e Wayne Shorter, recentemente scomparso, che Lakecia definisce “the ultimate guru”. Da un lato, racconta le cadute e le risalite della sua città, New York: «Qui ci sono persone di tutte le razze e culture, cresci apprezzando l’arte e ogni diversità. E ciò si riversa nella musica che fai». Dall’altro, il riferimento va ad una sua esperienza personale vissuta nel 2021, quando sfuggì miracolosamente alla morte dopo un grave incidente automobilistico. «Volevo creare un album che rifletta i tempi in cui viviamo, a livello spirituale ed emotivo. Non puoi sempre controllare le circostanze in cui crei, ma puoi assicurare che il risultato sia sentito dal cuore e racconti una storia in cui gli ascoltatori si possano identificare. Mi sento come una fenice, e so che tutti ci sentiamo così. Chiunque al mondo, in questo preciso momento, combatte le sue battaglie, con i suoi alti e bassi, da cui costantemente impara. È la natura umana. Dobbiamo tutti risorgere dalle nostre ceneri. E la musica può esorcizzare i nostri mali». Avendo scelto ospiti come l’attivista Angela Davis, viene da chiederle se per lei la musica abbia un ruolo politico ed eventualmente rivoluzionario: «Penso che sia un riflesso dei tempi. Quindi può avere carica rivoluzionaria se già c’è una rivoluzione in corso. È come uno specchio che mostra chi siamo. “Le speranze di rivolta risiedono nelle donne abbandonate dalla storia” dichiara Davis nel brano “Amerikkan Skin”. Io credo che questa sia l’era delle donne, e gli uomini non possono che applaudire». Guardando al futuro, in fine, Benjamin ha le idee chiare: «Voglio solo essere l’artista migliore che posso».
Elisa Russo, Il Piccolo 15 Luglio 2023 Il Messaggero Veneto 16 Luglio 2023

