Proprio nei giorni in cui i Litfiba annunciano un tour d’addio, “L’ultimo girone”, che metterà la parola fine a 42 anni di carriera all’insegna del rock made in Italy, esce per Arcana il libro “Litfiba – Guida completa alla discografia e ai live” (pagg 336, 29 euro), a cura dell’udinese Federico Linossi e del salernitano Cosimo Darino. «Un lavoro di ricerca a due, minuzioso – racconta il friulano Linossi –, poi io ho seguito di più la parte scritta e Darino, che ho conosciuto condividendo la passione per la band fiorentina, la parte grafica». Il volume, infatti, è bello anche da sfogliare: raccoglie biglietti, locandine, manifesti, copertine dei dischi e rarità. Aggiunge autorevolezza la prefazione di Federico Guglielmi, giornalista e critico musicale romano tra i più apprezzati e profondo conoscitore dei Litfiba fin dai loro esordi. Sicuramente gli albori del gruppo capitanato da Piero Pelù suscitano particolare curiosità tra i fan, alla ricerca di introvabili demo: sono i primi anni Ottanta quando tutto comincia nella classica cantina – sala prove, identificata dalla sigla telex Luogo Italia Firenze Via de’ Bardi da cui viene ricavato l’enigmatico nome Litfiba. La prima parte del libro è dedicata alla discografia: si inizia con le musicassette (il primo demotape è dell’81), si sviscerano i lavori più belli come “Desaparecido” dell’85, “17 Re” dell’86 e “Litfiba 3” dell’88 (la cosiddetta “Trilogia del potere”), “Pirata” dell’89, “El diablo” del ‘90, fino ad arrivare alle tante uscite degli anni successivi, che non sempre raggiungono le vette dei capolavori pubblicati tra gli ’80 e ’90. C’è poi la parte dedicata ai concerti, e scopriamo come i Litfiba abbiano coltivato un rapporto stretto con il Friuli Venezia Giulia (e dintorni). La prima assoluta è il 31 ottobre ‘82 all’Auditorium Zanon di Udine, e poi c’è una data leggendaria al Teatro Tenda di Buia il 30 marzo ‘85, la ricorda in un’intervista Bruno Casini, primo manager della band: «Appena arrivati la domanda fu: “Ma chi verrà in questo posto isolato e disperso tra le montagne?”. Invece fu un sold-out pazzesco con tante persone rimaste fuori. Era un sabato sera, c’erano molti spettatori arrivati da fuori (da Udine, da Trieste) e il concerto fu molto elettrico, carico di energia… una bolgia infernale, una cosa pazzesca, anche Piero ne rimase stupito diceva “Sembra di essere a Londra”. Alla fine vendemmo tutte le copie di “Desaparecido” che ci eravamo portati». «All’epoca – aggiunge Linossi – i dischi da noi non arrivavano con grande facilità, quindi pensare che così tante persone li seguivano è sorprendente. Furono accolti dal sindaco che li portò a mangiare, fece loro degustare i vini locali: una serata che ancora ricordano con piacere». E poi ci sono le tappe a Pola, Capodistria, Lubiana nell’84, al Valentini’s di Monfalcone nell’86, a Lignano, Pordenone, Majano; a Trieste la prima fu il 28 gennaio ‘91 al Palasport (e poi ancora nel ‘93, ’95, ’99). Tra le curiosità: si legge che la cover di “Il Tempo di Morire” di Battisti, cavallo di battaglia dei Litfiba nei live, fu uno «scippo ai danni di Davide Toffolo (Tarm) e Gian Maria Accusani (Prozac+ e Sick Tamburo) all’epoca nei Futuritmi – rivela il chitarrista Ghigo Renzulli -. L’idea non è stata nostra, dovevano farla loro, ma Piero è rimasto colpito e così abbiamo chiesto di cedercelo». In chiusura, qualche intervista ad hoc realizzata dagli autori, in una guida al mondo dei Litfiba ricca e accurata, che ancora mancava sul mercato.
Elisa Russo, Il Piccolo 31 dicembre 2021