LUCERNARI “MENTA”

«È un invito, con un testo in triestino, ad apprezzare le cose belle anziché lamentarsi, mi è venuto in mente quando stavo lì a macerarmi per i problemi della vita e girando lo sguardo ho visto il mio gatto che dormiva tranquillo al sole: eravamo nello stesso posto, ma lo vivevamo in maniera opposta». S’intitola “Menta” il brano della cantautrice triestina Irene Brigitte. Lo pubblica ora con il progetto Lucernari, che condivide con Lil Alice, conosciuta al Conservatorio di Vicenza che entrambe hanno frequentato. Da qualche anno Irene sta ultimando il suo percorso di studi musicali in Portogallo, dove si è anche appassionata a uno strumento che ha deciso di utilizzare nel nuovo singolo: «L’adufe – spiega – è un tamburo a cornice quadrata, tipico della musica tradizionale portoghese, in particolare della Beira-Baixa. Qui le donne accompagnano da decenni il proprio canto con l’adufe, liberando quella forza necessaria per affrontare a testa alta le dure giornate di lavoro. Mi ha colpito che, stanchissime, tiravano fuori un’energia straordinaria per suonare queste melodie potenti. Come nel testo di “Menta”, anche qui c’è la volontà di trasformare la percezione della realtà, ed è per questo che ci è sembrato lo strumento ideale». Il videoclip vede le riprese di Luca Zanon e il montaggio di Damiano Tommasi: «Abbiamo giocato – racconta la cantante triestina – con questa storia che viene da lontano, confondendoci tra gli affreschi rinascimentali di Villa Pisani di Monselice. Ringraziamo Euganea Film Festival, e in particolare Silvia Tiso, per averci aperto le porte di questo tesoro veneto». Irene Brigitte, classe ’89, sin da giovanissima attiva nella scena musicale, ha studiato e sperimentato i generi più diversi. “Menta” non è l’unico brano del suo repertorio in dialetto: «A parte, ovviamente, Toni Bruna, è stato il poeta Virgilio Giotti che mi ha aperto un mondo. Il triestino è un dialetto schietto e dà un senso di verità quando si cerca di dire una cosa bella, perché non si scade mai nel melenso». Come compositrice ha lavorato anche con Laura Samani, fresca di David di Donatello: «Siamo coetanee e ci eravamo conosciute al palio degli asinelli. Mi aveva chiamata a musicare il cortometraggio “La santa che dorme”, arrivato fino al Festival di Cannes: divertente e stimolante. Laura ha un immaginario strepitoso, e lo sa concretizzare e comunicare agli altri, talento raro. Ho musicato anche un trailer dell’ultimo film, che era destinato però solo agli addetti ai lavori».

Elisa Russo, Il Piccolo 30 Maggio 2022  

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