Esce per la Epops Music «Ingegni» ep di debutto per la band triestina Logan, disponibile anche su tutte le piattaforme digitali. Un esordio che vede coinvolti musicisti già noti e attivi sia in altri progetti personali sia come turnisti: Luca Cacace (per diversi anni negli Arsura Bunkr) alla voce e testi, Cristiano Norbedo (Elisa, Alessandra Amoroso, The Kolors, Marco Mengoni, Francesca Michielin) alle tastiere, Francesco Cainero (Michielin, Amoroso, The Topix) al basso, Paolo Beltrame (Paola e Chiara, Fandango) alla chitarra elettrica e Matteo Brenci (Jack Savoretti, Jake Barker, Elisa) alla chitarra acustica.
«Ingegni» è prodotto e mixato da Norbedo con la collaborazione del triestino Alberto Bravin (ex Sinestesia, attualmente nella PFM; come tecnico del suono ha lavorato, tra gli altri, per i Rhapsody of Fire) presso l’Echoes Recording Studio di Trieste, masterizzato da Andrea Rigonat (Elisa) all’Henry Stills Studio di Villesse, Ricky Carioti (Elisa, Canto Libero) presso One Eyed Jack Studio di Trieste e Francesco Marzona al Birdland Studio di Gorizia. Un lavoro che ha coinvolto tanti talenti locali e che ha richiesto un po’ di tempo per essere portato a termine, da qui il titolo che, come spiega Cacace: «Racchiude tutta l’esperienza. “Ingegni” perché è stato un po’ laborioso, un sacrificio. Conciliare gli impegni di tutti è stata una cosa, appunto, ingegnosa. Ognuno ha messo il meglio di se stesso, una serie di ingranaggi che hanno permesso di finalizzare il lavoro».
Come nasce la scelta dell’italiano per i testi?
«In passato ho scritto anche in inglese, ma questa volta sentivo che il messaggio sarebbe arrivato meglio usando l’italiano, mi piace che la gente ascolti anche le parole».
Il genere proposto è un pop che non sfigurerebbe a Sanremo.
«Per Sanremo ci sono i limiti d’età, forse non siamo più in tempo. Ci hanno influenzato ascolti di band estere come i Coldplay, ma anche italiane come i Subsonica. Poi c’è Norbedo che lavora con Elisa, Mengoni, Michielin e ha quell’impronta pop, certo ha adattato le sue scelte stilistiche anche ai gusti degli altri. Ne è venuto fuori un pop rock con qualche venatura elettronica, che magari strizza l’occhio a un pubblico più vasto».
Il nome della band?
«Cercavamo un nome breve, semplice, facile da ricordare… Alla fine abbiamo preso il nome dal mio gatto! E quindi sono “ossessionato” da Logan, in casa e fuori».
La scena locale?
«La seguo da molti anni. Ci sono un sacco di talenti a livello regionale. Tanta gente suona e molti sono davvero bravi ma manca spesso la spinta per portare la propria musica fuori dai confini locali. Ci sono i casi di chi ci riesce come Bravin con la PFM o Chiara Vidonis che di recente ha anche aperto per Cristina Donà. Ma ci sono pochi spazi per suonare. La scena regionale c’è ma ci vorrebbe qualcuno che ci credesse di più. Noi ci mettiamo del nostro».
Elisa Russo, Il Piccolo 29 Dicembre 2017